di Fabio Bagatella – foto Getty Images
Il difficile 2009 di Rafael Nadal volge al termine. Londra gli ridarà il trono Atp? Sarà Barcellona a rilanciarlo (con i compagni di squadra) sul tetto del mondo con la Coppa Davis? Dovremo attendere il 2010 per rivedere Rafa vincente? Alla vigilia del Master e della finale di Davis, lo spagnolo parla a ruota libera di questo e molto altro in due interviste rilasciate al quotidiano inglese “The Guardian” e a quello spagnolo “La Vanguardia”.
Le eventualità (rare) che il Masters londinese riporti l’ex leader Atp (oggi n. 2) in cima al ranking dipendono comunque dai risultati di re Federer. Nell’ultimo atto di Davis contro i cechi, il 23enne maiorchino e la sua Spagna partono invece con i favori del pronostico. Rafa dichiara di attendere gli ultimi due appuntamenti stagionali con aspettative e stati d’animo differenti. “Sul veloce dell’O2 Arena non sarò a mio agio ma sto bene e me la giocherò. La Davis è l’obiettivo principale di ciò che resta dell’anno. E’ alla nostra portata. Si giocherà al Palau Sant Jordi dove ho fatto il portabandiera nel 2000, stavolta parteciperò da giocatore. E’ una esperienza che ti resta per sempre”.
Il ritorno nella capitale inglese riconduce Nadal ai “terribili” momenti tra giugno e luglio. L’inattesa sconfitta negli ottavi del Roland Garros contro Soderling, i problemi alle ginocchia, la forzata rinuncia a difendere il titolo a Wimbledon. Tutto mentre i suoi genitori divorziavano. Le parole di Rafael esprimono ancora amarezza: “purtroppo nel momento chiave del 2009 sono intervenute una serie di negatività a catena. A Parigi ero abbattuto per i problemi tra i miei genitori, teso per i dolori dovuti alla tendinite. Quando poi ho capito di non poter giocare Wimbledon ho toccato il fondo. Il divorzio tra i miei genitori ha rappresentato un cambiamento problematico per la mia vita. Ha avuto ripercussioni pure sul mio tennis. E’ dura essere lontano da casa, non sapere come stanno le cose realmente. Per un mese ho vissuto un po’ fuori dal mondo”.
Per Nadal, Londra ha comunque un sapore tutto speciale. Se poi di fronte c’è Federer, suo eterno rivale, lo show è assicurato, lacrime comprese. “Wimbledon è il mio torneo preferito… Roger è dotato di qualità innate e speciali… Si è vero, ho pianto come un bambino per le occasioni perse nella finale 2007 (2-6 al quinto, ndr). Non so invece se la vittoria del 2008 (9-7 al quinto, ndr) sia stato il miglior match di tutti i tempi ma, per quanto mi riguarda, è stato il momento più alto della mia carriera”.
A chi gli chiede infine un primo bilancio della stagione e un proposito al termine dell’anno più difficile della sua carriera, lo spagnolo risponde di essere nel complesso soddisfatto. Sente la necessità di ambire sempre al meglio. “Se non fosse giunto l’infortunio sarebbe stata un’ottima annata, Ho vinto uno Slam e tre Masters Series (Australian Open, Monte Carlo, Barcellona e Roma, ndr)… Per continuare a crescere devi avere stimoli, entusiasmo, giorno dopo giorno. Non può aiutarti nessuno. Devi volerlo tu. Io cerco di pormi sempre un obiettivo che al momento è quello di migliorare come tennista e come persona. Quest’ultimo traguardo è il più importante di tutti”. Rafa sembra aver le idee chiare: intende tornare a vincere in fretta. Gli avversari, Federer in primis, sono avvisati.
© 2009 “Il Tennis Italiano” – Tutti i diritti riservati