Lo scozzese intasca la quarta finale nel club dove si allena per tre mesi all'anno. Contro Berdych fa sempre gara di testa e non rischia praticamente nulla. Conosce ogni segreto, ogni buca, ogni alito di vento del centrale di Key Biscayne. Basterà contro Novak Djokovic? 

Il Crandon Park Tennis Center è il giardino di casa di Andy Murray. Caldo e umidità sono elementi trascurabili per chi, come lo scozzese, si allena proprio su questi campi. “So come la palla rimbalza in determinate aree e, di conseguenza, so come colpire. Ecco perché mi sento a mio agio”. Per questo, non è una sorpresa che abbia raggiunto la quarta finale al Miami Open, la tredicesima in un Masters 1000, a discapito di un Tomas Berdych che non ha mai dato l'impressione di poter rovesciare l'inerzia. Curioso (e indicativo) l'andamento di entrambi i set, nei quali lo scozzese è partito togliendo immediatamente il servizio al suo avversario (addirittura a zero, nel game d'apertura), si è fatto riprendere ma poi ha infilato l'allungo decisivo. Ha fatto tutto Andy, nel bene e nel male. Ma c'è troppo poco spessore, al di là della rete, per rischiare di perdere un incontro pressochè dominato. Il ceco soffre gli scambi lunghi che Murray impone sin dal primo scambio.

BERDYCH, NON FUNZIONA NULLA
Inoltre ha sofferto sul suo colpo migliore, il servizio, racimolando un misero 57% di trasformazione con la prima palla e appena due aces in tutto l'incontro. E commette tanti, troppi errori con il dritto. Quasi beffardo, nel finale, l'entusiasmo del pubblico per i due quindici a fila che il ceco ottiene proprio mentre Murray serve per il match. Un match che solo a sprazzi ha regalato colpi che vale la pena di rivedere e tramandare ai posteri. 6-4 6-4, il punteggio finale, maturato in cento minuti. Se per Berdych siamo alle solite, sempre a un passo dal traguardo ma quasi mai capace di centrarlo, per Andy ci sono segnali incoraggianti a livello di continuità. Adesso sfiderà Novak Djokovic, amico di vecchia data ed eterno rivale. Lo scoglio più duro per ritrovare una vittoria prestigiosa che manca da Wimbledon 2013. I malesseri e i malumori sembrano essere superati. Deve solo crederci: in fondo, l'unica alternativa al dominio incontrastato del serbo sembra essere lui. Almeno adesso.

 

ATP MASTERS 1000 MIAMI – Semifinale

Andy Murray (GBR) b. Tomas Berdych (CZE) 6-4 6-4