Problemi "linguistici" per la giovane giapponese Naomi Osaka, 18 anni, protagonista all'Australian Open dove ha passato il primo turno battendo Donna Vekic. Quando si è presentata in conferenza stampa e il moderatore ha chiamato le domande in inglese, ha detto con fare preoccupato: "Solo in inglese, vero?". Già, perché a dispetto del passaporto sta ancora imparando la lingua del paese natale. E' nata a Osaka, seconda città del paese, ma il padre e haitiano e la famiglia si è spostata negli Stati Uniti quando era ancora molto piccola. Oggi trascorre buona parte del tempo in Florida, anche se ogni tanto si allena con i coach della federazione giapponese. E il Sol Levante punta molto su di lei. Naomi si era fatta conoscere un paio d'anni fa, quando aveva battuto Samantha Stosur a Stanford, da sconosciuta 16enne e numero 406 WTA. Naomi ha detto che la sua crescita è dovuta principalmente al fatto di essere diventata maggiorenne e dunque senza più limiti nel numero di tornei. Ma ha ancora qualche problema con il giapponese. "Parlano molto veloce, a volte sembra un rap e mi capita di non capire la prima parte della domanda. Allora li guardo come un'idiota, ma io non voglio apparire come un'idiota". Quando le hanno chiesto se la renderebbe più nervosa un match davanti a 10.000 persone o una conferenza stampa con soli giapponesi, la sala conferenze è scoppiata a ridere. Al secondo turno sfiderà Elina Svitolina. 
Problemi "linguistici" per la giovane giapponese Naomi Osaka, 18 anni, protagonista all'Australian Open dove ha passato il primo turno battendo Donna Vekic. Quando si è presentata in conferenza stampa e il moderatore ha chiamato le domande in inglese, ha detto con fare preoccupato: "Solo in inglese, vero?". Già, perché a dispetto del passaporto sta ancora imparando la lingua del paese natale. E' nata a Osaka, seconda città del paese, ma il padre e haitiano e la famiglia si è spostata negli Stati Uniti quando era ancora molto piccola. Oggi trascorre buona parte del tempo in Florida, anche se ogni tanto si allena con i coach della federazione giapponese. E il Sol Levante punta molto su di lei. Naomi si era fatta conoscere un paio d'anni fa, quando aveva battuto Samantha Stosur a Stanford, da sconosciuta 16enne e numero 406 WTA. Naomi ha detto che la sua crescita è dovuta principalmente al fatto di essere diventata maggiorenne e dunque senza più limiti nel numero di tornei. Ma ha ancora qualche problema con il giapponese. "Parlano molto veloce, a volte sembra un rap e mi capita di non capire la prima parte della domanda. Allora li guardo come un'idiota, ma io non voglio apparire come un'idiota". Quando le hanno chiesto se la renderebbe più nervosa un match davanti a 10.000 persone o una conferenza stampa con soli giapponesi, la sala conferenze è scoppiata a ridere. Al secondo turno sfiderà Elina Svitolina.