da Wimbledon, Alessandro Terziani – foto Getty Images
Giornata insolitamente calda oggi a Wimbledon. Già tre ore prima dell'inizio il popolo britannico ha occupato la Orangi Terrace, la cosiddetta Henman Hill, per assistere dal maxi schermo alla finale maschile tra il loro beniamino Andy Murray e Novak Djokovic. L'attesa è spasmodica, ma è anche forte il timore che si ripeta la finale dello scorso anno, con lo scozzese che dovette rimandare l'appuntamento con la storia al cospetto di un grande Roger Federer. Sono infatti 77 lunghi anni, Fred Perry 1936, che un suddito della regina non si impone ai Championships.
In un pazzo torneo, ricco di sorprese, alla finale sono poi giunti i primi due giocatori al mondo. Se si esclude l'ultimo Roland Garros, a cui Murray non ha partecipato, sono tre le finali consecutive disputate dai due campioni – Us Open 2012, Australian Open 2013, Wimbledon 2013. Il serbo è avanti 11-7 nei confronti diretti, ma lo scozzese ha vinto l'unica sfida sull'erba alle scorse Olimpiadi. E' la quinta volta che si incontrano in uno Slam, tre volte si è imposto Djokovic.
Si inizia, al servizio Djokovic. La prima non entra, è subito 0-40. Lo scozzese non riesce a concretizzare le tre palle break. Sull'1-1, nuovamente al servizio il serbo che concede ancora numerose chance di break allo scozzese. La quinta palla break è quella buona per Murray. Lo scozzese va a servire per allungare il vantaggio ma subisce subito il contro break, 2-2. I servizi non incidono e si assiste a scambi molto lunghi. Il serbo è quasi sempre il primo che cerca di uscire dallo scambio e commette errori per lui insoliti. Sul 3-3 Djokovic perde addirittura a zero il servizio. Ogni volta che Murray ha la possibilità della fuga, la forte pressione lo porta ad indietreggiare concedendo lo scambio all'avversario. Sul 4-3 rischia nuovamente di subire il contro break ma riesce, grazie al servizio, ad annullare le tre chance concesse al serbo. Sul 5-4 serve per il set che chiude grazie ad un servizio vincente. 6-4 Murray, dopo un'ora esatta di gioco.
Il secondo set vede un Djokovic meno falloso e più sicuro al servizio. Grazie ad un brutto diritto di Murray, il serbo strappa il servizio al quarto gioco e si porta poi sul 4-1. Tra la folla inizia a serpeggiare il timore di rivivere la finale dello scorso anno. Ma oggi Djokovic non è il 'cannibale' che tutti conosciamo. Spreca la palla del 5-2 e con un doppio fallo regala il contro break. Tutto da rifare. Murray, a sua volta, concede due palle break sul successivo servizio ma le annulla con tre vincenti. Sul 5-5 Djokovic commette tre clamorosi errori e subisce nuovamente il break. Il servizio assiste questa volta Murray che, con un ace, porta a casa anche il secondo set. Sembra di essere a Natale, con i due giocatori che continuano a scambiarsi regali in una partita non certo memorabile.
Il terzo set comincia molo male per il serbo. Sulla palla break, Djokovic tira un rovescio molto vicino alla riga, Murray chiama il challenge e la palla è out. Murray gioca un ottimo turno di battuta e si porta sul 2-0. La partita sembra in ghiaccio. Ma oggi non c'è nulla di scontato. Quando sembra ormai all'angolo, Djokovic infila quattro gochi consecutivi e ribalta il punteggo, 4-2. Il serbo va al servizio e getta via l'ennesima chanche, un passante lungo di rovescio consegna nuovamente il break a Murray. Il serbo si disunisce, sembra definitivamente fuori dal match. Ancora un brutto diritto in rete di Djokovic regala a Murray il secondo break consecutivo. Il ragazzone di Dunblane serve per i Championships. Un rovescio lungo del serbo, un diritto ed una prima vincente, danno a Murray tre consecutivi match point. La tensione nel Centre Court si taglia a fette. Prima una voleè di diritto e una risposta vincente del serbo, poi un rovescio lungo di Murray, ed i tre match point svaniscono. Djokovic riesce addirittura a guadagnarsi tre palle break che potrebbero, se concretizzate, avere risvolti drammatici per lo scozzese. Murray scampa al pericolo. Con un violento diritto costringe il serbo a mettere fuori la voleè. E' il quarto match point in questo pazzesco ed interminabile game. Djokovic, con un diritto in rete, chiude definitivamente la contesa. Uno 'yeah' assordante riempie il Centre Court. Sono le 17,24, ora di Greenwich.
Murray entra nella storia di Wimbledon. Un inglese torna a vincere i Championships dopo 77 lunghissimi anni. Il grande Fred Perry può finalmente riposare tranquillo. Murray e Djokovic si abbracciano a lungo. Lo scozzese, ormai definitivamente inglese, si inginocchia e bacia l'erba amica. Poi, contento come un bambino, va a dare il 'cinque' ai fan della prima fila. Corre a scavalcare la tribuna fino a raggiungere la commossa mamma Jude. Nel Royal Box appare improvvisa una grande bandiera scozzese. Murray piange, ma quest'anno sono lacrime di gioia. Sorride l'imperscrutabile Lendl, suo coach. Un sorriso forse un po' amaro per quella coppa che ha solo sfiorato.
Murray b. Djokovic 6-4 7-5 6-4