La sconfitta di Musetti al primo turno del 1000 di Madrid, ha evidenziato ancora una volta la scarsa propensione di Lorenzo a guadagnare spazio in avanti, requisito fondamentale dei giocatori moderni
Malgrado sia rimasto incollato al televisore per tutta la durata del match, non potrei dire di aver visto per intero la prestazione di Lorenzo Musetti opposto al brasiliano Seyboth Wild. Le sue frequenti sparizioni nella parte bassa dello schermo mi hanno precluso di apprezzarne quella gestualità che tutti conosciamo.
Tuttavia, se i tanti rimandi sbucati dal nulla sono per qualcuno motivo di suspense, per altri, quei tiri privi d’autore sono sicuramente spunto di riflessione circa il modo di gestire il campo da parte del nostro compatriota. Non ho difficoltà a confessare la mia appartenenza ai secondi.
Per carità, in tema di insegnamento ognuno ha le sue opinioni, tutte meritevoli di rispetto. Tuttavia, per un buon riscontro in termini di rendimento è utile rapportare le singole convinzioni con l’andazzo dei modelli correnti. Tradotto in linguaggio tennistico, si tratta di rifarsi al più recente dei sistemi di gioco, quello che vede gente come Alcaraz, Sinner e compagnia bella guadagnare spazio in avanti per togliere tempo all’altro. Un andamento tecnico-tattico che non esito a definire obbligatorio se si vuole stare al passo coi tempi.
Non dico altro, se non che la moderna visione di gioco è presente solo a tratti nel nostro Musetti. Poco! Troppo poco per un giovane con i numeri giusti per misurarsi coi più forti.