Mentre Nadal inaugura il suo Masters 1000 di Madrid lasciando appena quattro game a Gael Monfils, Diego Schwartzman, il suo prossimo avversario, dice di non sapere come fare per metterlo in difficoltà. Quanto, dell’apparente imbattibilità di “Rafa” sulla terra, è frutto del suo tennis e quanto invece del suo cognome? Il caso del 2015 fa pensare.Negli ultimi 48 set giocati da Rafael Nadal sulla terra battuta, solo Martin Klizan a Barcellona è riuscito a strappargli più di cinque game, ma lo slovacco ha mancato tre set-point e il bilancio post Roma 2017 è ancora immacolato. L’ultimo a tentare invano nella missione è stato Gael Monfils, prima vittima del cammino di “Rafa” al Mutua Madrid Open, al tappeto per 6-3 6-1 in 73 minuti, senza mai riuscire a violare la battuta del numero uno ATP. Quello della Caja Magica sarà anche il grande torneo sul rosso che gli ha regalato meno soddisfazioni, visto che l’ha vinto “solo” quattro volte, ma la sensazione è non si tratti tanto delle condizioni di gioco più rapide del solito a causa dell’altura, quanto delle condizioni (fisiche) sue. A volte ci è arrivato piuttosto stanco, e non va ricordato che il Masters 1000 madrileno è migrato sulla terra nel 2009, quando altrove Nadal aveva già vinto di tutto e di più. Tuttavia, nella passata stagione ha dimostrato di avere la benzina per vincere uno dopo l’altro Monte Carlo, Barcellona e Madrid, e quest’anno ci riprova, col mirino puntato sul record di John McEnroe di 49 set consecutivi vinti sulla stessa superficie (nel 1984, sul carpet indoor) che sembra ormai cosa fatta. Nadal proverà a eguagliarlo e superarlo giovedì contro l’argentino Diego Schwartzman, che in tre set ha messo fine alla corsa di Feliciano Lopez, che dal 2019 diventerà direttore del torneo. A suon di risultati il sudamericano è salito fino al numero 15 della classifica ATP, ma per Nadal il record sembra cosa fatta, a maggior ragione sentendo le parole del “Peque” alla vigilia della sfida. Senza girarci troppo intorno, il 25enne di Buenos Aires ha ammesso di non avere mezza idea su come muoversi per frenare Nadal, e di ritenere già un premio la possibilità di affrontarlo. Un ragionamento che profuma di resa anticipata.IL COGNOME CONTA TANTISSIMO
“Lo scorso anno a Montecarlo – ha detto Schwartzman – abbiamo giocato un match equilibrato, che ho perso per 6-4 6-4. Però non credo sia molto indicativo perché si disputò in serata (finì con le luci artificiali dopo una giornata interminabile). Giocare contro un avversario come lui mi aiuta a capire i miei limiti. Dovrò cercare di partire subito molto bene per avere qualche opportunità, perché contro di lui se si va subito sotto nel punteggio poi recuperare diventa molto complicato. In un Masters 1000, col passare dei giorni, si può incontrare qualsiasi favorito. A me è toccato Nadal”. Parole che hanno ispirato una riflessione. È vero che poi i conti si fanno in campo, e dire di conoscere un modo per batterlo (come fatto da Nishikori a Monte Carlo, ma poi è finita 6-3 6-2) non garantisce mezza chance in più di riuscirci, ma l’impressione è che i suoi stessi avversari siano spaventati – o ammirati – a tal punto dallo strapotere di Nadal da essere i primi a pensare di non poterlo battere. Nel tennis, si sa, il cognome ha il suo peso, ed è più facile vincere con un avversario qualsiasi al 100% piuttosto che con un big al 50%, anche se magari le prestazioni dei due si equivalgono, ma darsi già per vinti prima di iniziare non fa altro che rafforzare lo strapotere dei big. Sia chiaro: un buon 90% del dominio di Nadal è frutto di ciò che fa in campo, senza se e senza ma. Però vien da pensare che anche la pressione che incute il suo dominio faccia la sua bella parte. Nel 2015, il suo anno terribile, perdeva molto di più perché giocava molto meno bene, ma anche perché gli avversari (chiedere a Fognini) partivano con la convinzione di potercela fare. Lo stesso vale per il Djokovic attuale: siamo sicuri che se il match odierno contro Edmund l’avesse giocato due anni fa, allo stesso identico livello di oggi, l’inglese sarebbe stato in grado di batterlo? Difficile. Quindi, il primo modo per battere questo Nadal è iniziare almeno a provarci. Quando un punto inizia, il fatto che non perda un set da un anno conta (o dovrebbe contare) molto poco. Forse qualcuno se l’è scordato.
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