Il numero 1 del mondo sconfigge per 6-4 7-6 6-4 Andy Murray che non sfrutta un set point nel 2° set ed un vantaggio di 4-2 nel terzo…

da Londra Giorgio Spalluto – foto Ray Giubilo

 

Tutto è cambiato, nulla è cambiato. L’esultanza con cui Rafa ha salutato la vittoria in semifinale, disteso sulla linea di fondo come quella sera del 6 luglio 2008 al termine della finale più bella di sempre, racconta di come il maiorchino abbia vissuto il match contro l’enfant du pays (ma neanche tanto du pays, soprattutto dopo una sconfitta) come la vera finale di questa edizione dei Championships. Nei due anni trascorsi da quell’interminabile pomeriggio del 2008, il maiorchino ha vissuto un’altalena di emozioni che lo ha visto prima salire in cima al mondo e poi precipitare in picchiata, vittima di un fisico troppo logorato e di una situazione familiare difficile da gestire per un ragazzo di 23 anni. Ha avuto paura Rafael Nadal di non riuscire a tornare quello invincibile di un tempo, paura di non potersi più allenare senza pensare alle pene delle maledette “rodilla” che lo scorso anno lo videro costretto al più amaro forfait della sua carriera, poco prima di quei Championships che potrebbero tornare a parlare spagnolo domenica pomeriggio. Sarà la sua quarta finale di fila a Wimbledon, la prima senza Roger Federer. Per la prima volta non partirà da underdog, bensì da favorito, contro un avversario alla prima finale di slam della sua carriera, capace come Rafa di superare il penultimo atto senza cedere alcun set.

 

Come nel match tra Berdych e Djokovic, a risultare decisivo è il tiebreak del secondo set, dopo che Rafa si era aggiudicato per 6-4 un primo set praticamente perfetto in cui commette un (1!) solo errore gratuito, sotto forma di doppio fallo sul 4-3 per il suo avversario. La partenza del britannico fa ben sperare i suoi sostenitori in tribuna, tra i quali si fa notare David Beckham, costretto a rinunciare al Royal Box, a causa del figlioletto che, in quanto minorenne, non può accedere al palco reale. Il primo set si decide nel nono gioco. Una straordinaria risposta di Rafa, successiva al primo doppio fallo dello scozzese, regala al maiorchino la prima palla break del match, trasformata grazie a un errore di dritto di Murray.

 

Il numero 4 del mondo capisce di dover chiedere di più al suo servizio e nel secondo parziale non concede al “Nino” di Manacor alcun punto nei suoi primi 3 turni di battuta, mettendo in campo 11 prime su 12. Per contro, Rafa è costretto ai vantaggi in 3 dei primi 4 turni di servizio. Sul 4-3 per lo scozzese è uno straordinario lob difensivo a regalare a Murray le prime 2 palle break del suo match (15-40): prima un servizio e poi 3 accelerazioni di dritto (una più feroce dell’altra) nello stesso scambio, consentono a Rafa di cavarsi d’impaccio: 4-4 con Murray che in risposta ha portato a casa ben 11 punti in più rispetto a Nadal (12 a 1).

Si giunge così al tiebreak con la consapevolezza che il destino di Murray non potrà prescindere dall’esito dello stesso. E’ lo scozzese a partire di gran carriera, con una straordinaria risposta di rovescio che gli regala il minibreak del 2-0. Un dritto da tre quarti campo in rete, riequilibra la situazione (2-2). Rafa mette per la prima volta il naso avanti (4-3) grazie a uno smash abbastanza insidioso. Due ace consentono a Murray di tornare a comandare le danze. Sul 5-5 giunge il primo doppio fallo del set per lo spagnolo che consente a Murray di andare a servire per il set. Qui si decide il match. Il numero 1 del mondo dimostra tutta la sua classe, attaccando direttamente con la risposta e chiudendo con una splendida voleè. La straordinaria audacia con cui ha annullato il setpoint viene ripagata, poco dopo, da un nastro vincente che devia un passante del maiorchino quanto basta, per mandare fuori tempo lo scozzese. Sull’orlo del baratro è venuta fuori la classe del campione che si aggiudica il tiebreak per 8-6.

 

Il numero 1 del mondo decide di tirare il fiato in apertura di terzo set, cede (a zero) per la prima volta il servizio, ma tiene comunque l’avversario a distanza di sicurezza, pronto a piazzare la sterzata decisiva nell’ottavo game, dopo essere stato sotto 2-4. La prima di servizio abbandona lo scozzese che è costretto a fronteggiare la prima palla break dall’ottavo gioco del primo set. Il servizio, che lo salva in un primo momento, lo tradisce sulla successiva parità, con il secondo doppio fallo dell’incontro, il primo lo aveva commesso sempre nel fatidico 8° gioco del primo parziale: seconda palla break per Rafa, che punisce il suo avversario con un velenoso back di rovescio, su cui Murray non può nulla: 4-4, set riaperto e partita verosimilmente chiusa. Nadal, che dopo il break iniziale aveva ceduto solo due punti al servizio, tiene per la terza volta nel set la battuta a zero, mandando l’avversario a servire per rimanere nel match, sotto 5-4.

E’ ancora un dritto dalla trequarti a tradire il numero 4 del mondo che per il secondo anno di fila deve arrendersi in semifinale. Questa volta, però, lo fa con l’onore delle armi contro un avversario che ha dimostrato una classe superiore e una capacità straordinaria di gestire i momenti topici del match.

 

Per Nadal quella di domenica prossima sarà la decima finale in uno slam, la quarta, come detto, a Wimbledon, dopo quelle perse nel 2006 e nel 2007 contro Federer, e quella vinta 9-7 al quinto sempre contro l’elvetico nel 2008. Domenica Roger non ci sarà, dopo 7 finali consecutive. Ci sarà il suo giustiziere nei quarti, così come era accaduto a Parigi, con Soderling al posto di Berdych. Sarà l’undicesimo incontro tra Tomas e Rafa, con l’iberico avanti 7-3 e vincitore degli ultimi 6 incontri. Quanto basta per considerare Rafa il naturale favorito. Tutto è cambiato, anzi nulla.

 


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