Lo straordinario spettacolo regalato da Rafael Nadal e Stefanos Tsitsipas al tradizionale torneo esibizione di Abu Dhabi ci induce a una provocazione: le esibizioni stanno diventando più importanti del Tour?

Altro che esibizione: è quello che hanno pensato tutti dopo la straordinaria finale del Mubadala World Tennis Championships di Abu Dhabi, vinta dopo tre ore di lotta e grande tennis da Rafa Nadal su Stefanos Tsitsipas (6-7 7-5 7-5).

Merito dei due protagonisti, certo, soprattutto della grinta assoluta di Rafa, uno che non ci sta a perdere neanche a sudoku. A questo punto però viene da chiedersi se le esibizioni, in questa fine e inizio di decennio non si stiano trasformando in qualcosa di diverso, se il divario che c’è tradizionalmente fra match ‘amichevoli’ e tornei veri non si stia confondendo.

Nessuno, per carità, si azzarda a paragonare Wimbledon ad un ricco torneo ad inviti nel Golfo, in Sud America o in Cina, però riflettiamo. La tournée sudamericana di Federer e Zverev post Atp Finals ha raccolto folle oceaniche (più di 40 mila a Città del Messico) e scatenato interesse planetario, e il fenomeno è destinato a ripetersi nei prossimi giorni a Huagzhou. La ‘prima’ volta del tennis in Arabia Saudita, dove in finale a Diriyah si sono ritrovati Fabio Fognini e Daniil Medvedev, ha sollevato interesse e polemiche (ma è giusto organizzare esibizioni in paesi che hanno seri problemi a rispettare i diritti civili e politici?), e già si parla del record di spettatori che Nadal e Federer otterranno in febbraio a Città del Capo. Senza contare, fra l’altro, che il successo più clamoroso – dal punto di vista mediatico se non altro – degli ultimi tre anni lo ha portato a casa la Laver Cup. Che resta un’esibizione ma ha ottenuto un ambiguo ‘bollino’ di ufficialità da parte dell’Atp: niente punti ma un posto in calendario e match validi per le statistiche come un qualsiasi appuntamento del Tour.

Insomma, il calendario è quello ufficiale, ma deve convivere con eventi sempre più ricchi, sempre più popolari, e che soprattutto sfruttano la voglia di vedere all’opera in paesi solitamente ignorati dal tennis campioni ormai leggendari come Federer, Nadal e Djokovic, prima che appendano la racchetta al chiodo. Giusto così? Chiusa la loro carriera torneremo alle esibizioni ‘normali’ di un tempo? O il futuro sarà sempre più costruito attorno ad ‘eventi’ singoli, a spot di grande richiamo, che ad un calendario regolare?