A soli tre giorni dalla sconfitta di Bercy, ‘Rafa’ si vendica superando il connazionale con un rapido 6-3 6-2, al termine di un match mai in discussione. In serata la riedizione della finale targata 2012… da Londra, MARCO CALDARA

Da Londra, Marco Caldara Foto Getty Images

 

Dal 3-6 5-7 di Parigi-Bercy al 6-3 6-2 di Londra in appena tre giorni? Si può. Anzi, c’era da aspettarselo, visto che il soggetto in questione è il numero uno del mondo Rafael Nadal. Contro il connazionale David Ferrer, il maiorchino non aveva mai vinto indoor, ma nell’occasione più importante ha saputo stenderlo anche senza l’amata terra battuta sotto i piedi, sfruttando una superficie più lenta rispetto a quella francese e un rivale completamente ridimensionato. Già, perché alla grande crescita di ‘Rafa’ ha risposto un netto calo di rendimento di 'Ferru', reduce da tre finali perse nelle ultime tre settimane, che hanno allungato addirittura a sette la sua striscia stagionale di sconfitte all’ultimo atto. Solitamente molto concreto e poco falloso, oggi il tennista di Javea si è reso protagonista di una valanga di errori non forzati (la bellezza di 33 in due set), e anche quando ha cercato il vincente non è riuscito a mettere il rivale in difficoltà. La causa, oltre che nel pessimo rendimento con la prima di servizio (39% di punti vinti), va cercata probabilmente nella tattica un po’ troppo offensiva rispetto ai suoi standard, e nell’incapacità di cambiare piano quando si è accorto che non era affatto la giornata ideale per provare qualcosa di nuovo. Così Nadal, pur senza mai brillare, ha avuto vita facile, bagnando il suo ritorno all’O2 Arena con una sgambata di appena 74 minuti e portando sul 5-5 il bilancio nelle sfide con Ferrer sul veloce.

 

Dopo essere stato centrato da un servizio rivale nel corso del riscaldamento, ‘Rafa’ ha messo le cose in chiaro dall’inizio, trovando il primo break del match già nel gioco d’apertura. E fa niente se l’ha perso poco dopo, perché ne ha piazzato un secondo sul 2-2, allungando e non lasciandosi più riagganciare. Con un nuovo break sul 5-3 ha chiuso il primo set, e nel secondo è rapidamente scappato sul 5-0. Non ha messo fine all’incontro al primo tentativo sul 5-1, cedendo la battuta, ma l’ha fatto senza ulteriori esitazioni nel gioco seguente, bloccando il timido (e tardivo) tentativo di reazione di Ferrer. Non è parso il Nadal devastante che ha strapazzato tutti sul cemento statunitense, e l’impressione è che per vincere il torneo debba salire parecchio di livello, ma avrà tutto il tempo di farlo nei prossimi giorni. Intanto è partito col piede giusto, portandosi al comando del Gruppo A e a una sola vittoria dalla certezza matematica di chiudere la stagione al numero uno del ranking mondiale per la terza volta in carriera, dopo 2008 e 2010.

 

Archiviato, con un match nettamente al di sotto delle attese, il primo singolare di una giornata stellare (solo una volta, nelle semifinali del 2010, Nadal, Djokovic e Federer hanno giocato nel medesimo giorno), l’attenzione degli appassionati londinesi è ora interamente puntata sul match serale, che opporrà Novak Djokovic e Roger Federer, nella riedizione della finale del 2012. Lo scorso anno la spuntò il serbo per 7-6 7-5, e sino a qualche tempo fa una sua vittoria contro lo svizzero non sarebbe stata in discussione. Ma, tra Basilea e Bercy, Federer ha dato chiari segnali di ripresa, spiegando anche di essere finalmente tornato a sentirsi bene fisicamente, come non gli accadeva da inizio stagione. Dichiarazioni che, oltre ad aver rilanciato le sue quotazioni per un titolo già conquistato per sei volte, hanno aumentato ancora di più le aspettative in vista dell’incontro di stasera. Un match che, comunque vada, saprà soddisfare anche i palati più esigenti.