Sorpresa a Indian Wells: lo scozzese lascia strada a Federico Delbonis, aiutato dalle folate e da un campo molto lento. Avanti 4-1 nel terzo, manca di lucidità e va fuori. Occhio a “Delbo”, nostro probabile avversario in Davis: sulla terra è ancora più forte… 

Ad esclusione di Monte Carlo, Madrid e Roma (i tre sul rosso), il Masters 1000 di Indian Wells è quello in cui Andy Murray vanta la peggiore percentuale di vittorie (comunque un ottimo 69%). Autore di una prestazione svogliata, per nulla aiutato dal vento, lo scozzese ha lasciato strada a Federico Delbonis, possibile avversario dell'Italia nei quarti di Davis. L'argentino si è imposto col punteggio di 6-4 4-6 7-6 in due ore e quarantasei minuti, approfittando dei 45 errori gratuiti di Murray e di una giornata un po' particolare, dove è stato più bravo dello scozzese a gestre le folate di vento. Eppure Andy recrimina, e parecchio. Ad esempio, si è trovato avanti 4-1 nel terzo set. A quel punto ha perso cinque dei successivi sei game. Sul 6-5 e servizio Delbonis non è riuscito a chiudere, ma ha approfittato di un Murray fuori fase nel tie-break decisivo. Avanti 2-0, tra un errore e l'altro ha perso sette dei successivi otto punti. Sul piano strettamente numerico è la migliore vittoria in carriera per Delbonis, che però vanta anche un successo su Roger Federer ad Amburgo, nel 2013. Ma era il peggior Roger di sempre, tra dolori alla schiena e difficoltà varie nel trovare il giusto set-up con la racchetta. “In passato ho vinto alcune buone partite – ha detto Delbonis – ma questa è stata speciale: per il torneo, per la superficie…sì, è la mia vittoria più bella. A dire il vero non ho fatto le cose giuste fino al 4-1 per lui nel terzo set. Dovevo giocare di più sul dritto di Andy. Appena ho iniziato a farlo, ho trovato il break”. Il consiglio di cercare spesso il dritto di Murray è arrivato da Marcelo Albamonte, uno statistico che prima di ogni match invia a Gustavo Tavernini, storico coach di Delbonis, i numeri degli avversari. E qualche idea su come affrontarli.

 

MURRAY: "MALE NEL GIOCO DI VOLO"

Delusione per Murray, che pure in questo torneo vanta una finale (2009) e due semifinali (2007 e 2014). Avrà qualche giorno in più per godersi la neonata Sophia Olivia e prendere confidenza con Jamie Delgado, ex doppista britannico che ha assunto il ruolo di coach itinerante quando non ci sarà Amelie Mauresmo. E poi arriva Miami, torneo a cui è particolarmente legato: ha una casa da quelle parti, si allena spesso a Key Biscayne e vi ha addirittura girato uno spot. “Ovviamente è una sconfitta dura da accettare, specie dopo essere stato in una buona posizione per vincere – ha detto Murray, la cui eliminazione fa un favore a Berdych e Monfils – il momento chiave è stato il game sul 4-2. Ero in vantaggio 30-0 e non sono stato incisivo con la volèe. Lui è stato bravo con il passante, ma avrei dovuto fare qualcosa di più. E poi non ho giocato un buon tie-break”. Delbonis, numero 53 ATP, non ha fatto parte del team argentino di Coppa Davis che la scorsa settimana ha vinto in Polonia: Daniel Orsanic non lo ritiene così competitivo sui campi (ultra)veloci, così ha optato per Guido Pella. Poco male: ha potuto prepararsi a dovere per Indian Wells, dove i rimbalzi alti e la lentezza del campo ricordano la sua amata terra battuta. Sarà proprio la terra la superficie dove ospiteremo l'Argentina dal 15 al 17 luglio: anche al netto di questa vittoria, il nome di Delbonis è certamente tra i favoriti per un posto in singolare. Nel frattempo, mentre l'Italia ha portato un solo rappresentante a Indian Wells (Seppi, sconfitto al terzo turno), Delbonis si gode gli ottavi dove sfiderà Gael Monfils. Per la gioia di Tavernini e del vice-coach, l'ex top-100 Diego Junqueira, con i quali ha svolto per la prima volta un'intensa preparazione invernale sul duro grazie a un campo costruito di recente presso il Club Remo di Azul, dove è cresciuto e si allena ancora oggi. 

 

ATP MASTERS 1000 INDIAN WELLS – IL TABELLONE