Alla vigilia del torneo di Barcellona, il maiorchino ha analizzato i suoi progressi. “Sto molto meglio dello scorso anno, la vittoria a Montecarlo mi dà molta fiducia. Ho fatto grandi sacrifici per recuperare questo livello, l’obiettivo è tornare a vincere uno Slam”.

Dopo aver fatto nove a Montecarlo, agguantando Djokovic a quota 28 titoli nei Masters 1000, Rafael Nadal ci riprova a Barcellona. Al Conde De Godò ha sempre vinto dal 2005 al 2013 (saltando l’edizione 2010), mentre negli ultimi due anni non è arrivato nemmeno in semifinale, battuto prima da Almagro ai quarti e poi da Fognini agli ottavi. Ma stavolta sembra pronto per riprendersi anche un’altra delle sue corone preferite, come ha raccontato lui stesso a margine di un evento in città insieme a Kei Nishikori, vincitore delle ultime due edizioni e principale candidato a mettergli i bastoni fra le ruote. “Mi sento molto bene – ha detto ‘Rafa’ – sicuramente meglio rispetto al 2015. Il risultato della scorsa settimana mi dà grande fiducia. Alla vigilia sono sempre focalizzato sul match di primo turno (domani contro Marcel Granollers, ndr), ma mi sento pronto per un grande torneo. Sono sempre stato positivo anche nei momenti difficili, e ho fatto grandi sacrifici per tornare a questi livelli. È ovvio che il mio obiettivo è vincere di nuovo un torneo del Grande Slam, ma non voglio pensare a Parigi. Prima viene Barcellona, poi Madrid e Roma. Il mio unico pensiero a breve termine è quello di giocare sempre meglio”.

Fra un mese e mezzo il maiorchino compirà 30 anni, ma la recente vittoria a Monte Carlo è un chiaro messaggio per tutti coloro che lo davano per finito. “Mi piace soffrire e combattere in campo, la mia mente è pronta per farlo ancora a lungo. Prima o poi, quando cambieranno le dinamiche, l’entusiasmo calerà e il mio fisico non mi permetterà di essere più competitivo arriverà il momento dell’addio, ma per ora non ci penso. Le competizioni sono ancora la mia vita”. Per chiudere, un accenno alla possibilità di fare da portabandiera alla rappresentativa spagnola a Rio De Janeiro, come gli è già capitato nel 2008, quando poi vinse la medaglia d’oro in singolare. “Mi piacerebbe molto. Nel 2012 non ho potuto esserlo perché ero infortunato, e lo è stato il mio grande amico Pau Gasol, mentre nel 2008 è stato eccezionale. In tutta la mia carriera ho giocato tantissimi tornei, ma nulla è comparabile a una Olimpiade”.