Con la finale a Doha, lo spagnolo acciuffa l’americano nella classifica dei più titolati di sempre. E' già a quota 662 vittorie. Entrare nella storia nell’epoca di Federer: che impresa!
Rafael Nadal ha vinto 662 partite nel circuito ATP
Di Riccardo Bisti – 4 gennaio 2014
Battere Roger Federer 22 volte su 32 è stata una grande impresa. Tuttavia, non è il merito principale di Rafael Nadal. Vincendo 13 Slam e una montagna di altri tornei, lo spagnolo ha raggiunto obiettivo impensabile: giocare per la Storia nell’epoca del Grande Svizzero. Dal 2014, ogni successo di Rafa sarà visto in chiave storica. Perché il torello di Manacor non si accontenta più del record di vittorie nei tornei Masters 1000. Vuole sempre di più, senza perdere la modestia che è il vero carburante della sua longevità. Fosse appagato, con le energie spese ad ogni partita, adesso starebbe sorseggiando un mojito in qualche spiaggia caraibica. Invece ha trascorso il Capodanno dell’umidità del Qatar e ha raggiunto la seconda finale in questo torneo, mai vinto in cinque apparizioni. “E sarebbe bello riuscirci, perché in Qatar ho tanti amici, a partire dal direttore del torneo Karim Alami – ha detto dopo il 4-6 6-2 6-3 rifilato a Peter Gojowczyk in semifinale – poi ci sono tanti spagnoli che fanno il tifo per me”. La storia, dicevamo. Il successo contro Gojowczyk è stato il numero 662, che gli consente di agguantare Michael Chang al 13esimo posto di tutti i tempi. Proprio quel Chang con cui ha più di un punto in comune. In primis un trionfo a Roland Garros da teenager (l’americano fece ancora meglio, vincendo nel 1989 a 17 anni) e una forza mentale eccezionale. Negli anni 90, gli psicologi dello sport avevano definito Chang “mente suprema” per quello che riusciva a fare nonostante il deficit tecnico e fisico con chi gli stava davanti. E Nadal ha fatto della tenuta psicologica la sua arma più importante. Curiosamente, l’aggancio arriva nella prima settimana in cui Chang torna nel circuito nelle vesti di consulente di Kei Nishikori. A quanto pare, il lavoro ha già dato i primi frutti: il giapponese è in semifinale a Brisbane, dove sfiderà Lleyton Hewitt.
La sfida con Gojowczyk non è stata semplice. Il tedesco ha sfruttato lo status di underdog ed è partito a bomba, aggiudicandosi i primi nove punti. Sotto 3-0, Nadal ha recuperato ma è stato punito di nuovo. Tuttavia, l’esito non è mai stato in discussione: Rafa ha preso il largo nel secondo e anche nel terzo, anche se nei primi game ci sono state un paio di sportellate niente male. Gojowczyk ha giocato con aggressività, cercando spesso la soluzione lungolinea, sia di dritto che di rovescio. All’inizio ha sorpreso, ma non poteva durare. Tuttavia, saltano all’occhio i 33 errori gratuiti di Nadal. Un po’ troppi. Contro Gael Monfils, in finale, dovrà giocare meglio. Curiosità: è stata la 74esima vittoria per Nadal sulle 75 partite in cui ha affrontato un qualificato. L’unica sconfitta risale al 2004, quando perse a Lione da Julien Benneteau. “La cosa positiva? Sono in finale nella prima settimana dell’anno senza aver svolto una grande preparazione – ha detto Nadal – ho trovato una soluzione pur non giocando al meglio. Ho terminato il match meglio di come lo avessi iniziato. E’ molto positivo, significa che mentalmente ero pronto a trovare soluzioni alternative”. Soddisfazione alle stelle per Gojowczyk, che mercoledì farà il suo esordio nelle qualificazioni dell’Australian Open. Sarà tra i giocatori da tenere d’occhio.
Come detto, Nadal ha colto la vittoria numero 662 in carriera. Difficile dire dove possa arrivare. I 1243 successi di Jimmy Connors e i 1071 di Lendl sembrano irraggiungibili, ma gli altri sono tutti alla sua portata. Guillermo Vilas (929) dista 267 partite. Tenendo conto che Nadal ne vince 60-70 all’anno (nel 2013 ne ha intascate 75), non è impensabile che possa farcela. E potrebbe arrivare anche a quota 1000, a patto che riesca a tenere un buon rendimento fino al 2018. Non sarà facile, ma non è nemmeno impossibile. Ovviamente c’è anche Roger Federer, che con i suoi 925 successi potrebbe superare Vilas già in Australia e sembra molto vicino alla quadrupla cifra. Se davvero giocherà fino al 2016, persino il secondo posto di Ivan Lendl potrebbe essere in pericolo. E’ ancora presto per identificare Nadal nella storia (un primo tentativo lo ha fatto Federico Ferrero in una nostra sorpresa editoriale in uscita a breve), ma c’è già una certezza: se anche dovesse smettere domani, Rafa è già nella Storia, quella con la S maiuscola. Ma lui non ha nessuna intenzione di fermarsi.
ATP DOHA – SEMIFINALI
Rafael Nadal (SPA) b. Peter Gojowczyk (GER) 4-6 6-2 6-3
Gael Monfils (FRA) b. Florian Mayer (GER) 6-3 6-2
FINALE
Rafael Nadal vs. Gael Monfils (ore 16, diretta Eurosport)
VITTORIE NEI MATCH ATP
Jimmy Connors 1243
Ivan Lendl 1071
Guillermo Vilas 929
Roger Federer 925
John McEnroe 875
Andre Agassi 870
Stefan Edberg 801
Pete Sampras 762
Ilie Năstase 750
Boris Becker 713
Brian Gottfried 677
Michael Chang 662
Rafael Nadal 662
Manuel Orantes 635
States Stan Smith 634
States Arthur Ashe 623
Thomas Muster 621
Andy Roddick 612
Yevgeny Kafelnikov 609
Goran Ivanišević 599
Lleyton Hewitt 591
Roscoe Tanner 586
Eddie Dibbs 585
Carlos Moyá 575
Mats Wilander 571
Harold Solomon 567
David Ferrer 548
Tommy Haas 547
Novak Djokovic 543
Andrés Gómez 523
Wojtek Fibak 520
Raúl Ramírez 520
Brad Gilbert 519
Tomáš Šmíd 517
Wayne Ferreira 512
Vitas Gerulaitis 511
Tom Okker 510
Jim Courier 506
(In grassetto i giocatori ancora in attività)
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