di Giorgio Spalluto – foto Getty Images
Ad aprire la settima giornata degli Open di Australia, con in campo gli ottavi della parte bassa del tabellone, è un succulento scontro tra 2 stili che più antitetici non potrebbero essere. Da una parte uno dei battitori più prolifici del circuito, John Isner, dall’altra quello che viene considerato il miglior ribattitore del circuito, Andy Murray, in grado in tutti i suoi match, sinora, di strappare il servizio all’avversario in apertura d’incontro.
Ci si aspetta che i game più combattuti siano quelli in cui alla battuta è lo scozzese, ed invece è l’americano a soffrire maggiormente al servizio ed a fronteggiare la prima palla break del match, sul 2-2 del primo set. Da sinistra lo spilungone originario della North Carolina piazza un servizio in kick esterno che rimbalza altissimo e che viene contrato da un balzo felino del numero 4 del mondo, impotente, però, sulla facile voleè successiva dell’americano. Tutto sembra preludere ad un epilogo al tiebreak, quando sul 6-5 Isner, Murray va a servire per rimanere nel set, avendo concesso fino a quel momento solo 2 punti nei suoi 5 turni di battuta, con il 100% di realizzazione con la prima. Il britannico, probabilmente con la testa già al tiebreak, si distrae in un paio di punti e concede una palla break all’avversario. Su un dritto a sventaglio largo di una manciata centimetri, svaniscono i sogni dell’americano di evitare il tiebreak, cui si presenta comunque con un ottimo bilancio nel 2010: 8 vinti e 1 perso in quel di Perth, per mano di Tommy Robredo durante la Hopman Cup. Lo statunitense, fin lì autore di 8 ace, decide suo malgrado, l’esito del tiebreak con il primo doppio fallo del suo match, sul 4-3 in favore dello scozzese che poi chiude 7-4.
Il 22enne di Dunblane ha l’opportunità di scappare in apertura di secondo set. Nel quarto gioco (2-1 Murray) Isner annulla una palla break con una prima a 200 Km/h nel sette. Sul 3-2 in suo favore, è Murray a non concretizzare un’altra chance ed a graziare l’avversario sbagliando la misura del pallonetto.
Il break è nell’aria e giunge puntuale nel successivo turno di servizio dell’americano che cede a 0 per la prima volta la battuta, mandando a servire per il secondo set lo scozzese, fino a quel punto perfetto al servizio, avendo ceduto soli 2 punti nei primi 4 turni battuta del set. Come nel primo parziale, Murray smarrisce il servizio proprio in chiusura di set, concedendo ben 3 palle del controbreak (2 delle quali consecutive) all’americano che, però, non può recriminare più di tanto. Bravo lo scozzese a mostrarsi finalmente più aggressivo ed a venire avanti a prendersi il punto: 6-3 Murray il secondo set e match quasi in ghiaccio dacché Isner non ha mai recuperato 2 set di svantaggio.
Sul 2-2 del terzo set, due errori di rovescio dell’americano, un spettacolare recupero in corsa col rovescio di Murray seguito da un altrettanto straordinario passante di rovescio, sempre in corsa, regalano ad Andy il secondo break del suo incontro (ancora a zero), che di fatto chiude il match: 76 63 62 il punteggio in favore dello scozzese che ha messo in mostra una condizione atletica strepitosa, frutto dell’intensa preparazione cui lo ha sottoposto Jez Green durante la pausa invernale. Nulla ha potuto Isner che, via via nel corso del match, ha perso fiducia nel suo colpo principale, il servizio, passando dall’86% dei punti realizzati con la prima nel primo set, al 58% e 57% rispettivamente di secondo e terzo set, in cui ha messo a segno complessivamente meno ace (5), rispetto a quelli realizzati nel solo primo parziale (9).
Murray, dopo la sconfitta agli ottavi nel 2007 per mano di Rafael Nadal (67 64 46 63 61), al 1° turno nel 2008 da Jo-Wilfried Tsonga (75 64 06 76), e poi l’anno scorso, ancora negli ottavi, da Fernando Verdasco (26 61 16 63 64), può festeggiare il suo primo quarto di finale a Melbourne, il suo quinto in uno slam, il primo a cui giunge senza aver perso un set in precedenza. L’ultimo britannico a tagliare questo traguardo era stato John Lloyd nel 1985.
