Lo spagnolo si presenta a fari spenti a Melbourne Park, dove ha già trionfato nel 2009. Il suo obiettivo è non avere infortuni e giocare al massimo, consapevole che l'anno scorso aveva grandi ambizioni ma poi è uscito al primo turno. “Per capire che tipo di stagione sarà, tuttavia, vorrei almeno tre meni di tempo. Dopo Miami farò un primo bilancio”.

Sono trascorsi otto anni dal suo successo a Melburne Park, dove ha anche giocato altre due finali (2012 e 2014). Quest'anno, sembra che Rafael Nadal si presenti all'Australian Open in buone condizioni psico-fisiche. Ma ha troppa esperienza per farsi prendere dall'entusiasmo: anche per questo, approccia l'evento con una certa cautela. Rafa si è imposto all'esibizione di Abu Dhabi, poi ha perso nei quarti di Brisbane in un match molto equilibrato contro Milos Raonic. Lo spagnolo è convinto che la chiave per giocare un buon torneo sia l'attenzione al dettaglio, in modo da evitare un capitombolo come l'anno scorso, quando fu sconfitto all'esordio da Fernando Verdasco. E pensare che si era presentato bene, forte della finale a Doha e di sensazioni generalmente positive. Invece gli è andata male, sia pure in cinque set e contro un avversario sempre ostico. “Quando arrivi a un torneo devi prestare l'attenzione al dettaglio, non distrarti in allenamento e nemmeno in partita – dice Nadal – tutti gli avversari sono pericolosi. L'anno scorso sentivo di essere pronto, avevo giocato bene ad Abu Dhabi, poi anche a Doha, a Melbourne mi ero allenato bene…poi ho perso il primo turno. Questo per dire che non si possono fare previsioni. L'unica cosa che ho davvero nelle mie mani è la possibilità di allenarmi bene. Devo andare avanti così, do il meglio in ogni momento e sento di essere sulla strada giusta”.

LAVER NEL MIRINO?
Il problema al polso che gli ha fatto perdere mezza stagione nel 2016 lo ha fatto scendere al numero 9 ATP, rendendolo una (mezza) mina vagante in tabellone. Nessuno dei primi otto vorrà trovarlo negli ottavi, anche se la vera scheggia impazzita sarà Roger Federer, addirittura fuori dai primi 16.
Da parte sua, Rafa pensa di avere bisogno di tre mesi per capire che tipo di stagione vivrà. “Fatemi giocare tre mesi poi vediamo dove sarò. Voglio dire, in Australia posso giocare molto bene ma anche perdere. Non sai mai cosa può succedere. Invece, dopo Miami sarà un buon momento per analizzare quello che sta succedendo ed essere realisti”. I giornalisti gli hanno domandato se i risultati di quest'anno non possono avere una certa influenza per farlo ripartire (o meno) dall'Australia anche nel 2018. Nadal, che compirà 31 anni il prossimo 3 giugno, ha sgombrato il campo da equivoci. “Il risultato a Melbourne non influirà sulla mia programmazione. In passato ho giocato buoni Australian Open giocando a Doha, giocando a Chennai…ma anche pessimi Australian Open partendo da Doha. Mi resta una settimana di allenamento, spero di essere pronto”. I risultati sono importanti, ma per lui conta ancora di più la possibilità di giocare senza infortuni, senza problemi, senza pensieri. Nelle ultime tre stagioni, soltanto una volta ha potuto giocare tutti i tornei che voleva. “Io mio obiettivo principale è vincere ogni partita. Quando vado in campo, provo ad essere competitivo e svolgere tutto il programma che ho in mente e a svolgere il mio programma. Dovessi farcela, credo che potrò lottare per tante buone cose e vivere una bella stagione”. A Melbourne, intanto, ha uno stimolo enorme: dovesse infilare il quindicesimo Slam, diventerebbe il secondo uomo dell'Era Open ad aver vinto tutti i Major per almeno due volte. Nemmeno Federer e Djokovic sono arrivati a tanto. Ce l'ha fatta solo Rod Laver.