CINCINNATI. Brutta sconfitta dello scozzese, campione in carica, battuto con un doppio 6-4 da Jeremy Chardy. Federer in scioltezza su Tomic, adesso “pesca” Fish.
Jeremy Chardy è attualmente numero 38 ATP
Di Riccardo Bisti – 17 agosto 2012
La vittoria di Jeremy Chardy su Andy Murray è dedicata a chi crede nel destino. Il francese prometteva bene, tanto da vincere Wimbledon junior nel 2005, anno in cui è giunto in finale anche allo Us Open. I francesi hanno una grande scuola ma non vincono uno Slam da 29 anni, e per un battito di ciglia hanno sperato che il Messia potesse essere lui. Ma il sogno è durato il tempo che Geremia passasse dal mondo junior a quello, ben più duro, dei professionisti. Nel 2009 aveva fatto sperare, salendo al numero 31 a 22 anni di età e vincendo il primo titolo ATP a Stoccarda. Poi sono arrivate le sconfitte, le difficoltà e una vita da comprimario. Adesso è numero 38, sta crescendo, ma a Cincinnati non era ammesso di diritto. Ha perso al turno di qualificazione contro il nostro Fognini e – da prassi – si è recato nell’ufficio del supervisor per firmare come lucky loser. Dall’alto della sua classifica, se fosse arrivato un forfait sarebbe stato il primo ripescato. E così è stato. Al primo turno ha superato quel che resta di Roddick, si è ripetuto contro Istomin e ieri ha infilato la sorpresa del torneo, cacciando via Murray con un doppio 6-4. E pensare che in quattro precedenti aveva portato a casa appena un set. L’impressione è che lo scozzese fosse tutt’altro che focalizzato su questo torneo. Lo ha già vinto due volte, ed anche se aveva i galloni del campione in carica non gliene importava granchè. Se poi aggiungiamo i problemi alle ginocchia, si spiega così una sconfitta non troppo sorprendente. Murray ha avuto un paio di palle break nel sesto game, non le ha sfruttate ed è stato punito nel game successivo. “A volte le partite vengono decise da pochi punti – ha detto lo scozzese – ho avuto le mie chance, se le avessi sfruttate avrei iniziato a giocare meglio. Non è andata così, e quando lui è andato in vantaggio ha giocato benissimo”. Murray si è detto infastidito dai rimbalzi particolarmente alti, ma non è preoccupato per lo Us Open. “Mi è capitato di arrivare a uno Slam con tante vittorie sulle gambe e poi deludere. Quest’anno ho perso subito al Queen’s e poi sono arrivato in finale a Wimbledon…ovviamente, tuttavia, avrei voluto fare meglio a Cincinnati”.
La sconfitta di Murray è l’unica sorpresa di una giornata dedicata agli ottavi di finale, una delle più belle ed invitanti per il pubblico (a maggior ragione quando il torneo è “combined”). Roger Federer ha superato agevolmente la pratica Tomic, confermandosi troppo forte per il baby australiano. Tra i due ci sono 11 anni di differenza e almeno altrettante categorie di classe e qualità. Lo svizzero ha giocato due ore in due match ed è nei quarti, confermando il risultato dell’anno scorso. In caso di piazzamento in finale, sarebbe certo di confermarsi al numero 1 ATP anche in caso di vittoria di Novak Djokovic. Il suo prossimo avversario sarà Mardy Fish, che in avvio di giornata ha superato Radek Stepanek. “Mi sono tolto la scimmia che avevo sulle spalle” ha detto Fish, che non aveva mai battuto il ceco in cinque scontri diretti. “Non sarà un match facile – ha detto Federer – perché Fish ha tutto quello di cui ha bisogno un tennista. Serve e risponde bene e sa venire avanti”. Sarà il replay della finale del 2010, quando Federer si aggiudicò il suo quarto titolo in Ohio dopo quelli del 2005, 2007 e 2009. Passano ai quarti anche Del Potro, Cilic e Wawrinka, cui si sono aggiunti nella notte Raonic (in tre set su Berdych) e Djokovic. Il serbo ha usufruito del ritiro di Nikolay Davydenko dopo aver vinto a zero il primo set.
MASTERS 1000 CINCINNATI – QUARTI DI FINALE
Roger Federer vs. Mardy Fish
Stanislas Wawrinka vs. Milos Raonic
Juan Martin Del Potro vs. Chardy
Marin Cilic vs. Novak Djokovic
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