Lo svizzero e lo spagnolo si troveranno in semifinale a Indian Wells. Tutto facile per lo Federer, mentre Rafa si è trovato a due punti dalla sconfitta contro un grande Nalbandian.
Dopo la stretta di mano, Nadal va a cercare Nalbandian per complimentarsi

Di Riccardo Bisti – 17 marzo 2012

 
Va bene. In semifinale assisteremo al capitolo numero 28 della saga tra Roger Federer e Rafael Nadal. Ma adesso, e per qualche ora, bisogna sentirsi fortunati. Chi ha rinunciato a un venerdì sera di bagordi è stato ripagato da una splendida partita tra Rafael Nadal e il redivivo David Nalbandian. Due ore e quaranta minuti e quasi 200 punti di puro tennis. Quando Nalbandian gioca come sa, lo spettacolo è assicurato. Rimessosi in sesto fisicamente, ha tenuto alla grande a dispetto dei 30 anni di età e si è arreso solo al fotofinish contro un buon Nadal. Non irresistibile, ma buono. Il problema (di Rafa) è che i suoi pallettoni intrisi di topspin non creano grossi problemi all’argentino. Si era visto nei precedenti, e la scena si è ripetuta a Indian Wells. E’ finita 4-6 7-5 6-4 per Rafa, ma che Nalbandian! Non c’è stato il dramma di tre anni fa, quando il “Rey David” bruciò cinque matchpoint prima di crollare al terzo, ma è andato ugualmente vicino all’impresa. Sul 6-4 5-4 e 30-30 è stato a due punti dal match. Non ce l’ha fatta, e quando un doppio fallo ha sancito il break che ha mandato Nadal a servire sul 6-5 nel secondo set, si pensava che il match fosse finito. E invece, a differenza del 2009, l’argentino è rimasto con la testa nella partita. E’ andato in svantaggio, ma solo perché aveva bisogno di rifiatare. Sul 5-2 e servizio, Nadal sembrava poter chiudere facilmente. E invece Nalbandian si è arrampicato fino al 4-5 e ha avuto due palle break per portarsi 5-5. Sarebbe stato un trionfo di pathos e spettacolo. Grandi rimpianti sulla prima, dove ha azzardato una (pessima) smorzata, mentre sulla seconda è stato bravo lo spagnolo. “Quando sta bene, David è uno dei migliori al mondo” ha chiosato Nadal prima della partita “Contro di lui mi aspetto qualsiasi cosa”. Aveva ragione. E la sua esultanza nel post-match era più che legittima. Questo Nalbandian avrebbe battuto chiunque a parte i primi tre. Per sua sfortuna, ha trovato un Nadal motivatissimo che ha giocato ogni punto con la stessa intensità. Alla fine ha vinto Rafa perché è “più campione”, più abituato a giocare (e vincere) queste partite.
 
Dopo aver sigillato il primo set con uno schiaffo di dritto lungolinea, Nalbandian ha continuato a spingere nel secondo. Con la sua maglietta griffata Topper (casa d’abbigliamento argentina), disegnava il campo con geometrie semplici ma micidiali. Nel momento del bisogno, tuttavia, Nadal ha attinto dalla sua riserva mentale e ha saputo salvarsi. Ed anche nel terzo è stato bravo, quando il motore dell’argentino aveva ripreso a correre dopo un comprensibile rifornimento. Di Nadal abbiamo detto e scritto tutto: è giusto che in semifinale ci sia lui. Ma Nalbandian è un giocatore ritrovato, rigenerato da una preparazione fisica finalmente all’altezza. Con lui, Del Potro e il fattore campo, l’Argentina è favorita per la vittoria in Coppa Davis. Se lo meriterebbe più di ogni altro, lui che della Davis ha fatto un ossessione. Per il resto, vale sempre la pena vederlo all’opera. Il modo in cui disegna il campo è uno spettacolo, un’emozione per gli occhi e un brivido per il cuore. Con questo risultato dovrebbe avvicinarsi ai top 50, ma il ranking gli interessa il giusto. Ciò che conta, per lui, sono le sensazioni. E a Indian Wells ha ritrovato la carica per giocarsi le ultime cartucce di una carriera che (forse) avrebbe potuto dargli di più, anche se lui non è mai stato d’accordo. “Se mi sono comportato così è perché sapevo che era il meglio per me”.
 
Nel primo match di giornata, sulla carta più equilibrato, Roger Federer ha superato Del Potro per la quarta volta in meno di due mesi. C’era grande attesa, invece “Palito” ha rovinato tutto nel primo game. Sul 40-40, ha chiamato “Hawk Eye” su un servizio di Federer. L’occhio elettronico non era disponibile e – come da regolamento – la chiamata del giudice di linea è stata confermata. Lui è andato su tutte le furie, protestando con l’arbitro Mohammed Layani e il supervisor Lars Graff. Non aveva senso. Il match era appena iniziato e non era un punto così importante. Del Potro ha ceduto il servizio nel game successivo, e Federer ha potuto giocare in scioltezza. Nel secondo ha dato spettacolo, chiudendo 6-3 6-2 in poco più di un’ora, scatenando gli entusiasmi di Fabio Fognini, che ne ha magnificato la prestazione su Twitter. Quando Federer prende il largo non lo si acchiappa più. In questo ricorda Michael Schumacher. Per mettere in crisi lo svizzero bisogna stargli incollati, fare a sportellate. Del Potro si è giocato la chance al primo game e bye bye Indian Wells. Oggi, a partire dalle 19 (diretta Sky Sport Extra) si giocheranno le semifinali. Si parte con Djokovic-Isner (il serbo potrebbe arrivare in finale senza aver affrontato un solo top 10) e si chiude con l’attesissimo Federer-Nadal. Match impronosticabile. Dopo gli ottavi avremmo dato una leggera preferenza a Nadal, ma i match di venerdì lasciano sensazioni opposte. Ma ogni partita è una storia a sé, soprattutto quando in campo ci sono questi due mostri.