Rafa cede a Nicolas Almagro nei quarti di Barcellona. Non ha giocato malissimo, ma è una sconfitta clamorosa. Sul piano tecnico, è il momento più difficile della sua carriera.

Di Riccardo Bisti – 26 aprile 2014

 
“Non è un dramma. I drammi sono altri, come quello accaduto a Tito Villanova”. Dal suo punto di vista, Rafael Nadal ha perfettamente ragione. A distanza di sette giorni, dopo anni di dominio, ha ceduto a due avversari che in passato aveva asfaltato con severità. Ma se David Ferrer lo aveva già sorpreso in passato, Contro Nicolas Almagro si era imposto 10 volte su 10. Invece ha perso con il punteggio di 2-6 7-6 6-4, dando l’impressione di essere entrato in una spirale piuttosto pericolosa. Lo scorso anno, Barcellona gli aveva ridato slancio dopo la sconfitta a Monte Carlo. Stavolta lo spinge ancora più in basso. Il Conde Godò era una riserva di caccia. Veniva da 41 vittorie consecutive e 43 set vinti di fila. Quando ha infilato il primo per 6-2, tutti avevano pensato a un pomeriggio di routine. Così come sarebbe stata una passeggiata anche la semifinale contro Santiago Giraldo. Invece Almagro gli è rimasto attaccato alle caviglie, come un mastino infuriato, lo ha punito nel tie-break del secondo salvo poi strappargli il servizio in tre occasioni nel terzo set. Un terrificante dritto lungolinea lo ha mandato in paradiso. Battere Nadal, per lui, è un’impresa titanica. “Non ho avuto sensazioni positive – ha detto Nadal – spero di cambiare la dinamica a Madrid. Ma non facciamo un dramma per due sconfitte. Non ho visto che nessuno che abbia terminato vincendo e vincendo. In questo momento, mi sta toccando di perdere. Non avrò successo per tutta la mia vita”. Nadal ha ammesso che gli è toccato perdere quando avrebbe pensato di poter vincere. “La scorsa settimana, Ferrer era stato superiore. Oggi non credo che sia stato così. Posso soltanto fargli i complimenti”. Rafa non ha giocato una brutta partita. Rispetto a sette giorni fa è stato più aggressivo, presente. Anche il rovescio ha funzionato piuttosto bene: basti pensare che ha tirato ben 22 colpi vincenti da quella parte.
 
ERRORI E NUMERI INUSUALI
Il problema sono state le palle break. Ne ha trasformate appena 5 su 18, una percentuale degna…di Federer. In particolare, la routine si è spezzata sul 3-3 del secondo, quando si è trovato 0-40 sul servizio di Almagro. Sul 30-40 ha sparato sul nastro un dritto che di solito gioca a occhi chiusi. Nel tie-break, sul 5-5, ha sbagliato un colpo che in altri tempi sarebbe stato un winner. I timori di zio Toni, che nei giorni scorsi aveva criticato la condizione attuale del nipote, si sono rivelati fondati. Non c’è dubbio che ci sia qualcosa che non va, ma non bisogna commettere l’errore di intonare i primi de profundis. Adesso arrivano Madrid e Roma, dove è campione in carica. Solo in caso di altri fallimenti potrebbe aprirsi un processo. “Magari, per la prima volta dopo 10 anni, non direte più che sono il grande favorito a Parigi”. Da parte sua, Almagro ha mostrato una felicità sconfinata. Qualcuno sostiene che abbia esagerato, ma mettetevi nei suoi panni… Anni di frustrazioni sono scivolati via all’improvviso. “Non ho pensato al fatto che ci avevo perso 10 volte su 10 – ha detto – se lo avessi fatto non sarei neanche sceso in campo. Sono stato molto aggressivo, però gli ho concesso 18 palle break. Stavolta mi è andata bene, ma in semifinale devo essere più attento”. Curiosamente, il murciano sarà l’unico spagnolo nella final four. Strano, per un torneo a forti tinte iberiche. Se la vedrà con il colombiano Giraldo, mentre dall’altra parte si affronteranno Ernests Gulbis e Kei Nishikori in un match che promette scintille.
 
UN MOMENTO DELICATO
Non ce ne vogliano gli altri, ma l’interesse è tutto su Nadal. Gli sta succedendo qualcosa? Il suo regno sta per finire? Oppure è un semplice appannamento? Il cronista portoghese Miguel Seabra sostiene che abbia intrapreso un percorso tattico utile contro Djokovic, ma che può creargli qualche problema contro tutti gli altri. Può essere, ma Rafa è troppo esperto per non adattare la propria tattica agli avversari. Le sue sventure sono iniziate con la finale in Australia, giocata al 50% (a stare larghi…) a causa dell’infortunio alla schiena. Da allora, sono iniziati i problemi. Ha vinto a Rio de Janeiro, ma si è salvato per miracolo contro Andujar. A Indian Wells ha faticato contro Stepanek e ceduto a Dolgopolov. Oggi sappiamo che in quel periodo si era sottoposto a infiltrazioni. A Miami si era ripreso, ma a Monte Carlo è giunto un inatteso passo indietro. Ci vuole tempo per tornare al top, ed anche se la sconfitta di Barcellona è piuttosto dolorosa, si sono visti alcuni segnali di ripresa. Nadal non parla più di questioni fisiche, ma c’è un’intensità da recuperare. Madrid, forse, non è il torneo adatto per rilanciarsi viste le condizioni particolari (si gioca in altura e i campi sono veloci), tuttavia lo ha già vinto due volte. A Roma troverà un ambiente favorevole, poi ci sarà un Roland Garros che già oggi accende le fantasie degli inseguitori. Oltre ai tanti avversari, Nadal avrà un nemico in più: il pubblico. I parigini hanno mal sopportato il suo dominio, sfogando la loro rabbia nel 2009, quando hanno accompagnato con i fischi la sua uscita dal campo dopo la sconfitta contro Soderling. E’ un momento delicato per il campione spagnolo. In passato ha sofferto per ragioni fisiche, mentre stavolta c’è qualcosa di più profondo. Gli altri giocano meglio, hanno sempre meno paura di affrontarlo…e lo battono. Urge un cambio di rotta, altrimenti il declino potrebbe essere dietro l’angolo. 

ATP 500 BARCELLONA – QUARTI DI FINALE
Nicolas Alamgro (SPA) b. Rafael Nadal (SPA) 2-6 7-6 6-4
Santiago Giraldo (COL) b. Philipp Kohlschreiber (GER) 6-4 4-3 rit.
Kei Nishikori (GIA) b. Marin Cilic (CRO) 6-1 6-4
Ernests Gulbis (LET) b. Teimuraz Gabashvili (RUS) 6-1 6-3