In quattro tornei sulla terra rossa (escluso Madrid), Rafa Nadal ha perso solo un set
TennisBest – 12 giugno 2012
LA CONFERENZA STAMPA DI RAFAEL NADAL
Zio Toni pensa che tu sia sfortunato a giocare in un’epoca con Federer e Djokovic. Come la vedi? Pensi di essere sfortunato a giocare in un’era così bella per il tennis?
Mi sento molto fortunato ad aver realizzato quello che ho fatto fino ad oggi. Ho grandi rivali, ed anche se siamo in una grande era per il tennis, sono più che felice di aver giocato grandi match. Ho apprezzato sia la finale in Australia che quella di oggi. Ho sofferto, ma mi sono piaciute. Ci si può sentire sia fortunato che sfortunato.
Dopo la sospensione come ti sei preparato tecnicamente, fisicamente, moralmente? E’ insolito che tu perda otto game di fila. Come hai gestito la mattinata?
Le condizioni erano inusuali. Le palle erano più dure che mai. Ieri, nell’ultima mezzora, i rimbalzi hanno iniziato a diventare pessimi. Secondo me le condizioni erano migliori per Novak. Stavo giocando contro il migliore in condizioni adatte a lui. In quegli otto game ha giocato alla grande. Non ha fatto errori, rispondeva benissimo, ha fatto tutto bene. Io ho perso metri di campo, non mi sentivo in grado di tenerlo lontano come avevo fatto all’inizio. L’ultimo game prima della sospensione è stato molto importante, mi ha consentito di interrompere la striscia negativa.
Sei stato felice della sospensione di ieri? Hai dormito stanotte?
Sono stato nervoso per tutta la notte. Ero un po’ ansioso. Il match era da sospendere: negli ultimi game il campo non era nelle condizioni di ospitare una finale Slam. Dovevamo fermarci. Lo stop è stato positivo per me. La pausa durante il match con Ferrer, invece, non era stato positiva. E nemmeno la prima di domenica, sul 6-4 5-3. E’ la verità. L’ultima interruzione è stata importante per me, ma le condizioni non erano più normali.
« La sospensione mi ha aiutato, ma è stata giusta. Non si poteva più giocare »
Hai vinto questo torneo per sette volte. Djokovic sostiene che tu sia il più forte di sempre su questa superficie. Cosa rispondi?
Lo ringrazio. Non so se sono il migliore, non sono la persona giusta per dirlo, ma è vero che ho ottenuto uno dei migliori risultati di sempre di questa superficie. E’ un giorno emozionante. Vincere il settimo è importante perché sono il giocatore che ha vinto più Roland Garros, ma ciò che conta è vincere. Quello che mi rende felice è il modo in cui ho giocato oggi, perché sono stato molto più aggressivo. Ieri sono partito bene nei primi game, ma poi non ho tenuto più quel livello. Oggi ho giocato meglio di ieri.
Dici di apprezzare ogni titolo, ma le emozioni che hai mostrato quando sei andato ad abbracciare la tua famiglia sono apparse molto forti, più del normale. Non era così?
Si, era così. E’ stata una vittoria importante, venivo da una giornata molto dura, mi sentivo stanco e nervoso prima del match. Non mi sentivo pronto un’ora o due ore prima di scendere in campo. Mi sono sentito pronto tre minuti prima. Per il resto ero molto nervoso, più del solito, forse per via della situazione.
Djokovic ha commesso doppi falli in momenti importanti. Pensi che sia cambiato qualcosa nel suo atteggiamento? L’anno scorso era invincibile e forse non sarebbe successo, mentre ora è più teso. Pensi che sia cambiato qualcosa in questo senso?
Non si può pretendere di essere sempre perfetti. Non puoi giocare al massimo in tutti i tornei e tirarti fuori dalle difficoltà con colpi straordinari. Comunque non dimentichiamo che Djokovic ha vinto in Australia e Miami, ha perso in semifinale a Indian Wells 7-6 al terzo e ha giocato tre finali sulla terra. La sua stagione è stata spettacolare: secondo me i doppi falli sono solo coincidenza. Non dimenticate che l’anno scorso ha salvato un match incredibile nella semifinale dello Us Open. Quest’anno ha fatto altrettando in semifinale e in finale all’Australian Open. Qui a Parigi ha rimontato due set di svantaggio a Seppi, ha salvato quattro matchpoint contro Tsonga. Non possiamo aspettarci che faccia sempre così. Sta facendo cose fantastiche, ma è impossibile per ogni giocatore essere perfetto in ogni momento.
