Lo scozzese centra i quarti battendo Grigor Dimitrov in quattro set. “Erano mesi che non mi sentivo così bene, è uno dei miei match migliori dopo l’intervento alla schiena”. Adesso c'è una sfida da sogno contro Nick Kyrgios.Di Marco Caldara – 25 gennaio 2014 Guai a dimenticare Andy Murray. Quando ormai pareva senza speranze è andato a prendersi due Slam e l’oro Olimpico, e dopo un 2014 al di sotto delle aspettative è pronto per tornare grande. Con l’aiuto di Amelie Mauresmo, il moccioso di Dunblane vuole riacciuffare il proprio posto fra i Fab Four, dopo che tanti l'han messo in discussione ma nessuno è riuscito a conquistarlo in pianta stabile. Sicuramente, a portarglielo via non sarà Grigor Dimitrov, non ancora pronto (se mai lo sarà) per il definitivo salto di qualità. Lo si è capito nel loro confronto serale all’Australian Open, big match del cartello degli ottavi di finale. Dopo oltre tre ore di bel tennis, l’ha spuntata l’ex campione di Wimbledon e Us Open con il punteggio di 6-4 6-7 6-3 7-5, scaricando sulla Rod Laver Arena un tennis non troppo lontano da quello che in Australia gli ha permesso di centrare tre finali, fra 2010 e 2013. Murray ha dato la prima piega all’incontro con un parziale di 6 giochi a 1 che dal 3-4 del primo set l’ha mandato sul 6-4 3-1, ma si è fatto riprendere. Ha pure servito per il set sul 6-5, ma ha restituito per la seconda volta il break con un doppio fallo, e poi ha ceduto il tie-break. Ma Dimitrov non è riuscito a metterlo sotto. Un break sul 4-3 ha dato il terzo set a Murray, poi bravissimo nelle fasi finali del quarto. Il bulgaro è volato sul 5-2 ed è stato più volte a due punti dal set, ma Andy non ha mollato di un centimetro, allungando gli scambi sino a trovare prima il 5-5 e poi il break decisivo, infilato a zero e timbrato da una risposta vincente di rovescio, con buona pace della Wilson frantumata da ‘Grisha’. “Penso di aver giocato un buon match – ha spiegato Murray – e ho avuto la sensazione di poter comandare la maggior parte degli scambi. Lui ha iniziato molto bene, ma sono presto riuscito a entrare nel match. Ho giocato un brutto game sul 6-5 del secondo set, poi anche nel tie-break ho fatto un paio di scelte sbagliate, ma poi è andata meglio. Nel quarto io ho dato il massimo per provare a rientrare, e lui mi ha aiutato giocando un brutto game sul 5-3”. “NON STAVO COSÌ BENE DA MESI”Più che per la vittoria in sé, Murray è apparso molto felice per le condizioni della schiena, operata a fine 2013 ma più volte antagonista anche nella passata stagione, tanto da obbligarlo a indossare appositi tutori. “Il mio corpo mi ha permesso di tenere un ritmo alto per oltre tre ore, e alla fine del match non mi sentivo stanco, sentivo di averne ancora. La schiena è andata benissimo. In queste condizioni, con tanto caldo e umidità, negli anni scorsi ho sempre fatto fatica, mentre stasera tutto è andato per il verso giusto. In termini di tenuta fisica, credo sia stato uno dei miei migliori incontri dopo l’operazione. Erano anni che non mi sentivo così bene dopo essere stato in campo tre ore”. Ai quarti il britannico se la vedrà con l’eroe di giornata Nick Kyrgios, che salvo sorprese potrà finalmente saggiare la Rod Laver Arena. “Giocare con 15mila persone schierate per il mio avversario non sarà facile, ma nel tennis capita. Non c’è niente di male, bisogna solo cercare di rimanere concentrati sul proprio tennis. Lui è giovane e forte, e sogna di fare il colpaccio nello Slam di casa. Mi rivedo un po’ in lui, anche se a 19 anni non avevo ambizioni così grandi, mentre Nick qualche settimana fa ha detto che si sente pronto per vincere il torneo”. I due hanno giocato contro lo scorso anno a Toronto, e vinse Murray con un doppio 6-2. Martedì dovrà sicuramente sudare di più, ma sarà comunque favorito per andare a prendersi un’ipotetica semifinale con Rafael Nadal, opposto a un Tomas Berdych con cui ha vinto gli ultimi quindici precedenti. Dimenticata la grande paura del secondo turno, 'Rafa' è andato in crescendo nei due match successivi, e dopo la vittoria con Anderson ha ammesso: “Ho giocato a un livello altissimo”. Insomma, la miglior condizione è vicina. Ma questo Murray non ha nessuna paura.
