Albert Costa non poteva chiedere di meglio. La finale del Barcelona Open vedrà in campo i due tennisti più attesi. Rafael Nadal e Kei Nishikori non sono soltanto le prime due teste di serie, ma anche i vincitori di dieci delle ultime undici edizioni. La tradizione è stata interrotta soltanto da nel 2010, anno in cui Nadal non giocò (e ne approfittò Fernando Verdasco). Ma se la presenza di Rafa era preventivabile, anche in virtù del recente successo a Monte Carlo, ha sorpreso la qualità di Nishikori. Per lui era l’esordio stagionale sul rosso, ma ha confermato di trovarsi a meraviglia al Real Club de Tenis di Barcellona. Ha vinto le ultime due edizioni, ma era arrivato in semifinale con qualche problema, specie nel match contro Dolgopolov. Invece ha tenuto a bada Benoit Paire con un netto 6-3 6-2. Non era scontato, poiché l’anno scorso ci aveva perso sia allo Us Open che a Tokyo. Sorprende il dato sugli ace: ne ha tirati ben 15, inoltre è stato perfetto in risposta. “In effetti sono stato aggressivo, gli ho messo pressione sulla seconda palla. Adesso guarderò un po’ della seconda semifinale per prepararmi a dovere”. Come previsto, dal mazzo è uscito il nome di Rafael Nadal. Lo spagnolo non ha avuto problemi contro Philipp Kohlschreiber, già contento di aver centrato la semifinale e un po’ stanco dopo la maratona contro Feliciano Lopez. Un doppio 6-3 ha regalato a Rafa la nona finale a Barcellona.
Albert Costa, direttore del torneo, gongola. Non poteva chiedere di meglio. Numeri alla mano, la finale di Barcellona è addirittura migliore rispetto a quella di Monte Carlo. Sarà il decimo scontro diretto tra i due, con un bilancio decisamente a favore di Nadal: otto vittorie a una, compresa quella di un mese fa a Indian Wells. Tuttavia, molti ricordando l’incredibile finale del Masters 1000 di Madrid di due anni fa. Nishikori fu perfetto, stava dominando e avrebbe (stra)meritato di vincere. Ma poi si fece male: la grinta di Nadal e il comportamento del pubblico spagnolo fecero il resto. A Barcellona potrà vendicarsi, magari giocando un po’ come Djokovic, un po’ come Fognini. Il braccio glielo consente, il timing pure. La distanza di due set su tre potrebbe dargli una mano. Eh sì, se Kei fosse un po’ meno fragile fisicamente, sarebbe un pericoloso contendente anche per il Roland Garros. Ma intanto c’è una finale da giocare, la 18esima in carriera. Per Nadal sarà la numero 101. Obiettivi? Facile, vincere ancora. E tirare sempre più dritti in corsa, lungolinea, che massacrano la psiche degli avversari. In questi giorni ne ha tirati tanti, come non gli capitava da tempo.
Kei Nishikori (GIA) b. Benoit Paire (FRA) 6-3 6-2
Rafael Nadal (SPA) b. Philipp Kohlschreiber (GER) 6-3 6-3