di Daniele Rossi – foto Getty Images
Continua il “valzer” di panchine nel circuito ATP.
Dopo il divorzio fra Davydenko e il fratello Eduard e il fresco matrimonio fra Federer e Annacone, anche Andy Murray ha optato per un cambio tecnico.
Il numero 4 del mondo ha infatti annunciato la separazione dal suo coach: “Dopo una rilfessione sulle sue esigenze, Andy ha deciso di terminare la collaborazione con Miles Maclagan – si può leggere sul suo sito web – Andy è estremamente grato a Miles per il suo supporto e la sua guida durante questo lungo periodo di successi”.
La fine della collaborazione sembra sia avvenuta in toni assolutamente amichevoli, come si può intuire dalle parole degli stessi interessati: “Ho avuto un bellissimo rapporto con Miles negli ultimi due anni e mezzo e lo voglio ringraziare per il positivo contributo che ha dato alla mia carriera. Abbiamo ottenuto tanti successi e ci siamo divertiti molto lavorando insieme”.
Dal canto suo Maclagan ha dichiarato: “E’ stato un privilegio lavorare con Andy come suo coach e sono felice di aver fatto la mia parte nella sua carriera. E’ un grande giocatore e so che continuerà ad avere il successo che il suo talento e il suo impegno meritano”.
Maclagan, britannico nato in Zambia ed ex discreto giocatore, aveva iniziato ad allenare Murray all’inzio del 2008, prendendo il posto di Brad Gilbert.
In questo lasso di tempo, lo scozzese ha fatto grandi progressi sotto tutti i punti di vista, raggiungendo due finali di Slam – Us Open 2008 e Austrialian Open 2010 – e vincendo complessivamente ben 11 tornei.
Quest’anno però Murray è andato ben al di sotto delle aspettative: dopo la scoppola rimediata da Federer a Melbourne, non ha più raggiunto nemmeno una finale, conseguendo il suo miglior risultato poche settimane fa nella semifinale di Wimbledon.
Nell’occasione però è stata dolorosamente palese la grande differenza che intercorre ancora fra lui e Rafael Nadal, per di più su una superficie veloce, dove in teoria lo spagnolo partirebbe svantaggiato.
Probabilmente mamma Judy e la sua corte si aspettavano un salto di qualità più netto, tale per cui Andy potesse rivaleggiare stabilmente con i due “mostri” là davanti.
Ma la realtà è che Murray è ancora molto lontano da questi standard e i risultati non mentono. In più la “scusante” dell’età non regge più, perchè Nadal ha solo un anno più di lui e si ritrova in bacheca già 8 Slam.
E’ pur vero che ogni giocatore può raggiungere la maturità in tempi diversi, vedasi lo stesso Federer che vinse il suo primo Wimbledon a 23 anni, ma è anche innegabile che al gioco del britannico sembri mancare ancora qualcosa per essere veramente completo e competitivo su tutte le superfici e sulla lunga distanza.
Adesso Murray prima degli Us Open, dovrà difendere la vittoria in Canada e la semifinale a Cincinnati raggiunti nel 2009.
Punti pesantissimi in scadenza che forse gli hanno suggerito di troncare il rapporto con Maclagan per cambiare marcia e non perdere ulteriori posizioni in classifica.
Per ora al suo fianco rimarrà Alex Corretja, sebbene neanche il suo “coaching” sulla terra battuta abbia dato i frutti sperati, e ogni decisione sull’eventuale sostituto verrà presa dopo Flushing Meadows.
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