Lorenzo e Taylor si affrontano per un posto nei quarti. In parità i quattro precedenti, con gli ultimi due vinti nel 2024 da Musetti. Ma in gioco oggi c’è molto di più…
foto Paul Zimmer / Itf
Musetti contro Fritz: chiamiamolo il derby della bandiera. Anzi, delle bandiere: italiana e americana, tricolore e stelle & strisce. Lorenzo l’ha indicata due giorni fa, – quella che sta dentro lo stemma sul petto della maglia azzurra… – dopo aver battuto Gael Monfils in un Lenglen molto allonsanfan.
«È sempre bellissimo poter sfoggiare il tricolore – ha raccontato dopo aver liquidato anche Navone, «ma lo è ancora di più dopo una vittoria sofferta. Ci sono tanti atleti che faticano ma non riescono a qualificarsi per le Olimpiadi, un evento in cui non si gioca solo per se stessi, ma per il popolo e l’Italia. E’ un torneo speciale, anche se il tennis non è sempre stata una disciplina fondamentale alle Olimpiadi, ma quest’anno il nostro movimento è così ampio che possiamo davvero puntare alla conquista di una o più medaglie. Io sono felice di poter mostrare il tricolore a fine match, spero di poterlo farlo anche con una medaglia al collo».
Taylor la bandiera l’ha indicata dopo aver battuto Jack Draper, tre set di sudore in una Parigi da Tropico. Anche lui alle Olimpiadi ci tiene, e la prova concreta sono i 430 punti che scompariranno dal suo gruzzolo nella classifica Atp, e che corrispondono alla vittoria di un anno fa a Washington, torneo che si disputa in concomitanza con i Giochi, e la semifinale di Atlanta a seguire. «Sì, un po’ fa male», dice Taylor, che a differenza di Tiafoe, Shelton e Korda ha preferito la Vecchia Europa ad una più facile e remunerativa tournée a casa sua. «Ma le cose stanno così. Non so dove sarò tra quattro anni. Avrò 30 anni. Spero di giocare le Olimpiadi a Los Angeles, ma in ogni caso non vorrei che fosse la mia prima Olimpiade. Essere qui è una grande esperienza. Capisco perché altri ragazzi vogliano provare a giocare i tornei negli Stati Uniti e raccogliere punti, a me piace rappresentare il mio paese». Poi, certo: Taylor viene da una famiglia non solo tennistica – mamma Katy May è stata top ten – ma anche milionaria, ramo supermercati. Quindi la scelta è più facile. Però, intanto. «Io guardo al quadro generale», the big picture, in inglese. Una esperienza di vita. Di quelle che non si dimenticano.
Con Lorenzo ha già giocato quattro volte, perdendo le ultime due, entrambe quest’anno, sulla terra di Monte-Carlo e sull’erba di Wimbledon, in cinque set, mentre i due successi di Fritz risalgono al 2022, finale di Coppa Davis e a Wimbledon. I bookmaker danno favorito Lorenzo, ma il match vale una tripla. Perché in campo non ci sono solo questioni tecniche. C’è anche una bandiera. Anzi due.