di Max Sartori – foto Ray Giubilo
Il colpo analizzato in questa sequenza (datata 2008) è sicuramente un diritto anomalo, giocato a una certa distanza dalla riga di fondo. Nadal sembra già tenere l’angolo, che in gergo tecnico equivale a una posizione di partenza del giocatore parzialmente sbilanciata rispetto al centro del campo. Il passo piccolo suggerisce che Nadal è in corsa e sta cercando di ordinarsi per preparare l’impatto.
Da notare come l’apertura avvenga con la testa della racchetta molto alta. L’impugnatura è aperta, spostata verso la western. Gli occhi sono fissi sulla palla. In questa fase il busto di Rafa è indipendente dal bacino, che inizia a ruotare portando il braccio destro a puntare la palla. E questo atteggiamento è ancora più evidente nella seconda immagine, con il gomito leggermente più alto ma sempre ben davanti al corpo. Il fatto stesso che l’apertura sia accompagnata anche dalla mano destra non è altro che un espediente per favorire la rotazione del busto.
Nella foto 3 Nadal trova ampiezza per la prima volta. Appoggia il piede e si allarga. Importante è la combinazione tallone-punta. Questo diritto è chiaramente giocato in open stance. Il gomito del braccio che impugna è piegato e vistosamente arretrato, tanto che sembrerebbe rientrare. Questa è una caratteristica tutta sua, che riesce a sviluppare grazie a una buonissima estensione dei pettorali. In realtà, è importante sottolinearlo, la racchetta è in linea con il corpo e non si spinge oltre.
Altro aspetto degno di nota è l’ampiezza del movimento di apertura, risultato del posizionamento delle gambe. Nadal cerca la palla, punta e si allarga. L’ampiezza delle gambe altro non serve se non a dare equilibrio e stabilità agli arti superiori.
Curiosa la quarta immagine: il polso è spezzato e il tacco della racchetta si presenta alla palla. I piedi sono a terra, mentre l’ampiezza di cui sopra non è rispettata: in genere in lui è molto più evidente.
Quinto scatto: il bacino è fermo e il braccio “passa”. Non sembra avere un equilibrio eccezionale. E’ distante dalla palla e su questo colpo è costretto a trovare una soluzione improvvisata. La spalla, che nella quarta immagine era ben davanti al corpo, in questa fase arretra, rimanendo comunque in linea. L’impatto avviene appena davanti alla gamba, dopo di che il braccio prosegue in avanti per poi salire rapidamente. Per un ragazzino ripetere questo movimento è praticamente impossibile. Nadal ci riesce perché ha una forza fuori dal comune, ma insegnare questa tecnica sarebbe un errore.
L’equilibrio precario del colpo viene ristabilito dopo l’impatto, ma è bene ribadire che questo è un colpo “inventato”, probabilmente un passante lungo linea esterno. Solitamente i piedi sono meglio appoggiati a terra per dare forza; qui invece, costretto a gestire un colpo in velocità, sembra aver trovato in qualche modo un suo equilibrio mantenendo punti di riferimento come la stabilità finale, il blocco del bacino e la spalla davanti al corpo. La sua capacità di adattamento in questo colpo è formidabile: esce da una situazione difficile cercando di avere il controllo di quello che fa. E non lo fa perché è un campione, si allena per questo, per adattarsi a tutto ciò che non è previsto.
Altra anomalia riguarda il finale, portato sopra la testa. Rafa è in assoluto il giocatore tra i top che usa più spesso un finale di questo tipo, quasi in verticale. Gli altri sfruttano questo colpo solo quando sono in ritardo e ne escono con un pallonetto o un lungo linea. Lui invece riesce benissimo anche in incrociato, grazie alla forza di polso e di braccia. E´ stato calcolato che la rotazione che Nadal dà alla palla supera di quasi il doppio quella di Federer.
La racchetta poi va a “fine corsa”, si spinge fin dietro la testa ma Rafa è già pronto a rientrare, anche se osservando l’ultima immagine si intuisce che il colpo deve essere stato un vincente o un errore, perché è troppo scarico sulle gambe, e non è certo da lui.
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