Lo scozzese regala qualcosina ma batte David Ferrer in quattro set, aiutato dalla chiusura del tetto, e porta a casa il risultato minimo per uno come lui: semifinale. Partirà favorito contro chiunque uscirà dal quarto Raonic-Monfils.Alla vigilia, il quarto di finale tra Andy Murray e David Ferrer si presentava come l'incontro meno spettacolare e al tempo stesso più incline al divenire battaglia. L’ha spuntata lo scozzese, per 6-3 6-7 6-2 6-3 dopo tre ore e mezza, al termine di una sfida che non ha visto mai il britannico davvero in difficoltà. E che senza quella sana dose di autolesionismo che caratterizza talvota le gesta di Andy, poteva anche chiudersi in tre set. Encomiabile, il suo avversario. David Ferrer non è mai andato a genio a chi intende il tennis giocato solo in punta di fioretto. Ma negli anni a venire mancheranno al circuito la sua dedizione, il suo ottenere oltre il massimo coi mezzi a disposizione. Sin dalle prime battute, gli errori e la paura la fanno da padroni. Lapalissiano, in tal senso, il terzo game. Ferru lo gioca come peggio non potrebbe e con quattro gratuiti concede subito il servizio. Non è per nulla facile, per Andy, confermare questo maltolto. Spesso costretto ai vantaggi e, dopo aver mancato un set-point sul 2 a 5, arriva addirittura a concedere due palle del contro-break, proprio al momento di servire per il set. Ma basta un attimo di concentrazione, basta ritrovare il servizio per chiudere 6-3. Concentrazione che Andy perde completamente all'inizio del secondo set. Lo scozzese è tanto falloso quanto distratto, e David si ritrova sul 4-1 in nemmeno venti minuti. A questo punto Andy viene colto da un lampo di lucidità: si schioda da fondo campo, decide che è ora di prendere in mano lo scambio e comincia a prendere a pallate l'avversario. Pareggia i conti e sul 4-4 si procura due palle break che possono portarlo a servire per il set. Ma le manca, e nel game successivo cancella con un ace il primo set-point concesso a Ferru. Si giunge quindi al tiebreak: David getta il cuore oltre la rete e lo chiude, per 7-5.
 
MURRAY SOFFRE MA NON RISCHIA
Ferrer ha sì pareggiato i conti, ma sembra aver speso tutto, forse troppo per riequilibrare le sorti dell'incontro. Murray riprende in mano le redini dell'incontro. Riprende il comando dello scambio e nel terzo set si porta subito avanti. L'odore di una pioggia imminente consiglia la chiusura del tetto. E ci si ritrova quindi a giocare indoor. David sembra contrariato. Eppure dopo la pausa ha subito l'occasione per rientrare. Murray non cambia copione, perennemente in bilico tra black out e lucidità. Ma gli basta servire bene e aggredire meglio per poter tranquillamente chiudere il terzo set, 6-2. E il break ottenuto ad inizio del quarto sembra davvero essere la firma in calce a questo quarto di finale. Ma bisogna sempre fare i conti con il cuore di Ferrer, che gli permette ancora una volta di pareggiare i conti. Murray è infastidito, le sue urla si fanno sempre più incessanti. Ma dipende solo da lui. Se comanda lo scambio non c'è partita, se si distrae rischia di far nottata. Sul 2-3, David va in confusione: con uno smash facile facile affossato in rete concede allo scozzese un'altra palla break. Per scappare di nuovo. E alla fine Andy torna avanti di un turno di battuta. La fuga decisiva? Per confermare il break il buon Andy deve rispolverare il meglio del suo repertorio. E dopo un doppio fallo (e palla del contro-break concessa), si porta sul 5-2 con due meraviglie di dritto. E sul campo sventola bandiera bianca. La sesta semifinale a Melbourne per Murray è cosa fatta. “Giocare indoor è stato un vantaggio – ha detto. “È più semplice rispondere contro di lui. Oggi mi sentivo bene, ma ci sono stati troppi errori non forzati”. Resta la vittoria e l’ennesima semifinale Slam, in attesa di conoscere il suo prossimo avversario.
 
AUSTRALIAN OPEN – Quarti di finale
Andy Murray (GBR) b. David Ferrer (ESP) 6-3 6-7 6-2 6-3