Se chiedete a un qualsiasi giocatore (uomo) un parere sul tennis femminile, magari lontano da microfoni e taccuini, la migliore risposta che potete attendervi è una smorfia. È noto, nell'ambiente, che gli uomini non vedano con favore le richieste di uguaglianza, soprattutto in merito ai montepremi. Tutti, tranne uno: Andy Murray. Lo scozzese è un sincero appassionato di tennis, anche nella sua parte rosa. A volte sembra prendere posizioni quasi femministe: dopo la sconfitta a Wimbledon per mano di Sam Querrey, aveva bacchettato un giornalista perché gli aveva detto che Querrey era il primo americano in semifinale dal 2009. “Il primo UOMO americano” aveva precisato Murray, ossequioso dei vari successi di Serena Williams. In un'intervista con la versione americana di Elle Magazine, Andy ha ammesso di sentirsi un po' solo in questa battaglia. Tra le varie cose, ha raccontato le reazioni non sempre simpatiche quando scelse Amelie Mauresmo nelle vesti d coach. “Appena la notizia divenne di dominio pubblico, ho ricevuto un messaggio da uno di quei giocatori che oggi fa l'allenatore – ha detto Murray – mi ha scritto più o meno così: 'Mi piace il gioco che stai facendo con la stampa, forse domani dovresti dire che stai prendendo in considerazione di lavorare con un cane'”.
“FIERO DELL'UGUAGLIANZA”
Murray ha poi spiegato di aver ricevuto una montagna di critiche, per nulla paragonabili a quelle che sarebbero arrivate con l'assunzione di qualsiasi altro coach. “Adesso, quando perdo una partita, vengo criticato. Prima, ogni sconfitta era colpa di Amelie”. Le opinioni di Murray, senza dubbio, sono condizionate dall'educazione ricevuta da mamma Judy, ancora oggi allenatrice di grido. Fu lei ad avere l'intuizione di mandarlo in Spagna, presso l'accademia di Emilio Sanchez e Sergio Casal. Quando gli hanno chiesto se si sente l'unico giocatore ad avere una certa considerazione per le donne, ha detto: “Uh, un po' sì”. In passato, aveva vissuto un vivace dibattito a distanza con Novak Djokovic per i montepremi da destinare alle donne. Il serbo sostiene che gli uomini debbano essere pagati di più perché attirano più pubblico e generano maggiori guadagni per i tornei. Lo scozzese replicò, dicendo che le argomentazioni del collega non erano ben assemblate. Va detto che Nole si sarebbe poi scusato. Il tennis è uno dei pochissimi sport in cui i guadagni delle donne sono paragonabili a quelli degli uomini. Nei tornei del Grande Slam vige la parità assoluta. L'ultimo ad adeguarsi è stato Wimbledon, nel 2007. Secondo Murray, il tennis dovrebbe sentirsi orgoglioso di questo traguardo. “Il tennis ha ancora tanti problemi, ma è qualcosa che i tennisti dovrebbero celebrare”. Attualmente si trova a New York, dove sta preparando lo Us Open, già vinto nel 2012. Per lui sarà il rientro in campo dopo Wimbledon, poi si è bloccato qualche settimana per il ben noto infortunio all'anca. Con un montepremi di 50 milioni di dollari, metterà in palio 3,7 milioni per il vincitore del singolare maschile…e altrettanti per la vincitrice.