A seguire, sulla Rod Laver Arena, il match tra Ivo Karlovic e Rafael Nadal per designare l’avversario di Murray nei quarti.
Il tema tattico della partita di Rafa è fin troppo chiaro: cercare di approfittare di ogni minima possibilità concessa dall’avversario al servizio. Il pertugio si apre nel 9° gioco inaugurato da una semplice volè di dritto affossata in rete da Karlovic e seguita, subito dopo, da uno scambio ravvicinato molto spettacolare con il maiorchino aggrappato con i denti allo scambio: 15-40 e prime palle break del match in cui fino a quel momento i 2 contendenti avevano concesso solo 3 punti in 4 turno di battuta ciascuno. Prima un ace a 221 e poi un servizio vincente a 220 consente al croato di riportarsi in parità. Karlovic, però, commette un altro errore gratuito e questa volta deve fare i conti con una gran risposta del suo avversario, che sottolinea l’importanza del break appena conquistato con la consueta esultanza in salto: break e, poco dopo, set per Nadal che chiude 64 con uno strepitoso 88% di prime palle in campo. A nulla sono serviti i 7 ace e gli altrettanti servizi vincenti del croato.
Secondo set e caccia del solito corridoio in cui infiltrarsi sul servizio ed, invece, è Karlovic a procurarsi una palla break nel terzo game. Scampato il pericolo, si prosegue sulla falsa riga del primo con il croato che bombarda e lo spagnolo che imposta lo scambio sul fallace rovescio del gigante di Zagabria. Sul 5-4 Karlovic, succede l’inimmaginabile: il croato strappa a zero il servizio a Nadal, ma per farlo, deve ringraziare la buona sorte, sotto forma di un paio di nastri favorevoli e una risposta scentrata, sul setpoint, che assume una traiettoria maligna su cui nulla può il maiorchino.
Letteralmente infuriato per l’inatteso epilogo del secondo set, Rafa riparte a testa bassa e nel terzo gioco del terzo set disputando un game di risposta semplicemente perfetto, condito di passanti e risposte vincenti. Il più è fatto, si tratta solo di rimanere concentrato nei restanti turni di battuta in cui concederà appena 2 punti sul proprio servizio. Non che su quello di Karlovic si giochi molto di più, in virtù dei 13 ace in 5 turni di battuta messi a referto dal croato, per una media di 2,6 a game!
Terzo 6-4 di giornata, questa volta in favore di Rafa, in un match da cui si attendevano svariati tiebreak, visti i 2 precedenti in cui ne erano stati ben 4. Questa volta ad essere quattro sono i 6-4, visto che Rafa, ancora nel terzo gioco, ottiene il 3° break della sua partita e chiude un match in cui è stato perfetto nello sfruttare ogni minimo cedimento al servizio del suo avversario che comunque chiude il match con 28 ace complessivi e 55 colpi vincenti, compresi i servizi vincenti.
Molto simpatico il siparietto finale tra Rafa e Jim Courier, con l’ex campione degli Australian Open che stuzzica il numero 2 del mondo sulla sua passione per la Playstation: “É vero che quando giochi al videogame del tennis, scegli sempre Federer?” E lui: “Se scelgo me, mi fanno giocare 2 metri dietro la riga di fondo: da lì è impossibile tirare un vincente…”
Di buon umore Rafa, che al prossimo turno dovrà vedersela con Andy Murray in un quarto di finale che si preannuncia scoppiettante e dall’esito incerto, vista la straordinaria forma palesata dallo scozzese. Non avendo difeso il titolo conquistato a Doha, Murray è sceso al numero 5 del mondo nella settimana in cui venivano assegnate le teste di serie. E’ questo il motivo della rotta di collisione, già nei quarti, con una delle prime 4 teste di serie, malgrado lui sia attualmente numero 4 al mondo.
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