di Giorgio Valleris – foto Getty Images
Il sesto sigillo di Rafael Nadal al Foro Italico è arrivato oggi: quando il campione maiorchino respira il profumo della città eterna, nulla lo può fermare, né la pioggia né ‘Djokovic il cannibale’. Il Re della Terra è sempre lui.
Pronti via servono quasi sette minuti a Nole per tenere, con grande fatica, il servizio nel game di apertura. Nadal fa lo stesso, prima 1-1, poi 2-2. La sceneggiatura di questo colossal non tradisce le attese: lo spagnolo spara i suoi colpi carichi d’effetto mentre il numero uno del mondo risponde da par suo commettendo però qualche errore di troppo. La prima svolta arriva dopo mezz’ora quando Nadal sfrutta al meglio la terza palla break a disposizione e sale sul 3-2. Ma arriva subito il contro break di Djoko che impatta sul 3-3 spegnendo il tentativo di fuga del maiorchino. Dopo poco più di un’ora di gioco il punteggio è sul 5-5, l’equilibrio è massimo e la tensione altissima. Il campione del mondo perde la battuta (e le staffe) e concede all’avversario la ghiotta occasione di servire per il set: dopo un’ora e 16 minuti Rafa Nadal conquista il primo parziale per 7-5. A far la differenza, sono soprattutto gli errori non forzati: 12 quelli del maiorchino, la metà di quelli di Nole che ne commette ben 24.
Nella seconda partita Rafa inizia col piede giusto e ruba la battuta al numero uno del ranking ma, soprattutto, nel gioco seguente riesce incredibilmente a tenere il servizio dopo essersi trovato sotto per 0-40. Poco dopo Djokovic spreca una palla break e lascia scappare Nadal sul 3-1. Poi sul 4-2 e sul 5-3. Nole non riesce a restare aggrappato all'incontro e, sul match point per il maiorchino, commette il doppio fallo decisivo. Rafael Nadal batte Novak Djokovic per 7-5, 6-3 dopo due ore e 20 minuti ed è di nuovo il campione degli Internazionali d’Italia.
Oggi il serbo è apparso un po’ sotto tono e innervosito dai troppi falli, ma i suoi demeriti finiscono qui perché quando Nadal sta bene fisicamente la sua capacità di trasformare un recupero al limite dell’impossibile in un colpo offensivo è impressionante, letale anche per il numero uno del mondo.
Ma facciamo un passo indietro. Gennaio 2012, dopo una ‘guerra’ di sei ore, Nole sconfigge Rafa a Melbourne nel primo confronto diretto della stagione, nel primo Slam dell’anno. Ed è l’ennesimo successo del serbo che nel 2011 ha sempre battuto lo spagnolo in tutte le finali nelle quali si sono ritrovati l’uno di fronte all’altro. E qualcuno comincia ad azzardare diagnosi di natura psicologica oltre che tecnica: Nadal soffre Djokovic ancor prima di scendere in campo…
Il mancino di Manacor non replica ma lavora silenziosamente insieme a zio Toni ed al suo staff, senza dar retta a quanti gli suggeriscono di mandare tutti in pensione. E così prepara la sua vendetta, da servire non fredda ma bollente. Il primo acuto arriva qualche settimana fa, al debutto della stagione sulla terra rossa, in quel di Montecarlo, con la vittoria contro Djokovic in finale con un rotondo ed inappellabile 6-3, 6-1.
Oggi il secondo atto: la standing ovation è tutta per lui. E’ il suo 18esimo trionfo nei 32 confronti diretti con il serbo (14 sconfitte) nonché quello che gli permette di tornare al numero due del ranking mondiale scavalcando Federer. La scialba parentesi madrilena tinta di blu sembra lontana anni luce e gli Internazionali d’Italia hanno incoronato il loro indiscusso re: Rafael Nadal. Adesso si vola a Parigi per provare a scrivere un altro pezzo di storia…
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