Sabato “popcorn” a Rovereto: il talentuoso pesarese contro la grande speranza spagnola. Nardi viaggia spedito, Landaluce naviga tra alti e bassi, ma le sue accelerazioni fanno paura. “È un giocatore molto offensivo – dice coach Esteban Carril – di lui adoro la grande ambizione”.

Foto di Stefano Eccel

l match tanto atteso si farà. L’appuntamento è sabato, alle 16.30, presso il PalaBaldresca di Rovereto. Quello tra Luca Nardi e Martin Landaluce sarà quello che gli americani definiscono “popcorn match”. “Mi aspetto una bella partita” dice Esteban Carril, il tecnico che accompagna lo spagnolo a Rovereto, lasciando gli spalti dopo aver studiato il secondo set della facile vittoria di Nardi contro Oleg Prihodko. Punteggio (6-2 6-2) uguale a quello dell’ottavo contro Rehberg, tempistica simile: gli sono bastati sessanta minuti per centrare la semifinale. Ok, l’ucraino è atteso domenica a Firenze per giocare in Serie A2, quindi forse non era al top della motivazione, ma questo non ha influito sull’esito di un match che ha evidenziato la superiorità di Nardi sin dalla prima palla. È salito rapidamente 4-0 per poi chiudere agevolmente il parziale, mentre nel secondo c’è stata un po’ di partita solo nei primi game. “È molto talentuoso, eh?” sussurrava Carril dopo l’ennesimo punto fatto di geometrie perfette. Questa semifinale, tuttavia, non cambia molto in ottica Australian Open. Per nutrire qualche speranza di ammissione diretta al main draw, Nardi deve vincere domani e salirebbe al numero 103 ATP (104 se Fabio Fognini dovesse andare in finale a Montemar). In quel caso sarebbe in bilico: se è vero che gli ammessi di diritto sono 104, il cut-off dell’entry list degli Slam viene abbassato da tanti giocatori che utilizzano il ranking protetto. E allora soltanto vincere il Trofeo Perrel-FAIP di Rovereto (120.950€, Mapei) gli garantirebbe la certezza dell’Australian Open. Calcoli che non interessano a Martin Landaluce, suo avversario in semifinale. Lo spagnolo ha faticato più del previsto per battere Geoffrey Blancaneaux (pure lui atteso da una domenica di impegni italiani: sarà a Roma con il suo ATA Battisti Trento), ma alla fine l’ha spuntata col punteggio di 7-6 6-4.

STA TROVANDO L’EQUILIBRIO”

Tutte le partite sono difficili, ce lo aspettavamo per lo stile di Blancaneux – dice Carril, 47 anni, ex coach di Roberto Bautista Agut e, soprattutto, di Johanna Konta, portata tra le top-10 – ha iniziato servendo bene e mettendo tante risposte in campo. Ci siamo trovati sotto 3-0 e 0-30, per fortuna Martin ha trovato il modo per girarla”. Dopo aver vinto il primo al tie-break, lo spagnolo ha brekkato il suo avversario sul 4-3 nel secondo. Ha avuto un passaggio a vuoto nel game successivo, ma ha confermato le sue qualità mentali strappando il servizio a Blancaneaux nell’ultimo game, peraltro rimontando da 40-0. Diciannove anni da compiere a gennaio, il madrileno alimenta le suggestioni di un torneo che negli ultimi anni ha lanciato futuri fenomeni. Non è necessario essere super-intenditori per capire che la sua palla ha un altro suono, un altro sapore, rispetto a quelle degli abituali frequentatori dei Challenger. E le accelerazioni di dritto sono fiammate che sembrano farla scoppiare. Nei tre match vinti a Rovereto, tuttavia, ha sempre avuto almeno un passaggio a vuoto. Chiediamo a Carril se è solo questione di gioventù. “Senza dubbio la giovane età spinge un po’ a strafare, a perdere l’equilibrio – racconta – inoltre Martin è un giocatore molto offensivo, dunque il suo gioco sarà sempre soggetto agli errori. Non vediamo i suoi alti e bassi come una minaccia: è il suo stile di gioco che a volte aiuta, a volte danneggia. Quest’anno ha trovato un ottimo equilibrio tra l’essere aggressivo ed essere un po’ più attendista”. I numeri lo certificano: ha vinto il suo primo Challenger a Olbia ed è già intorno al numero 150 ATP dopo aver iniziato la stagione intorno alla 450esima posizione.

LA NOTTE D’ORO DI MAESTRELLI: DUE ITALIANI IN SEMIFINALE

Non sappiamo se la partita contro Dino Prizmic sia stata la migliore del 2024 di Francesco Maestrelli, ma non c’è dubbio che possa rappresentare l’inizio di qualcosa di molto positivo. Nonostante la classifica lo veda avanti rispetto al croato (che quest’anno è stato fermo 4 mesi), era nettamente sfavorito. Invece ha raccolto la terza semifinale stagionale nel circuito Challenger (dopo Tenerife e Szekesfehervar) grazie a un 3-6 6-1 7-6 in cui ha espresso un tennis di alto livello. Si sono visti tanti scambi mozzafiato, a velocità molto elevate, con Maestrelli capace di reggere i ritmi forsennati imposti dal croato. Certo, ha avuto bisogno di qualche game per prendere il ritmo, ma poi ha espresso un livello davvero interessante, unito a scelte tattiche inedite, come alcune discese a rete in controtempo e serve and volley con la seconda palla. La strategia ha pagato, oltre a mettere a nudo alcune lacune del croato. Dopo aver dominato il secondo, Maestrelli ha giocato un terzo set “tutto cuore”, desiderando la vittoria più del suo avversario. Sul 2-2 si è trovato 0-30 sul servizio di Prizmic, ma un passaggio a vuoto (sette punti persi di fila) aveva spinto Prizmic sul 4-2. Sembrava finita, invece ha trovato l’immediato controbreak e ha portato la sfida al fotofinish. Sotto 6-5, ha annullato un matchpoint (risposta in rete di Prizmic) dopo un game pieno di paure e tribolazioni. A quel punto ha giocato un tie-break di ottimo livello, sia pur sfruttando la stanchezza e qualche errore di Prizmic. La notizia è proprio questa: Maestrelli ha sfibrato il suo avversario, il primo ad andare KO fisicamente dopo due ore e mezza molto dure. Inoltre è piaciuta la sua tenuta mentale e un atteggiamento sempre positivo, anche dopo gli errori più gravi (una facile volèe sul 5-6 al terzo che poteva costare carissima). L’Italia, dunque, piazza due giocatori in semifinale. Il programma di sabato scatta alle 14.30 con la finale del doppio, poi alle 16.30 sarà il momento dei singolari: prima l’atteso Nardi-Landaluce, poi Maestrelli proverà a fermare la corsa del danese August Holmgren. Per l’intera giornata, l’ingresso sarà riservato ai possessori del biglietto d’ingresso.