L’anno scorso hai vinto a Parigi e poi nessun altro torneo. Quest’anno il tuo livello è migliore? Pensi di poter fare meglio sulle altre superfici, specialmente dopo questi successi contro Djokovic?
Quest’anno ho già vinto quattro titoli sulla mia superficie preferita. Non avrò più la possibilità di giocare sulla terra, il calendario offre solo questo periodo. Non dimenticate che raggiunto la finale negli ultimi cinque Slam. Non è una vittoria, ma è un risultato fantastico. L’anno scorso ho giocato male a Montreal e Cincinnati, ho fatto un ottimo Us Open, probabilmente ho giocato male a Shanghai e alle ATP World Tour Finals, ma in Davis ho terminato alla grande. Quello che ho detto per Novak vale anche per me. Non è possibile essere al 100% in ogni torneo. Io provo a costruirmi la chance di vincere. L’anno scorso ne ho prodotte molte, ma ho perso quasi sempre. Spero di giocare bene e avere altre chance.
I tedeschi sono un po’ preoccupati per un tuo forfait ad Halle. Hai già deciso che fare?
Ho deciso qualche mese fa che domani sarei stato lì. E domani pomeriggio mi allenerò. Giocherò il doppio mercoledì e il singolare giovedì, se stasera non mi faccio male (ride).
Borg si è ritirato a 26 anni. Tu come ti senti? Quanti anni pensi di giocare ancora?
Non lo so. E’ impossibile predire il futuro. Andrò avanti fino a quando il fisico mi supporterà, fino a quando gli infortuni non mi metteranno KO e fino a quando avrò motivazione e la passione. Spero a lungo. Ci proverò, è il mio obiettivo. Lavoro duramente ogni giorno, mi sveglio ogni mattina con abbastanza motivazione per allenarmi e cercare di migliorare. Quando cambierà qualcosa sarà probabilmente il momento di dire addio. Spero che oggi non sia il caso! (ride)
« Giocherò fino a quando il fisico me lo consentirà e fino a quando avrò motivazione e passione. Spero a lungo »
Tu sei sempre molto umile, ma se ti chiedo di vantarti come potresti spiegare i tuoi risultati sulla terra, in particolare a Parigi, così migliori rispetto agli altri?
Non ho vinto più titoli a Parigi rispetto a Monte Carlo o Barcellona, quindi qui non c’è nulla di particolare rispetto agli altri tornei. In generale, da otto anni le cose vanno molto bene sulla terra. Non so, penso di aver lavorato duramente per tutta la vita. Il mio tennis si adatta bene alla terra, i movimenti sono giusti, così come i miei colpi. Sulla terra è molto importante l’aspetto mentale: devi correre, soffrire, usare di più la tattica…hai più tempo per pensare. Forse la ragione per cui ho vinto tanto è che ho paura di perdere. Per questo scendo in campo con il massimo rispetto per il mio avversario, sapendo che posso perdere o vincere. Poi negli ultimi otto anni sono stato molto concentrato, perché non sempre ho vinto giocando alla grande. E’ impossibile giocare sempre bene. Quando giocavo così così, ho vinto mentalmente. C’ero al 100%, e credo che questa sia la ragione.
Dopo tutti questi successi hai ottenuto il sostegnio della folla. Hai imparato il francese?
Ho trascorso parecchio tempo in Francia, e capisco il francese quando parlano lentalmente. Non dimenticare che il francese è abbastanza simile al catalano. Forse faccio qualche errore ma ci provo, e credo che la gente mi capisca. La cosa più importante è che la gente mi supporti. Li ringrazio, è stata una bella sensazione. Forse anche per il mio sforzo di parlare in francese.
