'Rafa' rischia grosso contro il qualificato statunitense Tim Smyczek: va sotto 2 set a 1 e sembra svuotato, poi trova le forze per reagire e la spunta 7-5 al quinto set. "Ho pensato al ritiro, mi sentivo malissimo".
Di Marco Caldara – 21 gennaio 2015
Rafael Nadal ha avuto paura. Lo si è capito dopo il match-point, quando ebbro di gioia si è inginocchiato sul Plexicushion della Rod Laver Arena, esultando come se avesse vinto il torneo. Invece la sfida con Tim Smyczek, qualificato statunitense numero 112 del ranking ATP, era un semplice secondo turno, ma ha rischiato di trasformarsi nell’ennesima figuraccia Slam del maiorchino. Alla fine, ‘Rafa’ è riuscito a resuscitare in tempo, e dopo 4 ore e 12 minuti di fatica l’ha spuntata 6-2 3-6 6-7 6-3 7-5, ma ha ben poco di cui essere felice. Ha sbagliato tantissimo e non è parso nemmeno lontano parente del giocatore capace di imporsi a Melbourne nel 2009, evitando la sconfitta solamente perché era troppo più forte dell'avversario. E non ingannino i paragoni fra le classifiche (sostanzialmente simili) di Smyczek e degli altri ‘matador’ di Rafa nei recenti Slam. Lukas Rosol dopo Wimbledon 2012 è arrivato fra i primi 30, Steve Darcis aveva già vinto due titoli ATP e Nick Kyrgios arriverà molto in alto. Smyczek no, difficilmente vedrà mai i top 50. È stato 73 nel 2013, ma costruendosi la classifica quasi esclusivamente con i tornei challenger. Oggi, però, nonostante un tennis leggerino e privo di grandi soluzioni, ha vestito per due ore i panni dell'eroe, portando la classe operaia in paradiso. I quotidiani australiani, in attesa dell’esito di Tomic-Kohlschreiber per chiudere la prima pagina, ci hanno sicuramente fatto un pensierino, ma alla fine la vittoria da copertina è rimasta lì, a una manciata di punti. Troppi. “Un po’ di amarezza c’è – ha detto il 27enne nato a Milwaukee e residente in Florida – ma sono comunque fiero di me. Certo, Nadal non ha giocato al meglio, ma nella mia carriera non avevo mai tenuto un ritmo così alto per così tanto tempo. Ho servito alla grande e sono stato solido mentalmente. C’è stato un momento in cui lui era veramente in difficoltà, lì ho iniziato a credere di potercela fare sul serio, non avevo nulla da perdere. Ma si è ripreso subito dopo: ecco il motivo per cui è uno dei più forti di sempre”.
SMYCZEK MANCA IL COLPO DI GRAZIA
Nel primo set l'americano è stato in totale balia dello show di Nadal. Tuttavia, quando si stava probabilmente già rassegnando al ruolo di sparring, Smyczek ha approfittato di un momento di buio dello spagnolo per strappargli il secondo set, volando da 3-3 a 6-3 con due break a zero. Si sarebbe accontentato più che volentieri. Invece no. Nadal gli ha regalato un nuovo break in apertura di terzo, poi l’ha recuperato ed è andato a servire sul 5-4, ma si è fatto braekkare a 15 e poi ha raccolto appena due miseri punti nel tie-break, trovandosi sotto 2 set a 1. Quasi incredulo, si guadava intorno svuotato, con gli occhi persi, senza la minima traccia della fame di vittorie che l’ha reso uno dei più titolati di sempre. Per sua fortuna, Smyczek non ha trovato il colpo di grazia. A ben vedere, non è mai stato pericoloso fra quarto e quinto set, così ‘Rafa’ si è limitato al compitino: fare un break e tenere i propri turni di battuta. Nel quarto set ha trovato l’allungo sul 3-2, mentre nel quinto lo statunitense gli ha reso la vita difficile. Gli ha negato tre occasioni fra primo e settimo game, obbligandolo a un cambio di passo che Nadal, da campionissimo, ha saputo trovare sul 5-5. Smyczek ha regalato il primo punto con un errore di rovescio, e lo spagnolo l’ha azzannato prendendosi gli altri tre. Piccolo dramma anche nell’ultimo gioco: l’ex numero uno del mondo è salito 40-0, ha mancato tre match-point, ma ha chiuso al quarto con un diritto vincente.
“HO PENSATO DI RITIRARMI”
“Sono felice di aver vinto un match così impegnativo – ha ammesso lo spagnolo – ma spero di riprendermi al più presto. Visto come stavo, è sicuramente una delle mie migliori rimonte in carriera. Ho iniziato a sentirmi molto stanco già dalla fine del primo set e quando ho servito per il terzo mi sono sentito male, stavo per vomitare. È stato terribile, ho avuto la sensazione di poter svenire, ho pensato di ritirarmi”. Difficile trovare una causa al problema, probabilmente non legato alla maggiore umidità rispetto ai giorni scorsi. “Tantissima, ed essendo i primi incontri della stagione è normale fare più fatica, ma sono allenatissimo, non posso sentirmi stanco dopo appena 40 minuti. Nel quarto e nel quinto set ho provato a giocare in maniera più aggressiva, a cercare il vincente, così da correre meno. Sono riuscito a rilassarmi, e fisicamente verso la fine dell’incontro ho iniziato a sentirmi un po’ meglio”. Probabile dunque che si tratti solamente di un malanno passeggero. Lo sperano tutti i tifosi dello spagnolo, un po’ meno l'israeliano Dudi Sela, opposto a Nadal nel terzo turno di venerdì. Il brevilineo tennista di Tel Aviv, dotato di un tennis piacevole ma troppo leggero per contenere le palle cariche di ‘Rafa’, è il classico giocatore che in condizioni normali verrebbe divorato in un sol boccone dallo spagnolo, ma alla luce della prestazione odierna va preso con le pinze. In una giornata storta, anche il più comodo dei match può trasformarsi in un calvario. Nadal insegna.
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