Il virus allo stomaco e la febbre ritardano il rientro di Rafa, che nelle scorse settimane si era allenato con un dispositivo inventato dalla NASA per ridurre artificialmente il peso del corpo.
Nadal impegnato ad Abu Dhabi. Quest’anno non ci sarà.
 
Di Riccardo Bisti – 26 dicembre 2012

 
L’idea di rinunciare al torneo-esibizione di Abu Dhabi risale a metà della scorsa settimana. Rafa Nadal ha invitato il suo staff per la consueta cena di Natale. C’erano tutti: lo zio Toni, Francisco Roig, il fisioterapista Rafael Maymo, il compagno di doppio Marc Lopez, l’amico e sparring Tomeu Salva Vidal, il manager Carlos Costa e i medici Cotorro e Munoz. Dopo aver cenato, Rafa ha detto di sentirsi stanco. Era il principio di un virus che lo ha tenuto a letto per qualche giorno, tardandone la preparazione. Ma i suoi tifosi possono stare tranquilli: il ginocchio non c’entra nulla, davvero. La preparazione è stata attenta e curata. Nadal si è travestito da astronauta e ha curato nel migliore dei modi le ginocchia malandate dopo la rottura parziale del tendine rotuleo e la sindrome di Hoffa. Rafa si è allenato utilizzando un tapis roulant antigravità. Circondato dalla vità in giù da plastiche futuriste, la macchina controllava la quantità di aria attorno alle sua gambe, aumentandola e dandogli quasi la sensazione di galleggiare. In altre parole, correva senza danneggiare le ginocchia. Si tratta di una tecnologia studiata dalla NASA per generare gravità artificiale in modo da preservare il tono muscolare ed osseo degli astronauti. “Rafa ha lavorato soprattutto in palestra, meno sul campo da tennis – racconta il viceallenatore Francisco Roig, l’uomo che lo segue soprattutto nei tornei americani – questa macchina gli consente di ridurre il meso del corpo di un 10-15%. Significa che un uomo di 80 chili corre come se ne pesasse 72. E’ coperto con un sacchetto di plastica dalla vita in giù, in modo da far soffrire di meno le ginocchia”.
 
Nei giorni scorsi è andata in onda una lunga intervista per Canal+ Spagna, condotta dall’ex giocatore Roberto Carretero. “Non ho mai smesso di allenarmi fisicamente – ha detto Nadal – il ginocchio va meglio, anche se non è perfetto. Non vedo l’ora di tornare a giocare perchè negli ultimi due mesi ho notato dei progressi che non si sono sentiti nei precedenti tre. Vedremo come andrà ad Abu Dhabi”. Il piccolo imprevisto ritarda il suo rientro all’ATP di Doha. In verità, il virus allo stomaco si era già palesato nelle scorse settimane e aveva condizionato il ritmo degli allenamenti. Durante la preparazione, Nadal non si è limitato a usare il tapis roulant futurista (molto utilizzato dai fondisti infortunati). Anche nei momenti peggiori, non ha rinunciato a fare canottaggio e bicicletta per tenere i muscoli e i polmoni al punto giusto. Sotto la guida di Joan Forcades, guru della preparazione fisica, ha effettuato molti esercizi di bilanciamento ed equilibrio. Al mattino presto andava in piscina, nuotando avvolto in una muta molto stretta, e ha utilizzato un macchinario speciale per migliorare la muscolatura del ginocchio e controllare l’intensità dei carichi di lavoro.
 
Dopo aver gettato le basi fisiche per tornare a lavorare sul campo, Nadal ha ripreso a giocare a tennis su un campo di cemento a Manacor, ma con grande attenzione. Rafa è famoso per gli incredibili recuperi. Prodezze atletiche tanto spettacolari quanto logoranti, perchè mettono il suo corpo in condizioni di massima tensione. Il suo fisico è stato spinto al limite. A volte si è andati oltre. Senza perdere i suoi tratti distintivi, sta cercando nuove strade. Essere più aggressivo, comandare il gioco, fare meno fatica sul campo da tennis. Proprio per questo sarebbe stato interessante vederlo all’opera ad Abu Dhabi. La curiosità non è solo fisica, è anche tecnica. Come giocherà il nuovo Nadal? “Sta colpendo la palla molto bene – dice Francisco Roig – in termini di mobilità, sta cercando di trovare un nuovo modo di muoversi. Deve essere più dinamico, più elastico, evitare di doversi affidare soltanto al braccio. Non vedremo un cambiamento radicale, anche perchè Rafa ha degli automatismi molto forti che hanno portato ottimi risultati. Non sono semplici da cambiare”. La prudenza viene prima di tutto. Anche in questo senso va interpretato il ritiro ad Abu Dhabi. Il vecchio amico Carlos Moya è molto ottimista. “Se torna a giocare, lo farà perchè si sente pronto. Il fisico non è un problema perchè si è sempre allenato, anche quando era infortunato. Gli mancheranno ritmo e fiducia, ma un Nadal tra il 50 e il 70% arriva nei quarti o in semifinale in ogni torneo che gioca. E quando si arriva nelle fasi finali di un torneo…diventa pericoloso”. Un ottimismo che si scontra con la realtà, almeno fino a quando non avrà messo un buon numero d partite nelle gambe. La rinuncia ad Abu Dhabi alimenta le speranze degli organizzatori dell’esibizione di Kooyong, che già a novembre avevano detto di seguirlo con attenzione. Chissà che non sia la volta buona per averlo. Se Rafa prende sul serio l’Australian Open, al di là della prudenza nelle dichiarazioni, avrà bisogno di partite. Se i dubbi persistono…allora potrebbe davvero pensare di saltare l’intera stagione australiana e ripartire direttamente dalla terra battuta. Oggi sembra un’opzione remota, domani…chissà.