A dividere il tennista di Carrara dal terzo turno dei Giochi Olimpici di Parigi 2024 c’è l’argentino Mariano Navone

Foto ATP

Se volete fare felice l’avversario di oggi di Lorenzo Musetti, chiamatelo La Navoneta. Di nome in realtà fa Mariano Navone, argentino di Nueve de Julio, vicino a Buenos Aires, 23 anni, numero 37 del mondo ma con un best ranking da numero 29 raggiunto a giugno. «Perché mi chiamano così?», spiega Mariano. «Perché il selezionatore dell’argentina si chiama Lionel Scaloni, e lo chiamano La Scaloneta. Io sono molto meno famoso, ma la gente mi chiama lo stesso La Navoneta».
La ‘navetta’ gaucha viene da una famiglia di tennisti, papà, mamma, fratelli, tutti appassionatissimi, tanto che il piccolo Mariano già a tre anni maneggiava una racchettina (La Racchetita?) al Club Atletico 9 de Julio.
«Ho giocato molte partite al club con mio zio, la mia famiglia e i miei amici. A sette o otto anni ci passavo cinque o sei ore in tutti i fine settimana, ero sempre lì!». E ora al ‘9 de Julio’ ogni volta che gioca un match importante montano uno schermo gigante.
Dopo una carriera da junior non esaltante le ossa se le è fatte con i Challengers. «Mi hanno cambiato la vita – racconta – Nel 2022 a Corrientes ho fatto la mia prima finale. In quel momento ero 520 del ranking e quel tipo di tornei mi ha dato tutto. Le partite sono molto intense, la competizione, gli avversari, davvero speciali. Grazie a loro sviluppato il mio gioco e la mia mentalità. Perché è sempre una sfida vincere un match in un Challenger». Grazie a quel duro tirocinio, e a cinque titoli vinti nel 2023, quest’anno La Navoneta invece di naufragare è partita all’abbordaggio. A Rio de Janeiro, da qualificato, e alla sua prima esperienza in un Atp 500, ha superato il Federico Coria e poi non si è fermato più fino alla finale, battuto solo da dall’altro suo connazionale Sebastian Baez dopo aver seccato strada facendo Hanfmann, Fonseca e Norrie. Era, fra l’altro, la sua prima finale Atp, ma Mariano è tipo da exploit del genere. A ruota sono arrivati i quarti a Marrakech (persi con Berrettini) la finale a Bucarest, l’esordio in un ‘1000’ a Madrid (dove ha messo alle corde Rune) e la vittoria proprio su Lorenzo nel Challenger di Cagliari. Al Roland Garros, caso più unico che raro, si è presentato al suo primo tabellone principale di Slam da testa di serie numero 31. Insomma, from zero to hero, come dicono gli inglesi, in appena 12 mesi. Il suo idolo è Novak Djokovic, il suo tennis ricorda – secondo lui stesso – quello di De Minaur e Schwartzman, anche se il suo colpo preferito, il rovescio di Nalbandian, appartiene ad un’altra epoca. Oggi La Navoneta attracca al molo numero 6 del Roland Garros e, non ce ne voglia, speriamo che per una volta affondi sotto i colpi di Musetti.