La partita passa in secondo piano, anche se ci sono tanti meriti di Marin Cilic. Otto anni dopo, il croato centra la semifinale in Australia. Rispetto ad allora sono cambiate tante cose, a partire da una nuova consapevolezza nei propri mezzi. La vittoria allo Us Open 2014 rimane il picco della sua carriera, ma ha avuto la bravura di non accontentarsi. La finale di sei mesi fa a Wimbledon non è stata un caso, così come è meritato questo piazzamento. Il problema è che Rafa Nadal, molto atteso, è stato costretto al ritiro quando aveva perso i primi due game del quinto set. Il punteggio sorride a Cilic e dice 3-6 6-3 6-7 6-2 2-0 e ritiro, ma i numeri non spiegano la tensione e la preoccupazione che avvolge lo spagnolo. Aveva lavorato duro per riuscire a giocare l'Australian Open. Stava giocando un discreto tennis. Invece arriva un altro infortunio, un altro possibile stop. La buona notizia è che non si tratta delle ginocchia, che ne avevano rallentato la preparazione invernale. È un problema alla coscia, nella parte alta, forse agli adduttori. “Difficile sapere quale sia il muscolo esatto. Ci vorrà qualche ora, poi domani faremo una risonanza magnetica direttamente in Australia”. Era sconsolato, Rafa. Lui riesce (quasi) sempre ad essere positivo, ma non sarà semplice gestire l'ennesimo inortunio. “Sentivo il muscolo già stanco nel terzo set, tuttavia ho giocato tranquillamente, senza limitazioni. Poi nel quarto ho sentito qualcosa, forse su una smorzata… ho subito pensato che fosse successo qualcosa, ma non ho capito esattamente cosa fosse. Purtroppo è successo e bisogna accettarlo”. Sfortuna, certo, ma i troppi infortuni devono far riflettere. Tre dei quattro Fab Four hanno (o hanno avuto) la bua. Guarda caso, quelli con il tennis più dispendioso. E Roger Federer, a 36 anni, è l'unico a veleggiare in perfetta forma. “Non è la prima volta che succede mi succede qualcosa all'Australian Open. Non voglio parlare di frustrazione, ma è difficile accettarlo, soprattutto dopo un complicato mese di dicembre in cui ho dovuto saltare Abu Dhabi e Brisbane. Pensavamo di aver fatto le cose giuste per essere pronti a giocare questo torneo”.
LA SALUTE PER IL POST-CARRIERA
Poco prima di salutare la conferenza, ecco la mezza bordata: Rafa se la prende col cemento, con i troppi tornei a giocarsi su superfici dure. E pensare che le mescole di oggi (plexicushion, laykold, decoturf) sono meno dure e più confortevoli rispetto a quelle del passato. Ma non basta. “Ci sono troppi infortuni – dice Nadal – non so se bisogna pensare di più alla salute dei giocatori, non tanto per adesso ma per il futuro. Non so cosa succederà se continueranno a esserci così tanti tornei sul cemento”. Frasi che potrebbero accendere un dibattito pesante, persino violento, specie dopo le prese di posizione di Novak Djokovic a inizio torneo (anche se vertevano soprattutto sull'aspetto economico). Al dibattito vuole sottrarsi Marin Cilic. Quando gli hanno chiesto un parere sulle frasi di Nadal, il croato l'ha presa alla larga, parlando di programmazione. “Ogni giocatore deve prendersi cura del suo corpo, provare a fare la giusta programmazione, ascoltare il corpo, capire come si sente. Capisco che ci siano tanti tornei, ma spetta a noi stare attenti”. Quando hanno specificato che Nadal parlava dei campi in cemento, ha tagliato corto: “Anche io ho avuto problemi al ginocchio in passato. Quello che posso fare e programmarmi con attenzione e fare del mio meglio”. Se ne parlerà, eccome, nei prossimi giorni. Intanto l'Australian Open vivrà una semifinale a sorpresa. Alzi la mano chi, a inizio torneo, avrebbe ipotizzato una sfida tra Marin Cilic e Kyle Edmund. Qualcuno storcerà il naso, qualcun altro sarà contento. Il tennis sta lentamente prendendo una piega diversa. Bisogna adattarsi. Anzi, come dice Nadal, bisogna accettarlo.
AUSTRALIAN OPEN – Quarti di Finale
Marin Cilic (CRO) b. Rafael Nadal (SPA) 3-6 6-3 6-7 6-2 2-0