Lo svizzero gioca a intermittenza, poi si spegne e lascia strada a un Nadal appena discreto. Le pause agonistiche di Stan sono un grosso limite per considerarlo davvero grande. Intanto le prime due giornate pongono una domanda: e se fossero tornati i Big Four? 

Non c'è stato bisogno di ritrovare i fasti, le gesta e i colpi del passato. E' bastato un Rafa Nadal al minimo sindacale per disporre a proprio piacimento di Stan Wawrinka, autore di una prestazione sconcertante. No, nessuna enfasi o ridondanza. Sconcertante è il termine più generoso per definire quel che ha messo in piedi lo svizzero questa sera. Mai rondine è stata meno primavera come il primo game di questo incontro. Serve Rafa e Stan mette subito in mostra il suo repertorio. Insegna e disegna agli astanti la bellezza del suo rovescio e ottiene il break a zero. Poi, all'improvviso, l'incoscienza. Ci si interroga sulle condizioni precarie di Rafa, si auspica, da questi pochissimi scambi, che la dittatura di Nole possa correre finalmente un pericolo. Ma il fuoco di paglia si spegne in un'istante. Stan serve per confermare il break e lo restituisce. Senza colpo ferire. Piccolo passaggio a vuoto? No, il vuoto si impossessa a poco a poco dei colpi e della testa dello svizzero. Lo spagnolo trova pian piano fiducia, nel servizio, nei suoi colpi, spesso estranei al suo modus operandi che l'ha reso un campione immortale, ma comunque efficaci. Wawrinka regala ancora qualche sprazzo di talento, ma gli sprazzi si diradano con lo scorrere dei game. All'ottavo gioco lotta come può, con le residue forze mentali rimastegli. Ma non ci crede. Concede tre palle break. E Rafa, con bravura, fortuna e rabbia, riesce a portarsi a casa un game fondamentale. Per poi servire e chiudere il set, senza minimamente essere scalfito dal dubbio.


SECONDO SET IMBARAZZANTE

Il game d'apertura del secondo set, nel bene e nel male, è forse il più emozionante del torneo. Stan lo porta a termine dopo aver annullato sette palle break, peraltro senza che Nadal debba rimproverarsi nulla. Lo svizzero alterna saette a errori improponibili, ma continua a dare la netta sensazione di voler essere da tutt'altra parte. Rafa, forse scosso da tante occasioni dilapidate, si distrae giusto un attimo. E anche lui si trova a dover fronteggiare due palle break. Ma tira fuori dal cilindro giusto quel paio di conigli per rimettere le cose a posto e fargli urlare il “vamos” d'ordinanza. E a questo punto che il sipario cala. Stan abbandona il campo. I successivi games risultano sin troppo ingenerosi e imbarazzanti, per il valore dello svizzero. Nadal strappa due volte il servizio al numero tre del mondo. E conclude con un agile 6-3 6-2. Alza le braccia al cielo, sorride, è visibilmente contento. Regala saluti e baci alla platea mentre Stan si dirige, mesto, verso gli spogliatoi. Una vittoria che è senz'altro un'iniezione di fiducia, per il maiorchino. Una vittoria che non può e non deve trarre in inganno. Questa versione è bastata per sbarazzarsi, con pieno merito, della controfigura di Stan. Questa versione di Rafa, ha davvero poche chance di impensierire Djokovic.

 

ATP WORLD TOUR FINALS – Gruppo Ilie Nastase

Andy Murray (GBR) b. David Ferrer (SPA) 6-4 6-4

Rafael Nadal (SPA) b. Stan Wawrinka (SUI) 6-3 6-2