Lo scozzese mette in dubbio la sua partecipazione al match di Belgrado, dove i padroni di casa hanno scelto di giocare sulla terra battuta subito dopo Wimbledon. “Ci sarebbero parecchi cambi di superficie in poco tempo. Dipenderà dal mio corpo. Hanno deciso così per metterci in difficoltà”

Dopo cinque presenze consecutive e il trionfo dell’anno scorso, Andy Murray ha ammesso che potrebbe saltare il prossimo match di Coppa Davis. I prossimi 15-17 luglio, la Gran Bretagna giocherà in Serbia, sulla terra battuta all’aperto. Il problema è che si giocherà subito dopo Wimbledon e nell’imminenza della stagione sul cemento, appesantita dalle Olimpiadi di Rio. Quando gli hanno chiesto l’eventuale disponibilità alla Davis, lo scozzese ha detto: “Prima di tutto dovrò vedere come starà il mio corpo. Ci sarà una serie di cambi di superficie in un breve lasso di tempo, quindi non puoi sapere in anticipo come reagirà il corpo. Spero di stare bene, ma i cambiamenti di superficie rendono tutto un po’ più complicato”. Entrando nello specifico del match, si è detto sorpreso dalla scelta dei serbi. “In quel periodo rende le cose più complicate, sinceramente pensavo che avrebbero scelto un campo in cemento. E’ chiaro che la terra rossa è la nostra peggiore superficie, sarà un weekend duro. Però è anche vero che negli ultimi anni abbiamo giocato ogni partita sulla terra battuta. Hanno fatto così negli Stati Uniti, ed è la loro peggiore superficie. La scelta dell’Italia fu comprensibile, mentre non saprei dire per il Belgio e nemmeno la Serbia. Credo che abbiano scelto così per mettere noi in difficoltà. E’ la superficie dove ho ottenuto i miei peggiori risultati, così come mio fratello e Dan Evans. Posso capirli, ma sarà difficile anche per Djokovic cambiare superficie”. Prende piede, dunque, la possibilità di una sfida senza i migliori. Dominic Inglot, doppista britannico, sta provando a capire le intenzioni di Djokovic tramite Nenad Zimonjic, ma per ora non ci sono risposte. Un altro fattore che potrebbe incidere nella scelta di Murray è il desiderio-necessità di restare a casa il più possibile, specie adesso che è nata la piccola Sophia. “Ma da quel punto di vista non ci sono grossi problemi: nel periodo di Wimbledon resterò a casa per un mese, e spero che sia Kim che la bambina vengano a Parigi. In questo modo potremmo stare insieme per sette settimane di fila. Dopodichè, con i viaggi più lunghi da affrontare, credo che i due mesi successivi saranno più complicati”.