Da Melbourne, Alessandro Terziani – foto Getty Images
Andy Murray spegne le ambizioni del 19enne Kyrgios e di un popolo intero che sperava di ritrovare un connazionale in semifinale agli Australian Open a dieci anni di distanza (Hewitt 2005).
C’è voluto il migliore Murray per avere la meglio del giovane aussie. Lo scozzese ha servito in modo micidiale (80% dei punti sulla prima, 67% sulla seconda e 13 ace) concedendo solo due palle break nello stesso gioco a match quasi terminato. Solido negli scambi non ha mai permesso a Kyrgios di prendere il sopravvento. Murray, che ora troverà Berdych in semifinale pare aver trovato la forma fisica e mentale di due anni fa. L’australiano ha dimostrato comunque di avere le stigmate del campione. A neanche venti anni ha una personalità strabordante oltre che doti atletiche non comuni. Non ha sentito minimamente l’enorme pressione che aveva sulle spalle. In campo non ha mai tremato rischiando sempre il tutto per tutto anche in momenti delicati. Certo, per battere il Murray odierno era necessario un tennis più solido negli scambi prolungati. Kyrgios inoltre cerca a volte la soluzione più estetica che non sempre coincide con quella più semplice. Ma il tennis ha bisogno di personaggi come lui, soprattutto in momento di transizione come questo in cui sta inesorabilmente finendo l’era Federer/Nadal.
Riguardo all’andamento del match, il primo set si è risolto sul 3-2 per Murray quando lo scozzese ha piazzato il break decisivo. Il secondo set, senza break, si è giocato al tie-break vinto 7-5 dallo scozzese. Nel terzo set break per lo scozzese sul 3-2 con immediato contro break e successivo nuovo break per Murray sul 4-3. Lo scozzese ha servito per il match sul 5-3 chiudendolo con un diritto vincente dopo 2 ore e 5 minuti.
Murray b. Kyrgios 6-3 7-6 6-3