di Francesco Camanzi – foto Getty Images
A Shanghai vanno in scena le semifinali di un torneo anomalo, disertato dalle stelle Federer e Djokovic e abbandonato precocemente dai favoriti del pronostico Nadal e Berdych. Ne hanno approfittato oggi l’ineccepibile David Ferrer, vittorioso in tre set sul connazionale Feliciano Lopez, e il solito Andy Murray, approdato agilmente in finale giocando tre sole partite.
Il primo match di giornata pone di fronte il numero 5 del mondo, David Ferrer, e il suo compagno di nazionale Feliciano Lopez, reduce dalla buona vittoria di ieri sul tedesco Florian Mayer. Come da previsione la partita si gioca su pochissimi punti e vede trionfare Ferru dopo due ore abbondanti di gioco con il risultato di 6-7(5) 6-3 6-3. Il ventinovenne di Javea, apparso prima d’oggi inaspettatamente discontinuo e falloso, ha la meglio su un Feliciano attento e determinato solo a tratti. Il primo set si trascina in perfetto equilibrio (salvo una palla break annullata da Ferru) fino al tie-break, unica variabile le poche ma apprezzabili discese a rete di Feliciano, agevolate da un rovescio in slice ben calibrato e indecifrabile per Ferrer. Nell’epilogo prevedibile del set Feliciano sfrutta un errore a rete dell’avversario e chiude 7-5. Ma è un fuoco di paglia, perché Ferrer in apertura del secondo set comincia a macinare gioco e, parallelamente, Lopez smarrisce tutto d’un tratto brio e scioltezza. Ferru, da lottatore nato qual è, intravede lo spiraglio e si pone nelle condizioni di gioco che predilige, la difesa contratta e lo scambio da fondo campo. Un break nel terzo gioco e uno decisivo nel nono riportano il match in parità. Il terzo set è la copia del precedente: Ferru lotta su ogni palla, Feliciano è invece troppo arrendevole, ne sono la prova i tre doppi falli dell’ottavo game con cui Lopez praticamente regala la partita al connazionale. Per Ferrer è la terza finale in un Master 1000, la prima sul cemento. Un’eventuale vittoria nella finale di domani regalerebbe allo spagnolo il terzo titolo Atp dell’anno, dopo Auckland e Acapulco.
Nella seconda semifinale Andy Murray ferma la straordinaria corsa di Kei Nishikori in due set fin troppo comodi, 6-3 6-0. Il numero 2 del seeding impiega poco meno di un’ora per schiantare il giapponese in una partita senza storia. Parte bene lo scozzese che piazza un break in apertura e trotta fino al 6-3 conclusivo senza particolari complicazioni. Il giapponese paga le corse dei giorni scorsi e non riesce mai a entrare in partita, annichilito dal confronto fisico e tecnico con il numero 4 del mondo. Murray, da par suo, gioca con il freno a mano tirato e si affida ad ottime percentuali al servizio. Il secondo set, se possibile, è ancor più a senso unico. Lo scozzese di Glasgow chiude in 6-0 raccogliendo il 67% dei punti complessivi e lasciando solo le briciole al povero Nishikori. Murray conferma così il risultato dell’anno scorso (finale vinta 6-3 6-2 su Federer) e conquista la sua nona finale in un Master 1000. I precedenti sono più che positivi: 7 vittorie e una sola sconfitta, nel 2009 a Indian Wells contro Nadal.
La finale di domani vedrà dunque impegnati David Ferrer e Andy Murray. Il favorito d’obbligo è lo scozzese: la classifica gli sorride, ha faticato meno nel corso del torneo e gli scontri diretti parlano chiaro: 4-3 a suo favore (con tutte le vittorie di Andy maturate sul cemento: Toronto 2006, Master di Londra 2010, semifinali in Australia e a Tokyo nel 2011)
Risultati semifinali:
[3] D Ferrer b. F Lopez 6-7(5) 6-3 6-3
[2] A Murray b. K NIshikori 6-3 6-0
Finale:
[2] A Murray – [3] D Ferrer
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