Di Marco Caldara – 25 gennaio 2014
Guai a dimenticare Andy Murray. Quando ormai pareva senza speranze è andato a prendersi due Slam e l’oro Olimpico, e dopo un 2014 al di sotto delle aspettative è pronto per tornare grande. Con l’aiuto di Amelie Mauresmo, il moccioso di Dunblane vuole riacciuffare il proprio posto fra i Fab Four, dopo che tanti l'han messo in discussione ma nessuno è riuscito a conquistarlo in pianta stabile. Sicuramente, a portarglielo via non sarà Grigor Dimitrov, non ancora pronto (se mai lo sarà) per il definitivo salto di qualità. Lo si è capito nel loro confronto serale all’Australian Open, big match del cartello degli ottavi di finale. Dopo oltre tre ore di bel tennis, l’ha spuntata l’ex campione di Wimbledon e Us Open con il punteggio di 6-4 6-7 6-3 7-5, scaricando sulla Rod Laver Arena un tennis non troppo lontano da quello che in Australia gli ha permesso di centrare tre finali, fra 2010 e 2013. Murray ha dato la prima piega all’incontro con un parziale di 6 giochi a 1 che dal 3-4 del primo set l’ha mandato sul 6-4 3-1, ma si è fatto riprendere. Ha pure servito per il set sul 6-5, ma ha restituito per la seconda volta il break con un doppio fallo, e poi ha ceduto il tie-break. Ma Dimitrov non è riuscito a metterlo sotto. Un break sul 4-3 ha dato il terzo set a Murray, poi bravissimo nelle fasi finali del quarto. Il bulgaro è volato sul 5-2 ed è stato più volte a due punti dal set, ma Andy non ha mollato di un centimetro, allungando gli scambi sino a trovare prima il 5-5 e poi il break decisivo, infilato a zero e timbrato da una risposta vincente di rovescio, con buona pace della Wilson frantumata da ‘Grisha’. “Penso di aver giocato un buon match – ha spiegato Murray – e ho avuto la sensazione di poter comandare la maggior parte degli scambi. Lui ha iniziato molto bene, ma sono presto riuscito a entrare nel match. Ho giocato un brutto game sul 6-5 del secondo set, poi anche nel tie-break ho fatto un paio di scelte sbagliate, ma poi è andata meglio. Nel quarto io ho dato il massimo per provare a rientrare, e lui mi ha aiutato giocando un brutto game sul 5-3”.
“NON STAVO COSÌ BENE DA MESI”
Più che per la vittoria in sé, Murray è apparso molto felice per le condizioni della schiena, operata a fine 2013 ma più volte antagonista anche nella passata stagione, tanto da obbligarlo a indossare appositi tutori. “Il mio corpo mi ha permesso di tenere un ritmo alto per oltre tre ore, e alla fine del match non mi sentivo stanco, sentivo di averne ancora. La schiena è andata benissimo. In queste condizioni, con tanto caldo e umidità, negli anni scorsi ho sempre fatto fatica, mentre stasera tutto è andato per il verso giusto. In termini di tenuta fisica, credo sia stato uno dei miei migliori incontri dopo l’operazione. Erano anni che non mi sentivo così bene dopo essere stato in campo tre ore”. Ai quarti il britannico se la vedrà con l’eroe di giornata Nick Kyrgios, che salvo sorprese potrà finalmente saggiare la Rod Laver Arena. “Giocare con 15mila persone schierate per il mio avversario non sarà facile, ma nel tennis capita. Non c’è niente di male, bisogna solo cercare di rimanere concentrati sul proprio tennis. Lui è giovane e forte, e sogna di fare il colpaccio nello Slam di casa. Mi rivedo un po’ in lui, anche se a 19 anni non avevo ambizioni così grandi, mentre Nick qualche settimana fa ha detto che si sente pronto per vincere il torneo”. I due hanno giocato contro lo scorso anno a Toronto, e vinse Murray con un doppio 6-2. Martedì dovrà sicuramente sudare di più, ma sarà comunque favorito per andare a prendersi un’ipotetica semifinale con Rafael Nadal, opposto a un Tomas Berdych con cui ha vinto gli ultimi quindici precedenti. Dimenticata la grande paura del secondo turno, 'Rafa' è andato in crescendo nei due match successivi, e dopo la vittoria con Anderson ha ammesso: “Ho giocato a un livello altissimo”. Insomma, la miglior condizione è vicina. Ma questo Murray non ha nessuna paura.
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