In questi casi, la pagina più affidabile è quella dell'antidoping. Basta fare un salto alla voce “giocatori ritirati” e si trovano tutti quelli che hanno appeso – per davvero – la racchetta al chiodo, comunicandolo all'ITF. In cambio, non avranno più seccature dagli addetti antidoping. Nadia Petrova aveva giocato il suo ultimi match quasi tre anni fa, perdendo da Marina Erakovic a Charleston, ma il suo addio è diventato ufficiale soltanto lo scorso 2 gennaio. La simpatica russa ha avuto una carriera lunga e piena di successi: tuttavia, non riusciva ad alzare bandiera bianca. Forse sentiva di avere ancora un colpo in canna. In questi anni si erano rincorse le indiscrezioni su un possibile ritiro: ad esempio, il presidente della sua federazione Shamil Tarpischev aveva detto che si sarebbe dedicata soltanto al doppio. Nadia non ha fatto neanche quello, forse perché incapace di riprendersi da un episodio molto doloroso: la morte della madre, avvenuta nel dicembre 2013 in un incidente stradale. Da allora, Nadia ha giocato soltanto sei tornei, l'ultimo appena tre mesi dopo. “Quando mi ritirerò, arriverà il comunicato ufficiale della WTA – aveva detto un paio d'anni fa – fino ad allora chiedo che venga rispettata la mia privacy”. Niente da fare: è rimasta ai margini, e da oggi è ufficialmente una ex.
GRANDI MATCH IN AUSTRALIA
In carriera ha vinto 13 titoli WTA, l'ultimo nel novembre 2012, quando si impose al Tournament of Champions di Sofia. Più in generale, è stata numero 3 WTA e ha raggiunto per due volte le semifinali al Roland Garros, nel 2003 e nel 2005. Ottima doppista, ha giocato due finali Slam nella specialità, l'ultima proprio nel 2012, quando allo Us Open lei e Maria Kirilenko persero dalle nostre Errani-Vinci. Capace di raggiungere almeno i quarti in tutte le prove del Grande Slam, era una giocatrice piuttosto potente, massiccia. Magari non aveva troppi guizzi, però a tennis sapeva giocare. Vanta ben 29 vittorie contro le top-10, tra cui tre successi contro altrettante numero 1: Justine Henin, Amelie Mauresmo e Serena Williams (quest'ultima battuta a Madrid, nel 2010). Il torneo più importante della sua bacheca è stato il penultimo: nel 2012, infatti, ha superato tre top-10 per vincere il Premier Five di Tokyo (prima che venisse declassato a favore di Wuhan). A pochi giorni dall'Australian Open, impossibile dimenticare il suo gran match contro Serena Williams nel 2007. Arrivò a due punti dal successo contro la rediviva Serena, che poi avrebbe vinto il torneo da numero 81 WTA. Avesse vinto quella partita, chissà cosa sarebbe successo….Sempre a Melbourne, nel 2010, rifilò una sonora batosta a Kim Clijsters. Nadia si può comunque ritirare felice, poiché ha portato a casa, nel tennis (bronzo in doppio, a Londra, insieme a Maria Kirilenko), quella medaglia olimpica che sua madre aveva intascato nella staffetta 4 x 400 a Montreal, nel 1976.