di Gabriele RivaL̵
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fatta fuori dal vaso
di Gabriele Riva
L̵
7;ha
fatta fuori dal vaso. In sintesi è questo il concetto espresso da
Rafael
Nadal su Andy Murray e le sue esternazioni, secondo lo spagnolo troppo
zelanti, sul caso scommesse. Lo scozzese aveva detto che “nel tennis sono
molti i match truccati, tutti sanno che è così e non si
può fare nulla
per evitarlo perché è molto semplice aggiustare una partita,
bastano un
paio di doppi falli…”. Bene, a smontare questa teoria ci ha pensato
il numero 2 del mondo in persona. “Murray ha esagerato,
anche io
giro per tutto il circuito tutto l’anno e non ho mai assistito a nulla
di simile – ha dichiarato alla Reuters il Re del rosso – e francamente
non credo che sia una pratica così usuale. E in più non credo –
ha aggiunto,
rincarando la dose – che Murray ne sappia più di chiunque
altro”.
Nel frattempo, mentre tivù e giornali che
di solito dedicano alla racchetta rispettivamente 20 secondi di video (quando
va bene) o un quarto di colonna, annusano il profumo dello scandalo e si
gettano su “Tennisopoli”, come vorrebbero ribattezzarlo, le indagini
continuano e i passi in avanti (volontà apprezzata, utilità da
verificare)
da parte delle autorità del governo mondiale del tennis
(Atp, Wta
e Itf) ci sono. Venerdì il primo incontro a Londra, a breve la
chiacchierata
con Murray per capire il perché di certe esternazioni. E poi sempre
l’Atp
fa sapere, attraverso un portavoce, che proseguono le indagini sul match
di Sopot, in Polonia, tra Davydenko e Vassallo Arguello. Nikolay, dal canto
suo, continua a negare di aver fatto trapelare la notizia di un suo infortunio
al piede, ma i 7 milioni scommessi su Betfair fanno sempre pensare.
Tornando alle ultimissime, cioè le opinioni
di Nadal, due chiavi di lettura possibili. Una pro-Nadal:
Murray
ha perso una buona occasione per stare zitto ma ne ha colta un’altra
altrettanto
buona per farsi pubblicità, sempre che questo rientri nei suoi interessi.
L’altra, pro-Murray, potrebbe far pensare che
dall’alto del suo
numero 2, Rafa possa non accorgersi di certi comportamenti usuali molte
posizioni più sotto nel ranking (opinione suffragata anche da Federer che
aveva detto, attraverso De Villiers, che “forse quello dei match truccati
è un fenomeno che colpisce chi occupa posizioni di classifica
inferiori”).
Comunque sia, di certo c’è che purtroppo si parlerà ancora,
e molto, dell’argomento.
La speranza è di tornare al più presto possibile a ace, doppi
falli, winner
ed errori gratuiti, con buona pace di chi auspica il contrario.
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