La danese si impone a Ponte Vedra (6-2 7-5 alla Govortsova), mentre a Houston torna a vincere l’argentino (5-7 6-4 6-3 a Querrey)…

di Giorgio Spalluto – foto Getty Images

 

Quello che è stato definito il torneo più pazzo degli ultimi anni (per via dei casi Odesnik e Schwank) si chiude con la vittoria a sorpresa di Juan Ignacio Chela, un giocatore che qualche mese fa era sembrato sull’orlo del ritiro, vittima di una crisi di risultati che lo avevano fatto precipitare in classifica oltre la 200esima posizione, lui che nel 2004 si era issato fino al numero 15. In finale il 30enne nativo di Ciudad Evita ha sfruttato le incertezze del numero 25 del mondo, Sam Querrey, incapace di mettere a segno il colpo del K.O. a inizio secondo set quando, dopo essersi aggiudicato il primo per 7-5, mancava due palle break che avrebbero segnato definitivamente le sorti del match. Scampato il pericolo, l’argentino cominciava a mettere sempre maggiore pressione all’avversario nei suoi turni di battuta, piazzando la zampata vincente nel decimo game, quando strappava il servizio (e il set) allo statunitense, autore di un pessimo 38% di punti realizzati con la seconda. Illusorio si rivelava il break in apertura messo a segno da Sam, subito recuperato da Chela che, nell’ottavo game, operava il break decisivo sfruttando l’ottava palla break in suo favore del terzo set.

 

Quella contro Querrey è stata la quarta vittoria colta ai danni di una teste di serie, nel corso di questa settimana. Prima dell’americano, numero 2 del seeding, si erano dovuti arrendere all’argentino, il numero 7 Eduardo Schwank (quest’ultimo con un’arrendevolezza tale, da subire una sanzione di 1000 dollari per violazione della regola sul “best effort” del regolamento ATP…), il numero 4 Lleyton Hewitt nei quarti e, infine, il connazionale Horacio Zeballos (n.6) in semifinale.

 

Chela, che non si aggiudicava 2 partite di fila dal torneo di Kitzbuhel dello scorso luglio, può così festeggiare il quinto titolo in carriera, sempre sulla terra battuta, dopo quelli di Mexico City (2000), Amersfoort (2002), Estoril (2004) e Acapulco (2007). Juan Ignacio, inoltre, è il primo rappresentate del suo paese ad aggiudicarsi un torneo Atp nel 2010.

Querrey, invece, diventa il terzo americano a uscire sconfitto in finale a Houston negli ultimi 3 anno, dopo James Blake (battuto da Marcel Granollers nel 2008) e il tanto vituperato Wayne Odesnik che lo scorso anno dovette arrendersi nell’ultimo atto a Lleyton Hewitt.

 

Sempre negli Stati Uniti, precisamente in Florida, è andata in scena la finale di uno dei 2 eventi su terra verde in programma nel circuito femminile. La seconda edizione del torneo di Ponte Vedra Beach, che ha preso il posto dell’affascinante Amelia Island, ha visto imporsi per il secondo anno di fila la favoritissima Caroline Wozniacki. Come lo scorso anno, le maggiori difficoltà fronteggiate dalla danese sono state quelle proposte in semifinale dalla russa, n.4 del seed, Elena Vesnina che nei quarti aveva dominato la beniamina di casa, Melanie Oudin per 62 61. Se nel 2009 era stata costretta ad annullare ben 4 matchpoint prima di spuntarla al tiebreak del terzo, quest’anno Caroline ha dovuto rimontare uno svantaggio di 1-6 3-5, prima di imporsi 6-4 al terzo. In finale la danese ha sconfitto per 6-2 7-5 la bielorussa Olga Govortsova, alla terza in finale in carriera dopo quelle di Memphis 2008 (sconfitta dalla Davenport) Mosca 2009 (Schiavone).

 

Dopo un primo set senza storia (6-2 Wozniacki), la Govortsova strappava per ben 2 volte il servizio all’avversaria portandosi sul 4-1. Sul 5-4 in suo favore, la bielorussa falliva un setpoint affondando in rete una voleè di rovescio a campo aperto e finendo per perdere il servizio con un doppio fallo (uno degli 8 messi a referto nel match), al termine di un game durato ben 22 punti. La danese approfittava del crollo, anche psicologico, della sua avversaria chiudendo il secondo parziale per 7-5, per quello che è il 7° titolo della sua giovanissima carriera, il primo del 2010. Con questo successo, la Wozniacki consolida il secondo posto in classifica alle spalle di Serena Williams, sul cui ritorno alle gare alleggia sempre più un alone di mistero.

 


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