Il tennista spagnolo ha raccontato al termine della maratona con Mariano Navone della particolare tecnica utilizzata per superare il tennista argentino, una novità rispetto a quanto visto in passato

Foto X/Nordea Open

Rafael Nadal ha ottenuto una vittoria memorabile nei quarti di finale a Bastad contro Mariano Navone. Un match della durata di quattro ore – appena tre minuti dal record assoluto nei match sui tre set – che ha visto trionfare il maiorchino in rimonta con un doppio7-5 dopo aver perso il tie-break nel primo parziale. Il successo è reso ancora più incredibile se si considera che Nadal ha appena compiuto 38 anni, con il fisico che inevitabilmente non è più performante come quello degli scorsi anni.

Ai più attenti non sarà sfuggito che nel match di ieri Nadal spesso e volentieri si è affidato alla tecnica del pallonetto, cercando di offrire il più possibile delle palle scomode al suo avversario. Qualcosa che potrebbe sorprendere considerando le qualità dello spagnolo tanto sul lato del dritto quanto sul rovescio, ed è stato qualcosa che è stato chiesto allo stesso Rafa al termine del match. “Ho fatto quello che faccio normalmente durante tutta la mia carriera tennistica, sono stato in grado di adattarmi a ciò di cui ho bisogno in ogni singolo momento, non ho mai avuto un solo modo di giocare a tennis.

Guardando al risultato finale, la tecnica adottata è stata sicuramente efficace e ha portato i frutti sperati, dopo che come lui stesso ha ammesso ha iniziato in maniera complicata il match sul lato del rovescio. “Ho iniziato la partita giocando davvero male con il rovescio, poi sono migliorato. Però è vero che quando la palla andava veloce lui giocava a un ritmo molto alto, quindi soprattutto quando il vento aiutava quel tiro ha funzionato, ed è difficile colpire una buona palla da molto lontano“.