Per la prima volta in carriera, Rafa Nadal effettua un'aggiunta al suo team: dal 2017, Carlos Moyà si aggiungerà a zio Toni e Francisco Roig. I due sono amici da anni e provengono dalla stessa isola, ma Moyà ha sommato un'esperienza importante come coach di Raonic. Gli basterà?La notizia fa un certo rumore, anche se non è così sorprendente. E soprattutto consente a Rafael Nadal di restare nella sua comfort-zone. Al suo team si aggiungerà Carlos Moyà. Tra i due c'è un'amicizia di lunga data, sin da quando Rafa era piccolo e vedeva Moyà come un idolo, l'esempio che aveva conquistato il mondo partendo dalla sua stessa isola. Negli ultimi mesi, a seguito dei risultati non sempre staordinari di Nadal, si è spesso speculato sull'opportunità di un cambio di coach, o almeno l'aggiunta di un nuovo elemento. Rafa ha scelto la seconda opzione: il team continuerà ad essere guidato dallo zio Toni, con la collaborazione di Francisco Roig (pure lui ex giocatore, più o meno contemporaneo di Moyà). Però si inserisce anche Moyà, ed è la soluzione migliore possibile per Nadal. Lo conosce bene, hanno un rapporto straordinario, non ci saranno problemi di comunicazione (anzi, volendo potrebbero utilizzare il dialetto maiorchino) e – soprattutto – Moyà ha acquisito una buona esperienza nelle vesti di coach. Ha smesso di giocare nel 2010 ed è rimasto nell'ambiente.
Poco dopo il ritiro aveva inaugurato un'accademia a Madrid insieme all'altro ex giocatore Roberto Carretero, è stato capitano di Coppa Davis e poi ha continuato a giocare sia nell'ATP Champions Tour che nell'International Premier Tennis League. Pare che la chiamata di Toni Nadal sia arrivata proprio mentre Moyà era impegnato con l'IPTL. Da coach, il maiorchino è reduce da un'esperienza importante e fruttuosa con Milos Raonic. Non solo lo ha aiutato a chiudere la stagione da numero 3 ATP, ma ha avuto modo di confrontarsi con un coach di livello assoluto come Riccardo Piatti, nonché con John McEnroe nel breve periodo di collaborazione con Raonic. Un bagaglio d'esperienze che lo hanno arricchito e reso il profilo ideale per Rafa: amico, ma anche sufficientemente esperto. Tra l'altro, pare evidente che lo zio Toni si stia lentamente slegando dal ruolo di coach del nipote: l'apertura dell'Accademia a a Manacor (di cui è direttore tecnico), il nuovo ruolo di direttore del torneo WTA di Maiorca e l'impegno con il giovane cileno Christian Garin gli toglieranno un po' di tempo. Senza dimenticare i corsi e i simposi che svolge ormai da diversi anni. Un top-player come Nadal ha bisogno di assistenza continua, e la soluzione Moyà sembra onestamente la migliore. Primi impegni stagionali: il torneo ATP di Brisbane (prima partecipazione in assoluto) e l'Australian Open, dove dovrà riscattare l'immediata sconfitta di 11 mesi fa contro Fernando Verdasco.
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