Da nessuna finale in carriera a due titoli in sette giorni. Il nuovo Andy Murray formato terra rossa sbanca anche il Masters 1000 di Madrid, lanciando le sue quotazioni per il Roland Garros. Delude invece Nadal, protagonista di un match da dimenticare.C'è davvero poco da raccontare riguardo questa finale. Riguardo la prima vittoria di Andy Murray in un Masters 1000 sul rosso. La seconda su questa superficie nel giro di una sette giorni, dopo aver vissuto un'intera carriera senza sollevar trofeo. Poco da raccontare ed enfatizzare: dall'altra parte della rete un Rafael Nadal sì coraggioso e commovente sino all'ultimo scambio. Ma totalmente incapace di rispondere ai colpi dell'avversario, a segno 6-3 6-2. Una controfigura in grado solo di alternare colpi sbagliati di metri ad altrettanti affossati in rete. Solo qualche sporadico spunto, del fu Rafa, capace di risvegliare l'entusiasmo zittito e ammutolito di un pubblico frastornato al cospetto di tale esibizione. I giorni precedenti questa finale ci hanno raccontato di un Murray in grandissima forma, capace di divorarsi in un solo boccone Kei Nishikori, che tanto aveva destato impressione nei turni precedenti. E di un Nadal che dà qualche sporadico segnale di ripresa. Nel suo tennis e nei suoi gesti. Ma bastano pochi game per capire l'andazzo. E che non c'è vita sul pianeta Nadal. Lo spagnolo si ritrova sotto per 3-0, dopo essersi fatto brekkare a zero. Come gli capita raramente. Certo, col passare dei minuti il maiorchino comincia a prendere fiducia, soprattutto nei suoi turni di battuta. Ma non basta. Non può bastare contro un Murray su di giri, capace di aggredire con ferocia ogni qual volta la palla di Nadal rimbalza corta. Si crea anche delle occasioni, sul 2-4 e sul 3-5, proprio quando lo scozzese serve per il set. Ma non basta, il visibilio del pubblico. C'è troppa poca forza nelle braccia e soprattutto nella testa di Rafa. Le occasioni sfumano e Andy , ben lontano dallo scomporsi, chiude per 6 giochi a 3.
NOVAK DJOKOVIC E' AVVISATO
Il secondo set è un calvario per Rafa. Lo spagnolo perde subito il servizio. Comincia a scuotere la testa, a ridere. Si dimentica di tanto in tanto dei suoi tic. Si ritrova sotto 4-0. Il primo game ottenuto nel set , tra gli applausi impietositi del pubblico, è uno degli ultimi sorsi dell'amaro calice servitogli da Murray. Finisce di lì a poco, con Andy che chiude il secondo per 6-2 e mette le mani sul trofeo. Sarebbe troppo facile definire quello odierno l'incontro vinto con più facilità dei sei (su ventuno) contro il suo avversario, ma è stato senz'altro quello più impari. Al Roland Garros ora bisognerà fare i conti con lo scozzese. La dimestichezza trovata, come per magia, sul rosso lo rende uno dei favoriti. Ma il rammarico, per questa finale e per i tornei che verranno, è che per lo spagnolo sembra iniziato il declino. Si spera lento, lentissimo. Ma fra età, problemi fisici e un gioco logorante che funziona alla perfezione solo se è al 100%, qualche campanello d’allarme si è acceso. Parigi è dietro l'angolo. Impensabile annoverarlo tra i favoriti viste le condizioni attuali. E non aiuta nemmeno la classifica. Da lunedì, per la prima volta dopo 10 anni, si ritroverà fuori dai primi 4. Esattamente in settima posizione. “Ho giocato un paio di buone partite questa settimana, devo solo cancellare quello che è successo oggi”, le sue parole sconsolate a fine gara. Murray dal canto suo non si limita a parole di circostanza: “un paio di settimane fa non mi sarei mai aspettato tutto questo. Quando le cose arrivano all’improvviso è tutto più bello”. Forse lo è meno per Djokovic. Che perso il suo antagonista più acerrimo rischia di ritrovarsene uno ancora più agguerrito.
MASTERS 1000 MADRID – Finale
Andy Murray (BR) b. Rafael Nadal (ESP) 6-3 6-2
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