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Molto duro anche Dirk Horforff, che oltre a essere un apprezzato coach internazionale è anche il vicepresidente della DTB (la Federtennis tedesca), ed è da sempre un grande oppositore dei progetti dell’attuale presidente ITF David Haggrty. “Chi pensava che Haggerty non potesse fare peggio del disastro già compiuto – ha scritto in una lunga nota pubblicata sul proprio profilo Facebook, ma a nome dell’intera federazione – dovrà ricredersi. Invece di ideare dei cambiamenti funzionali alla crescita del tennis, l’ITF ha annunciato un nuovo concept che renderebbe la Davis Cup una sorta di esibizione, ha promesso miliardi di dollari e un accordo di 25 anni senza aver messo sul tavolo un contratto, e ha discusso un nuovo format senza aver consultato il Consiglio Giocatori dell’ATP. Il fatto che ogni anno propongano un concept totalmente nuovo (l’allusione è alla Final Four ipotizzata – ma respinta – nel 2017, ndr) dimostra che non credono nel format della loro stessa competizione. L’instabilità del loro operato mostra una mancanza di professionalità. Invece che migliorare la competizione stanno facendo un danno dopo l’altro. Vedere certe cose mi rende triste, e mi auguro che le nazioni si assicurino che il prossimo presidente dell’ITF non sia di nuovo David Haggerty. Piqué e i suoi partner avevano già proposto questa iniziativa all’ATP, che l’aveva rigettata. A novembre non c’è spazio per un evento di una settimana. Il tennis come tutti gli sport più importanti del mondo ha bisogno di uno stop, non di una stagione senza pause. L’ATP sta facendo il possibile per non guardare solo agli interessi economici nella stesura del calendario, mentre l’ITF sta mostrando una mancanza di rispetto per il nostro sport. La Federazione tedesca non è stata consultata e coinvolta nello studio di questo progetto, e non è d’accordo con questi cambiamenti”.
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NADAL APPOGGIA L’IDEA
Chi invece si è già detto favorevole è Rafael Nadal, uno che solitamente non si sbilancia mai, mentre stavolta – interrogato sull’argomento all’ATP 500 di Acapulco – ha detto tranquillamente la sua. “Credo sia una buona iniziativa, e mi auguro che possa andare avanti a lungo e riscuotere successo. Secondo me la soluzione ideale sarebbe quella di cambiare sede anno dopo anno, così che tutto il mondo possa godere dell’evento. Se così fosse, questa diventerebbe una manifestazione unica al mondo. Quando qualcosa non funziona perfettamente, è corretto cercare soluzioni, come per anni si è fatto per la Coppa Davis. Penso che questa iniziativa possa funzionare”. Oltre a Nadal, anche Andy Murray ha appoggiato sin dall’inizio l’idea di Piqué, mentre Novak Djokovic è addirittura socio di Kosmos, quindi la sua opinione è facile da immaginare. Fondamentalmente, è difficile che l’idea non piaccia ai giocatori, perché anche se obbligherebbe buona parte di loro a ritardare le vacanze di una settimana e giocare fino a metà novembre, liberebbe tre settimane nel corso della stagione, toglierebbe l’impiccio di dover dire di no alla nazionale a ripetizione (e pure i match di cinque set) e garantirebbe sicuramente qualche soldo in più. Tutti fattori che contano parecchio. È vero che, come ha precisato Hordorff, l’ATP (cioè gli stessi giocatori) aveva rifiutato la proposta di Kosmos, ma quella si trattava soltanto di una possibile integrazione al calendario, mentre stavolta il progetto andrebbe a sostituire qualcosa di già esistente, con modifiche – dal loro punto di vista – positive. Fortuna che ad agosto a Orlando la loro opinione conterà zero: a decidere saranno le varie Federazioni. Per l'approvazione servirà il sì di due terzi dei votanti.