di Andrea Nizzero – foto Getty Images
Quando si è trovato sotto 4-0 nel secondo set, Rafael Nadal ha probabilmente capito due cose: che avrebbe dovuto ricorrere a tutte le sue qualità di agonista per non smarrire il primo parziale del suo torneo. Ma soprattutto, che questo Bernard Tomic tra non più di un paio d’anni potrebbe diventare uno degli ostacoli più duri di quella che sarà la parte conclusiva della carriera di Rafa, come lui stesso riconosce nella intervista post match: “Ogni volta che ci giocherò contro, diventerà sempre più difficile batterlo”.
Fortunatamente per il maiorchino, per ora l’australiano di origine croata rimane solo un passeggero spavento nella cavalcata verso il quarto titolo dello slam consecutivo. Il punteggio finale recita 6-2 7-5 6-3.
I ventimila della Rod Laver Arena, reduci dalla sconfitta di Sam Stosur, fin da subito sembrano chiedere a Tomic di risollevare loro il morale. Rafa, che non ha mai sofferto il pubblico ostile (peraltro rumoroso ma sostanzialmente corretto), ha intenzioni diverse: il primo set è equilibrato solo nei primi giochi, che concorrono a giustificare i 44 minuti di durata di un 6-2 abbastanza a senso unico. Il diciottenne non si fa scoraggiare, e con una partenza razzo infiamma finalmente la platea. Come anticipato, grazie a un rovescio bimane già di livello assoluto e un dritto ancora da registrare ma a tratti devastante, Tomic riesce addirittura a scappare sul 4-0. Anche se di intensità e qualità superlativa, rimane però un fuoco di paglia, che si spegne sulla palla del 5-1 salvata da Rafa con il servizio e sulle due possibilità di 5-2 che Bernard non riesce a trasformare poco dopo. Chiudendo il set per 7-5, Nadal firma un parziale di 7 giochi a uno che di fatto chiude anche il match. Lo capisce probabilmente anche Tomic, che però si rende conto dell’importanza del palcoscenico e costringe Rafa a mantenere alto il livello d’attenzione fino alla fine, che arriva sull’ennesimo dritto largo dell’australiano.
E’ stato il primo test per Nadal e la sua reale condizione di forma: pur senza brillare, l’ha superato con sufficienza piena.
Il prossimo avversario del maiorchino sarà Marin Cilic, che ha sconfitto John Isner sul terreno preferito dell’americano, quello del match-maratona, con il punteggio di 4-6 6-2 6-7 7-6 9-7. Il semifinalista dello scorso anno, incapace da allora di confermarsi ad alti livelli, sembra aver ritrovato almeno parzialmente i suoi colpi e questa vittoria non potrà che dargli un po’ di preziosissima fiducia.
Nella notte sono maturate anche due sorprese. La prima, peraltro, fornisce due conferme: un Jo-Wilfried Tsonga in non perfette condizioni fisiche, un Alexander Dolgopolov sempre più a suo agio ad alti livelli. E’ proprio l’ucraino a prevalere sul finalista dell’edizione 2008 di questo torneo, con il punteggio di 3-6 6-3 3-6 6-1 6-1.
Ancor meno prevedibile la sconfitta della testa di serie numero 10, Mikhail Youzhny, per mano del ventenne Milos Raonic. Il canadese nato in Montenegro, dal tennis esplosivo, ha superato il russo per 6-4 7-5 4-6 6-4. Essendo passato per le qualificazioni, quella odierna è la sua sesta vittoria consecutiva. Ora se la vedrà con il roccioso David Ferrer, che ha maltrattato un altro giovane di belle speranze, il lituano Ricardas Berankis, con il punteggio di 6-2 6-2 6-1.
Quattro giochi. E’ il misero bottino con cui un quasi stordito Guillermo Garcia Lopez, ha lasciato la Rod Laver Arena, battuto da Andy Murray per 6-1 6-1 6-2. Lo scozzese, che fin qui ha viaggiato quasi in sordina, non ha ancora concesso più di tre game all’interno di un singolo set. La sua testa di serie numero 5 e la scelta di evitare incontri con i big all’inizio del 2011, gli hanno tolto di dosso un po’ di attenzione da parte dei media e degli appassionati (britannici esclusi, ovviamente), ma sul fatto che Andy sia un contender per il titolo non si possono aver dubbi.
L’avversario di Murray è uscito dal match serale sulla Hisense Arena, dove Jurgen Melzer ha approfittato di un inaspettato e quasi misterioso crollo psico-fisico di Marcos Baghdatis. Una partita spettacolare e divertente fino al 7-6 2-0, con il cipriota a condurre mettendo in mostra quell’ottima forma fisica mostrata anche contro Del Potro, ma che si è improvvisamente trasformata in una sorta di monologo austriaco. Da quella situazione quasi compromessa, Melzer si è ritrovato sul 6-7 6-2 3-0, dopo aver vinto 9 giochi di fila. Il problema di Baghdatis, che l’ha infine condotto al ritiro sotto 6-7 6-2 6-1 4-3, sembra essere alla mano destra, anche se rimane qualche perplessità.
Un altro pretendente è senz’altro Robin Soderling, che sta confermando di trarre grande beneficio dalla nuova collaborazione con Claudio Pistolesi. Il coach romano sta guidando il gigante di Tibro in quello che è già il miglior avvio di stagione della sua carriera. Per lo svedese, fresco vincitore del torneo di Brisbane, ancora una passeggiata, questa volta contro Jan Hernych (6-3 6-1 6-4): è la prima volta che si qualifica per la seconda settimana dello slam australiano.
RISULTATI 1° TURNO
[1] R Nadal (ESP) d B Tomic (AUS) 62 75 63
[4] R Soderling (SWE) d J Hernych (CZE) 63 61 64
[5] A Murray (GBR) d [32] G Garcia-Lopez (ESP) 61 61 62
[7] D Ferrer (ESP) d R Berankis (LTU) 62 62 61
M Raonic (CAN) d [10] M Youzhny (RUS) 64 75 46 64
[11] J Melzer (AUT) d [21] M Baghdatis (CYP) 67(5) 62 61 43 ret.
A Dolgopolov (UKR) d [13] J Tsonga (FRA) 36 63 36 61 61
[15] M Cilic (CRO) d [20] J Isner (USA) 46 62 67(5) 76(2) 97