Pensi che questa finale sia stata la più difficile delle sette giocate al Roland Garros? Avevi contro il numero 1, le condizioni erano difficili, c’è stato lo stop…
Ho giocato diverse volte contro il numero 1 quando era Federer. E’ stata una finale molto complessa, a parte gli ultimi due set. Contro Djokovic avevo perso tre Slam di fila. Per me era importante vincere, per questo ero molto nervoso. E’ stata una vittoria importante come quella nel 2006 contro Federer o quella contro Puerta. Nel 2010 è stata dura ma non ho sofferto molto perché ero molto concentrato. L’anno scorso è stato un match difficile, con tante emozioni. Venivo da alcune sconfitte. Quest’anno avevo vinto tre finali sulla terra, e questo mi ha dato grande fiducia. Mi sento meglio dell’anno scorso, le cose sono cambiate. Abbiamo tutti alti e bassi, ma alla fine il livello era molto simile.
Rispetto agli anni precedenti, qual è stato il punto saliente di questa finale?
Nel 2010 ho vinto senza perdere un set, come nel 2008. Quest’anno ho giocato meglio che nel 2010 e sono arrivato in finale senza perdere un set, giocando solo un tie-break. Per il resto ho vinto facilmente con Ferrer, Monaco, Almagro. Quando giochi così bene significa che sei in forma. In finale ero più nervoso del solito. Ho iniziato bene, poi il primo set è diventato complicato. Il mio tennis non era più pulito, ho commesso alcuni errori. Nei primi game di ieri ho raggiunto il mio miglior livello. Oggi ero più aggressivo. Non posso negare che probabilmente è stata la mia migliore stagione sulla terra. Ho vinto tre tornei e sono arrivato in finale nel quarto senza perdere un set. Non è facile ottenere certi risultati senza perdere un set. Per questo sono molto contento.
« So cosa devo fare per vincere. Ma adesso la domanda è: sono in grado di farlo? »
La cerimonia di premiazione del Roland Garros è molto speciale, con l’inno nazionale. Che cosa hai provato in quei momenti?
C’erano tante emozioni. Non sai mai se vincerai un altro torneo. Non sai se quest’anno andrà come lo scorso. Quest’anno ce l’ho fatta, ma col passare del tempo devi dare più valore a questi momenti. Venivo da tre finali Slam perse di fila. Allo Us Open sentivo di poter vincere il torneo e non ce l’ho fatta. In Australia ero contento del mio tennis ma anche deluso perché avevo avuto la chance di vincere. Hai quattro chance all’anno e non puoi giocare sempre bene. Se avessi perso la quarta finale di fila non sarebbe stato facile. Quando perdi è perché non meriti di vincere. Così, nella mia mente, mi ero imposto di vincere. Per questo ho vissuto grandi emozioni.
Durante lo Us Open hai detto di sapere cosa devi fare per vincere. Dopo tutti questi titoli a Parigi che sensazioni hai? O inizierai a sentire qualcosa nelle prossime ore?
Sono molto contento. Penso a mio zio, alla mia famiglia, ai miei amici, a chi mi ha sostenuto. Dopo lo Us Open ho detto che so cosa fare per vincere. Certo, lo so. Adesso la domanda è: sono in grado di farlo? Un conto è la teoria e un conto la pratica. Mi prenderò un po’ prima di rispondere a questa domanda. In Australia non ero al top mentalmente, e forse ho perso per questo. Qui ho fatto tutto quello che potevo per vincere. A inizio anno ti domandi se c’è un torneo che vuoi vincere ed affrontare al massimo della forma: per me è il Roland Garros. So che la stagione può andare avanti bene perché sono in gran forma, ma io sono pragmatico e ho bisogno di prepararmi per gli altri appuntamenti.
Stanotte hai dormito bene, hai ripensato al match oppure hai guardato Spagna-Italia degli Europei?
Ho guardato la partita negli spogliatoi. Non ho visto il gol dell’Italia, ma non volevo vedere il mio match o leggere qualcosa in merito. Ho guardato la TV, qualche notizia e la partita. Poi ho guardato una serie e, stranamente, non avevo un film da guardare. Così sono andato a letto a mezzanotte. Allora ho letto qualche capitolo di Sengoku, il mio fumetto preferito….e poi mi sono addormentato.