La polemica con Djokovic ha oscurato il vero problema dello scozzese: le imbarazzanti percentuali con la seconda palla. Secondo i numeri, la differenza è tutta lì. Le avvisaglie c’erano già con le statistiche del 2014.  La frase da titolo è arrivata, e va bene così. Anche noi abbiamo dedicato ampio spazio alla polemica lanciata da Andy Murray dopo la finale dell’Australian Open. E’ stato chiaro: il presunto infortunio di Novak Djokovic lo ha distratto e disunito, portandolo a perdere gli ultimi nove game della partita. A parte la polemica, è evidente che la sconfitta di Andy Murray non è tutta qui. Il nervosismo post-match ci può stare, ma lo scozzese è troppo intelligente per non rendersi conto che la finale è stata condizionata dal pessimo rendimento al servizio, soprattutto con la seconda palla. E' il suo tallone d’achille, ancor più di un dritto che non sempre fa sfracelli. Se ne sono accorti in tanti, la statistica è impietosa. La sua seconda palla viaggiava, in media, a 134 km/h. Le seconde palle di Serena Williams e Maria Sharapova erano più potenti delle sue. E Novak Djokovic non lo ha perdonato, intascando due terzi dei punti (27 su 41). Con la seconda palla, Murray ha raccolto appena il 34% dei punti, Djokovic il 62%. La differenza è enorme, incolmabile. Ma torniamo alla velocità media: la seconda palla di Djokovic viaggiava a 158 km/h, quella di Maria Sharapova a 153, quella di Serena Williams a 150. Il divario non sarebbe un problema se Murray fosse stato preciso e incisivo, magari con tagli e rotazione. Ma non è andata così. Al contrario, Djokovic è molto incisivo in questo settore del gioco. Negli ultimi giorni dell’Australian Open, il guru Brad Gilbert, autore del mitico libro “Vincere Sporco” aveva detto che la seconda palla di Djokovic è forse l’arma più sottovalutata del circuito ATP.
 
MASHA TIRA PIU' FORTE
Tamti addetti ai lavori sostengono che la seconda palla sia lo specchio di un giocatore. Qualcuno, come John Newcombe, dice che la qualità di un giocatore si vede dalla sua seconda palla. La stampa australiana ha addirittura lanciato la provocazione. “Se fosse vedo quello che dice Newcombe, Murray dovrebbe operarsi alla seconda di servizio”. Il baffo australiano, che si è preso una frecciata da Nick Kyrgios durante il torneo, ha definito “incredibile” il fatto che la seconda palla di Murray fosse nettamente più lenta di alcune donne. E’ vero che alcuni studi scientifici, di cui vi abbiamo parlato, hanno dimostrato che il servizio è il colpo dove la differenza di genere è meno marcata, ma dal numero 4 ATP (nonchè ex vincitore di Wimbledon e Us Open) ti aspetteresti di più. Difficile capire le ragioni di queste difficoltà: di certo non ha problemi tecnici, poichè la sua prima palla è molto potente e incisiva. Nella seconda potrebbe giocare con lo slice, il kick, ma spesso viene una “mozzarella” su cui gli avversari possono prendere l’iniziativa. Le sue straordinario doti fisiche gli permettono di colmare il gap, ma contro Djokovic è più complicato. Il problema è che non si tratta di dati limitati a una sola partita. Ecco i numeri di Murray al servizio nel 2014.
 
ACE
Ha chiuso il 2014 al 14esimo posto assoluto, con 450 ‘assi’ in 75 partite. Bottino discreto ma non così straordinario. In media, ne ha tirati 6 a partita. Potrebbe fare certamente meglio.
 
PERCENTUALE DI PRIME PALLE
E’ una statistica molto importante per chi non possiede una gran seconda palla. Già da qui, si evidenziano le difficoltà dello scozzese. Nel 2014 ne ha messe in campo il 60%, chiudendo in 32esima posizione. Percentuale accettabile se tirasse ace a grappoli e rischiasse molto sia con la prima che con la seconda. Così…no.
 
PUNTI CONQUISTATI CON LA PRIMA PALLA
Quando l’ha messa in campo, ha raccolto il 74% dei punti. Non male, ma si trova pur sempre in 19esima posizione, insufficiente per uno come lui, con ambizioni ben più importanti. La sua prima palla è un gran colpo, può stare regolarmente sopra i 200 km/h, ma non è così costante.
 
PUNTI CONQUISTATI CON LA SECONDA PALLA
Ecco il piccolo dramma di Andy. Nel 2014 è stato solamente il 30esimo più efficace del circuito, con appena il 51% di trasformazione. Una percentuale insufficiente per un aspirante numero 1. Hanno fatto meglio di lui giocatori come Delbonis, Kohlschreiber, Sock, Bautista Agut e Roger Vasselin. Fior di professionisti, ci mancherebbe, ma decisamente meno forti di lui. Amelie Mauresmo e l'assistant coach che arriverà sono avvisati: messo a posto il fisico, il prossimo step deve essere un duro lavoro sulla seconda palla. Decideranno loro se intervenire sul braccio, le gambe o la testa. Quel che è certo è che l’handicap deve essere colmato. Costi quel che costi.