In gran segreto, Andy Murray si è recato a Melbourne e si è fatto operare all'anca destra. Il dolore era diventato insopportabile la scorsa estate. “Potrei tornare tra 12-14 settimane, ma voglio prendermi tutto il tempo necessario”. Non è stata un'operazione definitiva “ma dovrei tornare al 95% del mio potenziale, sufficiente per giocare ai massimi livelli”.

Arrendersi all'evidenza non è stato facile. Nella speranza di evitare l'intervento chirurgico, Andy Murray ha buttato via sei mesi in terapie conservative. Ma l'anca destra dello scozzese era messa troppo male per riprende a giocare a tennis. E così, alle 7.30 locali di lunedì mattina, si è sottoposto a un intervento chirurgico direttamente a Melbourne. La scelta di operarsi è maturata mercoledì scorso, quando si era reso conto che non avrebbe potuto giocare il Brisbane International. “L'ho fatto perché voglio darmi la possibilità di tornare a competere – ha detto Murray – è quello che voglio continuare a fare. Non ho ancora finito di giocare a tennis”. Le prime sensazioni post-intervento erano ottime. “Sono ottimista, il chirurgo era molto contento di come è andata. Sentiva che il mio fianco era in condizioni migliori rispetto a un anno fa, anche se all'epoca stavo ancora bene”. Andy riprenderà ad allenarsi tra un paio di mesi e punta a tornare nel circuito in tempo per la stagione sull'erba, ma questa operazione sarà uno spartiacque della sua carriera. Al rientro, infatti, non giocherà lo stesso numero di tornei e il numero 1 ATP non sarà un obiettivo. “Mi concentrerò soprattutto sul tentativo di vincere grandi tornei e grandi eventi, mentre la classifica passerà in secondo piano”.

RIENTRO SULL'ERBA, "O FORSE UN PO' PRIMA"
Murray ha un po' bluffato: anziché tornare in Inghilterra, si è recato a Melbourne in incognito e si è fatto operare dal dottor John O'Donnell, definito uno dei migliori chirurghi dell'anca. I due sono in contatto dal 2008, quando sono emersi i primi dolorini. Da allora, si sono incontrati 6-7 volte. “E ho deciso che era la persona giusta per operarmi”. La situazione è precipitata dopo il Roland Garros: terminata la semifinale contro Stan Wawrinka, si è ritrovato addirittura senza poter camminare. Da allora, ha tentato una strada conservativa. Ma quando ha capito che non avrebbe potuto giocare nemmeno a Brisbane, ha scelto la soluzione chirurgica. “Ero un po' nervoso, ma era la cosa giusta da fare – dice Murray – a Wimbledon mi faceva male dappertutto, non avevo mai sofferto così tanto. C'è stato un miglioramento, ma è molto stancante sentire il fianco da quando ti svegli fino a quando vai a letto. Sono contento di essermi messo alle spalle il dolore. Il dottore mi ha detto che avrò bisogno di 12-14 settimane per tornare a giocare, ma ho intenzione di prendermi tutto il tempo necessario. Molto probabilmente tornerò per la stagione sull'erba, forse un po' prima. Voglio tornare ed essere pronto, non come accaduto a New York e Brisbane, dove ero pieno di incertezze”.

TORNARE AL 95%
Andy non è entrato nei dettagli tecnici dell'intervento, ma il dottor O'Donnell ha optato per un trattamento “leggero”: un intervento completo lo avrebbe costretto al ritiro. L'obiettivo e farlo andare avanti nel tour, salvo poi sostituire completamente l'anca dopo il ritiro. “Tutto sommato, senza potermi muovere ho raggiunto i quarti a Wimbledon. Anche a Brisbane ero competitivo con i top-50: significa che se tornerò al 95% del mio potenziale, dovrebbe essere sufficiente per competere ai massimi livelli”. Murray ha poi rivelato di essersi sottoposto a un'altra piccola operazione di ernia lo scorso 18 dicembre. Un intervento minore, che gli ha concesso di tornare ad allenarsi dopo appena 4-5 giorni. Quando alle motivazioni, come tutti i tennisti-papà, Murray punta a far rendere conto alla figlia maggiore Sophia Olivia di avere un papà campione di tennis. “Ne ho già parlato con mia moglie, mi piacerebbe giocare fino a quando lei possa avere una comprensione di quello che ho fatto per vivere”. Le parole e i propositi sono buoni, e non c'è dubbio che Murray metterà grande impegno nella riabilitazione, ma l'anca è una parte del corpo molto delicata, già capace di mettere KO diversi campioni. Pensate a Guga Kuerten. Davvero lo scozzese tornerà quello di prima?