Clamoroso al Queen’s: Nalbandian prende a calci il box di un giudice di linea, lo ferisce e viene squalificato. Decisione ineccepibile che macchia l’immagine dell’argentino. Il titolo va a Cilic.
L'attimo di follia che è costato a Nalbandian il torneo del Queen's
Di Riccardo Bisti – 17 giugno 2012
Nel tennis capitano raramente. Sono quegli episodi che ti fanno buttare vie pagine di appunti e rendono inutile qualsiasi cronaca, anche la più brillante. Marin Cilic e David Nalbandian stavano giocando la finale del Queen’s, un match interessante ed equilibrato. Non avrebbe potuto essere altrimenti tra due giocatori che due mesi fa si erano schiaffeggiati per cinque ore in Coppa Davis (e vinse Cilic). Nalbandian aveva vinto il primo set al tie-break, ma Cilic era avanti 4-3 e servizio nel secondo. L’argentino era sotto di un break, lo aveva ripreso agganciando l’avversario sul 3-3. Ma nel settimo game ha perso nuovamente il servizio. Sulla palla break, il fattaccio. Dopo aver sbagliato un colpo in recupero, ha manifestato tutta la sua rabbia dando un calcione al box che delimita lo spazio del giudice di linea. La plastica è andata in frantumi ed ha provocato una profonda ferita al giudice, un signore non più giovanissimo di nome Andrew McDougall. La gamba sinistra dello sventurato giudice di linea ha preso a sgorgare sangue. L’epilogo era inevitabile: squalifica immediata, senza appello. Niente warning, niente penalty point. Bye bye Nalbandian, titolo a Cilic. L’argentino è rimasto interdetto, incredulo. Non ha protestato più di tanto, sapeva di averla fatta grossa. Dare un calcio a una struttura fissa del campo, provocando una ferita (neanche tanto lieve) a un giudice di linea è gesto gravissimo. Ovviamente non c’era volontarietà, e David ha avuto una buona dose di sfortuna a trovarsi proprio lì. Ma sono attenuanti che valgono poco.
10 anni dopo l’inattesa finale a Wimbledon, Nalbandian è tornato a giocare un match clou sull’erba. Il Queen’s non è la stessa cosa, ma è un ottimo viatico per preparare i Championships. Contro Cilic partiva leggermente favorito in virtù di un braccio e una sensibilità maggiori. Avanti di un break nel primo set, si era fatto riprendere ma poi ha vinto piuttosto agevolmente il tie-break. Nel secondo, come detto, si è fatto brekkare nel primo game e ha iniziato ad inseguire. Era riuscito ad agganciare Cilic sul 3-3, ma poi ha combinato il pasticcio. Non solo ha perso la partita, ma si è anche giocato la possibilità di essere testa di serie a Wimbledon. In caso di vittoria, sarebbe entrato tra i primi 30. Invece perderà i punti e i soldi guadagnati in una settimana di (buon) tennis. E’ forse l’episodio peggiore di una carriera non propriamente limpida. Tanti ricorderanno l’episodio dell’Australian Open, quando venne multato di 8.000 dollari per aver versato l’acqua addosso a un ufficiale di gara dopo il match contro Isner (in cui diede di matto perché l’arbitro non gli concesse una verifica elettronica dopo un punto importante). Nel 2008, dopo il doppio nella finale di Coppa Davis contro la Spagna, scappò via senza dare la conferenza stampa. Un gesto che fece imbufalire l’opinione pubblica argentina, obbligandolo "moralmente" a una conferenza stampa di scuse subito dopo la disfatta. Nalbandian, il “Gringo” come lo chiamano i suoi amici di Unquillo, è una testa caliente. Qualche anno fa non pagò un pedaggio autostradale (una cifra irrisoria, 12 pesos argentini) per fare uno scherzo a degli amici che guidavano la macchina dietro di lui. Non pagarono neanche loro, così la questione divenne di dominio pubblico.
Adesso un episodio che macchia ulteriormente la sua immagine. Il fatto è aggravato dall'età: Nalbandian ha 30 anni e oltre 10 di professionismo alle spalle. Quando il giudice di linea ha mostrato la ferita, l'arbitro Fergus Murphy non ha potuto fare altro che applicare il regolamento e decretare la squalifica. Chris Kermode, (sfortunatissimo) direttore del torneo, ha ricostruito così la vicenda ai microfoni della BBC: “Nalbandian ha dato un calcio al pannello protettivo del giudice di linea. Il pannello ha colpito la gamba del giudice e lo ha ferito seriamente. La partita si è chiusa per violazione del codice di comportamento. David è molto rammaricato, ma sono cose che succedono. C’era il tutto esaurito e stavamo vedendo un ottimo tennis, e terminare così è deludente. Ma non possiamo farci niente, sono in vigore i regolamenti dell’ATP”. Persino il pubblico del Queen’s, solitamente molto “british”, ci è rimasto male, fischiando e invitando ad andare avanti. “Sarebbe stato bello piegare le regole, ma se fossimo andati avanti avremmo creato un precedente. Se cambi le regole devi essere molto chiaro”. Parole di circostanza: non si poteva fare diversamente. Un giocatore ha ferito piuttosto seriamente un ufficiale di gara. Poco importa che il gesto non fosse volontario (e ci mancherebbe!): la squalifica è giusta. Per Cilic è il settimo titolo in carriera, il primo sull’erba. Per Nalbandian è un bubbone psicologico da cui non sarà facile riprendersi in fretta.
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