A parlare di fortuna, quando in mezzo c’è il faccione di Juan Martin Del Potro, si rischia la brutta figura. Ma per una volta, finalmente, invece che voltargli le spalle la dea bendata gli ha sorriso, quasi a volerlo applaudire per l’ennesimo ritorno ad altissimi livelli. Un “comeback” dei suoi, in grande stile, impreziosito da una nuova tappa importante che arriva dai campi di Flushing Meadows. Dopo la finale a Rio De Janeiro, ecco un quarto Slam che mancava da Wimbledon 2013, acciuffato a New York, la sua New York, la città dello splendido successo nel 2009. Lui si è messo in un’ottima posizione centrando gli ottavi con tre vittorie in tre set, e la fortuna gli ha dato una mano nel match contro Dominic Thiem, costretto al ritiro dopo appena un set e mezzo per un problema al ginocchio. E pensare che il primo a chiedere un paio di volte l’intervento del fisioterapista era stato l’argentino, non per il polso ma per un fastidio alla spalla destra, comunque non troppo preoccupante visto come si era messo l’incontro. Da 1-3 a 6-3, poi un nuovo break per scappare 3-1, prima del game costato il ritiro a Thiem. Nel recuperare una palla corta l’austriaco ha avvertito dolore al ginocchio destro, ha fatto una brutta smorfia e dopo aver tenuto la battuta ha chiamato il trainer. Si è capito subito che il problema poteva essere importante, come confermato dalle operazioni del fisioterapista, che l’ha trattato nella zona della rotula, probabilmente ai legamenti. “Domi” ha provato comunque a tornare in campo, ma l’ha fatto per un solo punto. Ha colpito un paio di palle da fermo, senza caricare sulle gambe, e dopo l’errore si è presentato a rete a stringere la mano all’argentino.
“MEGLIO DEL 2009? NON LO DICO, MA…”
In attesa di accertamenti medici che chiariscano la situazione, sembra difficile legare l’infortunio odierno all’eccesso di attività svolta da Thiem nei mesi scorsi, che già gli aveva creato qualche fastidio all’anca. Visto come è arrivato il problema, potrebbe trattarsi solamente di una semplice (e sfortunata) casualità. E così Del Potro, oggi numero 142 del mondo, è diventato il tennista con la classifica più bassa a raggiungere i quarti a Flushing Meadows dal 1991, quando un Jimmy Connors 39enne fece sognare i suoi tifosi per l’ultima volta, spingendosi fino in semifinale da numero 174 (e wild card), prima di cedere in tre set a Jim Courier. “Non dico che sto giocando meglio del 2009 – ha detto JMDP nell’intervista post-match con ESPN – ma mi trovo alla grande e spero di arrivare lontano. Amo questo torneo, amo questo pubblico e amo essere a New York. Sento l’affetto della gente, in campo ma anche fuori, per le strade della città”. Grazie alle vittorie su Johnson, Ferrer e Thiem, “Delpo” torna a battere tre top-25 in un torneo del Grande Slam addirittura dallo Us Open 2009, proprio l’anno della magica impresa nella finale con Federer. E anche se per uno come lui conta solo a livello statistico, grazie ai 360 punti raccolti torna di prepotenza nei primi 100 del mondo, salendo fino alla posizione numero 63. Il tutto con soli 9 tornei disputati da quanto ha riabbracciato la racchetta. E ora può provare a non fermarsi: ai quarti se la vedrà probabilmente con Stan Wawrinka, tutt’altro che brillante a New York e già battuto a Wimbledon. A Londra tutti ci andarono coi piedi di piombo, sottolineando che erano stati più i demeriti dello svizzero che i meriti del sudamericano. In realtà, quel successo è stato solo il primo assaggio di cosa “Palito” può ancora riuscire a fare.
US OPEN 2016 – Ottavi di finale uomini
Juan Martin Del Potro (ARG) b. Dominic Thiem (AUT) 6-3 3-2 ritiro
New York, i top-100, la fortuna. E “Delpo” se la ride
Dura poco più di un’ora l’ottavo di finale fra Juan Martin Del Potro e Dominic Thiem. “Delpo” va sotto subito, poi si riprende e passa a condurre, prima che un problema al ginocchio (forse non banale) costringa l’austriaco a gettare la spugna. L’argentino torna fra i primi 100, si riprende un quarto Slam e può puntare ad andare avanti ancora.