Prima dell’esordio a Pechino, lo spagnolo ha detto la sua sulle modifiche al sistema dei punteggi proposte dal CEO della WTA, Steve Simon. “Giusto provare a stare al passo con i tempi, ma questo non è il modo giusto. Non sono i match brevi che restano nel cuore della gente”.

Visto che le conferenze stampa dei giocatori durante i tornei sono spesso povere di contenuti, ha più senso andare a dare un’occhiata a cosa dicono prima di entrare in gara, quando non ci sono match sui quali discutere e la mente è ancora libera dai pensieri legati alla prestazione. I giocatori parlano più liberamente di altre questioni, come è successo a Rafael Nadal alla vigilia del suo esordio all’ATP 500 di Pechino, martedì contro il nostro Paolo Lorenzi. Davanti ai giornalisti, ovviamente a specifica domanda, “Rafa” ha detto la sua sul tema che sta tenendo banco negli ultimi giorni, ovvero le modifiche alla formula di gioco pensate dal CEO della WTA Steve Simon. Per ora hanno riscosso solo opinioni contrarie, proprio come quella di Nadal. “Credo che tutto dipenda da ciò che si sta cercando. Se si vuole solo colpire qualche palla, senza pensare troppo, può essere un’idea. Ma visto che sono i punti più lunghi quelli che fanno appassionare la gente a un incontro, probabilmente è un errore”.

“ Io sono solo un giocatore – ha proseguito lo spagnolo – e quindi devo seguire ciò che le regole dicono, ma non ho ricordo di alcun un match, mio o non mio, che sia finito in meno di un’ora. Sono incontri che non lasciano nulla alla gente. Quelli rimasti nella storia del nostro sport sono tutti lunghi e impegnativi fisicamente, con tante emozioni. Servono vari fattori per creare uno show in grado di coinvolgere gli spettatori. Non credo che la gente cerchi incontri più corti”. “Rafa” ha detto di essere d’accordo sulla volontà di migliorare tutti gli sport, cercando di stare al passo coi tempi, ma di non credere che sia quella proposta da Steve Simon (punto secco sul 40-40 e match tie-break come terzo set) la soluzione. “Secondo me il tennis ha dei valori che dobbiamo seguire. Non credo che la via giusta per adattarsi alle nuove situazioni siano dei match più corti, o accorciare il tempo fra un punto e l’altro. Credo ci siano altre soluzioni per coinvolgere di più il pubblico”. Peccato non gli abbiano chiesto quali.