Dopo la Clijsters, la Petrova elimina anche la n.3 del mondo con il punteggio di 6-3 3-6 6-1. Nei quarti anche la Zheng, battuta la Bondarenko….

di Giorgio Spalluto – foto Getty Images

 

Il primo dei due derby russi di giornata vede in campo la carnefice di Kim Clijsters, Nadia Petrova, autrice al terzo turno del più grande “upset” di questa edizione degli Australian Open e la n.3 del mondo Svetlana Kuznetsova, uscita faticosamente indenne dal precedente match vinto con la Kerber.

 

Il computo dei precedenti (5-1 Kuznetsova), unito alla consueta tremarella che caratterizza i match della Petrova nei confronti delle più titolate connazionali, fa pendere la bilancia in favore della campionessa uscente del Roland Garros che, però, ci mette un set per carburare e cede in 48 minuti la prima frazione col punteggio di 6-3. Brava la Petrova ad annullare con il servizio le chance a disposizione di Sveta per recuperare lo svantaggio iniziale. La Kuznetsova, pessima al servizio (20% di realizzazione con la seconda) non riesce a distogliere dalla linea di fondo un’avversaria in fiducia che però deve fare i conti con il ritorno della sua connazionale nel secondo set. Dopo aver sfiorato il break a inizio set, la Kuznetsova strappa il servizio alla Petrova nell’8° gioco e chiude 63 il secondo parziale. Un doppio fallo, seguito da 3 errori gratuiti di Nadia, consente a Svetlana di inaugurare il terzo set con un break a zero. Quando l’inerzia sembra pendere tutta dalla sua parte, giunge uno dei classici blackout cui ci ha abituato Sveta in questi anni. Errori su errori, quelli della Kuznetsova, che ridanno coraggio a una giocatrice, come la Petrova, non certo famosa per il suo cuor di leone.  Giungono così 6 giochi di fila della numero 19 del mondo che torna nei quarti di finale a Melbourne, dopo 4 anni e aspetta la vincente del match tra Yanina Wickmayer e Justine Henin, affrontata ben 2 volte dalla Petrova nelle ultime settimane, a Brisbane e in esibizione al Cairo in dicembre. Alla vigilia nessuno avrebbe scommesso un copeco che dall’ottavo più complicato in assoluto, quello di Clijsters e Kuznetsova, a spuntarla sarebbe stata proprio Nadiona.

 

Inaspettato anche il responso dell’ottavo di tabellone che avrebbe dovuto vedere fronteggiarsi Jankovic e Bartoli, sconfitte nel turno precedente da Alona Bondarenko e Jie Zheng.

Tra le due c’è solo un precedente nel tour maggiore, giocato proprio la settimana scorsa ad Hobart, e in quella occasione l’ha spuntata l’ucraina in due set tirati (doppio 75).

Il primo parziale è una girondola di errori con la Bondarenko che scappa per 3 volte avanti di un break, ma viene immancabilmente ripresa dalla cinesina, che sotto 5-4 annulla un setpoint all’ucraina. Nonostante il servizio non sia un fattore (a fine set, saranno più i punti in risposta rispetto a quelli conquistati in battuta dalle 2 giocatrici) si va al tiebreak vinto dalla Zheng 7 a 5, con un ultimo interminabile scambio.

 

Per la prima volta nel torneo, la cinese si aggiudica il primo set, lei che nei precedenti 3 incontri aveva sempre dovuto rincorrere l’avversaria, perdendo addirittura 6-0 il suo primo set del torneo contro la connazionale Shuai Peng.

 

Il secondo set prosegue sulla falsariga del primo con le 2 giocatici, inconsistenti al servizio, che commettono caterve di errori gratuiti. Alla fine viene premiata la maggiore freddezza di Jie che si aggiudica il secondo set per 64 e conferma di come riesca a trovare negli slam quella magia che poi sembra smarrire negli altri tornei del circuito. Dopo essere stata la prima cinese a raggiungere le semifinali in uno slam (Wimbledon 2008) la Zheng diventa la prima rappresentante del suo paese ad issarsi ai quarti degli Australian Open.

 

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