Da Napoli, Marco Caldara – Foto Getty Images
Da una parte l’azzurro del mar Tirreno che accarezza il Golfo di Napoli, dall’altra i colori della collina del Vomero, che coi suoi vialetti sale fino ai 251 metri d’altitudine della Certosa di San Martino. A separarli, la spettacolare Arena del mare, che da domani ospiterà il quarto di finale di Coppa Davis fra Italia e Gran Bretagna. Guardandola, non si può non rimanere sorpresi. Malgrado le varie impalcature appare come un gioiello incastonato nel bellissimo lungomare Caracciolo, frequentato da podisti e da chiunque desideri fare quattro passi con Capri e il Vesuvio sullo sfondo. Quale cornice migliore, dunque, per ospitare il week-end più importante degli ultimi quindici anni per il tennis azzurro al maschile? Fece già successo per la sfida del 2012 contro il Cile, ma questa volta è addirittura migliore, ampliata fino a raggiungere i cinquemila posti, trecento dei quali riservati ai tifosi avversari, meno di quanti ne erano attesi. Non a caso è passata tutt’altro che inosservata sui social network, tanto da ricevere una marea di complimenti da parte di giocatori, stampa e appassionati. Non capita tutti i giorni di giocare in un posto così. Sulle due tribune principali campeggiano le bandiere delle nazioni: il tricolore italiano faccia a faccia con l’Union Jack britannica, rese ancor più splendenti dal sole che ha riscaldato la vigilia. Sul lato opposto a quello rivolto al mare domina invece la statua a cavallo del generale Armando Diaz, inglobata nella struttura e pronta a vegliare sugli azzurri.
Al Tennis Club Napoli si respira l’aria delle grandi occasioni, con gli addetti ai lavori impegnati a montare gli stand e rifinire gli ultimi dettagli, mentre il sorteggio mattutino ha dato a Fabio Fognini il compito di aprire la tre giorni campana col suo match contro James Ward, preferito dal capitano britannico Leon Smith all’istrionico Daniel Evans. L’allarme legato alle condizioni del ligure è fortunatamente rientrato, lasciando spazio a qualche dubbio sulla presenza o meno, domani, di Andy Murray. Reduce dall’inaugurazione in settimana del suo nuovo hotel da sogno nelle campagne attorno a Dunblane, il campione di Wimbledon ha preferito saltare la cerimonia del sorteggio a causa di un piccolo virus intestinale, ma nel tardo pomeriggio si è comunque allenato. Viene difficile pensare che domani non ci sarà. Senza di lui, il team britannico non fa paura. Con lui, invece, cambia tutto, ma è inutile nascondere che l’Italia parte favorita. Sono anni che Corrado Barazzutti non può contare su un team così forte e affiatato, e soprattutto su un numero uno in costante crescita come Fabio Fognini. Come ha affermato l’azzurro, questa rappresenta una grande occasione sia per l’Italia, che può tornare in semifinale in Coppa Davis a sedici anni dalla finale del 1998, sia per sé stesso, desideroso di adornare nella maniera ideale la sua prima settimana da numero 13 del mondo.
Malgrado l'attesa spasmodica per una sfida importantissima, il clima all’interno del team azzurro è molto disteso. Durante l'allenamento pomeridiano i giocatori hanno scherzato con capitan Barazzutti e Giorgio Galimberti, mentre in tribuna papà Fulvio Fognini ha fatto lo stesso con i genitori di Gianluigi Quinzi, aggregato al team azzurro insieme a Matteo Donati. Ben diversa, invece, la rifinitura degli avversari, silenziosi e composti come il perfetto stile british insegna. Con i nostri al completo e una struttura che parla da sola, l’unico vero motivo di preoccupazione per il week-end appare la pioggia, che nelle prime due giornate potrebbe bussare alla porta. Ma non ne è prevista molta, e la speranza è che Giove Pluvio sia clemente quel tanto che basta per non allungare la contesa al lunedì. Sarebbe un vero peccato, sia per il pubblico sia per lo scenario: una bellezza tutta italiana che, in un momento storico in cui l’immagine del nostro Paese viene spesso maltrattata, serve anche a mostrare a tutti di cosa sono in grado gli italiani. Raramente nel tennis si è vista una location simile, e i progettisti ne possono veramente andar fieri. Loro la propria sfida l’han già stravinta, mentre gli organizzatori la vinceranno nel week-end. L'Italia? Lo sapremo molto presto.
Twitter: @marcocaldara